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Andai ad abitare con zia Adele. Zia Adele era troppo simpatica, con lei potevo avere confidenze che non avrei detto a nessuno. Ma non le raccontai di mio fratello che mi aveva sverginata..
– Devi uscire, Mira, non puoi stare sempre in casa. Forse i ragazzi non ti invitano?
– Ah, si, zia Adele, ma tu sai loro cosa vogliono?
– E tu dagliela, divertiti.
Mi insegnò la pillola, mi disse molte cose interessanti sul sesso. Io usci con un ragazzo, lo facemmo, ma ancora quel senso di insoddisfazione per cui, quando andai a casa mi masturbai, volevo venire. Ne parlai con zia Adele e lei, mi accarezzò sul viso dicendomi:
– Piccola, forse per te ci vorrebbe un uomo esperto.
Su marito, Enzo, era un uomo sui ’60, brizzolato, molto gentile con me. Magari avrei voluto che anche lui venisse di notte vicino al mio letto. Mi guardava con intensità, capivo che gli piacevo e lui , alto, robusto, brizzolato, mi piaceva. Magari lui era capace di farmi sfogare. Ma era solo un pensiero.
Solo una volta, una mattina che non c’era scuola e che zia Adele era andata a fare la spesa, lui si avvicinò a me, mi prese una spalla e la strinse, e disse:
– Solo se tu volessi ti farei provare cose bellissime.
Io, capii, non dissi, niente, ero confusa. Non potevo tradire zia Adele e quell’uomo mi attirava.
Tornai una volta a casa da mamma e quella volta mio fratello me lo mise in bocca e mi venne in bocca disgustandomi.
E decisi di accettare quello che voleva fare Enzo. Ciò che non sapevo era che zia Adele era d’accordo con lui.
– Mira, faresti un favore a zia Adele? un favore che piacerà anche a te.
– Si certo.
– Qualunque cosa io ti chiedo?
– Ok zia, qualunque cosa.
– Vedi, Enzo, mio marito mi ha espresso un desiderio. Noi lo facciamo da tanto insieme e lui desidera qualcosa di nuovo, capisci? Ecco, tu dovresti…accontentarlo….. in modo che non vada a cercare fuori di casa quello che desidera. Non dirmelo adesso, pensaci. Lui saprebbe come soddisfarti, &egrave molto bravo.
Non risposi, ci pensai, accidenti, da quel momento fino a quando non fui nel letto e cominciai a masturbarmi. La verità &egrave che volevo farmelo anch’io quel bell’uomo, ma non avrei mai pensato alla complicità di zia Adele che era sua moglie.
E fu lei che venne la sera tardi vicina al mio letto. Mi accarezzò, mi bacio sulla guancia e mi sussurrò:
– Mira, amore di zia, lascia che ti prepari, togliti le mutandine ed apriti.
Mi diede un brivido la punta della sua lingua sul clito. Cominciò a leccarmi, succhiava forte le mie piccole labbra, le faceva gonfiare poi le mordicchiava, Poi passava la lingua tra le grandi e picole labbra, mi penetrava con le dita, tornava a stimolare il clito con succhiotti forti, passandovi sopra il ruvido della sua lingua. E mentre lo faceva io tenevp gli occhi chiusi per il piacere e sentii due mani che sollevavano la mia camicia e mi prendevano i seni, li stringevano, mi pizzicavano i capezzoli e passavano il palmo ruvido, maschile sopra, su tutti la grandezza dei seni , forti energiche, possessive. Aveva il cazzo fuori, era bello, e grosso e mi sfiorò due volte la guancia. Cercavo di vederlo
, spostai la testa e lui me lo passò tra le labbra.
Stavo venendo, in un modo meraviglioso e loro se ne accorsero e continuarono ancora e ancora finché non si consumò tutto il mio orgasmo. Ero sudata, caldissima, tremante per il piacere che mi era rimasto dentro, ed allora zia Adele disse:
– Lo vuoi dentro?
Enzo si era tolto tutto, stava nudo davanti a me ed io gli aprii le cosce.
– Brava, così – disse zia Adele – dagliela e goditi quello che ti fa.
Mi chiavò con forza, era euforico per la mia fica ancora stretta, mi venne dentro sapendo che prendevo il contraccettivo. Sentii il peso del suo corpo su di me, un corpo grosso e caldo e mi piaceva sentirlo.

– Allora, piccola, come é stato? Zia Adele ti ha dato quello che volevi . Vuoi farlo ancora?
– Zia Adele, ma tu di lui non sei gelosa? Lo fa anche con te?
-No, io lo faccio con un altro e lo lascio libero di fare quello che vuole. Noi donne dovremmo avere il diritto di darci a chi vogliamo, ti pare?

Quella notte lei mi prese per mano e mi portò nel loro letto.
Mi parlò nell’orecchio, sussurrando.
– Ascolta piccola, lui vuole anche un’altra cosa, un piccolo sacrificio, ti prego, fallo contento. Vuole il tuo culetto..
-No, zia, fa male.
– Solo un poco, ti prego. Gli dico di non mettertelo tutto. Dai, vieni.
Mi portò nel loro letto. Lei mi teneva ferma mentre lui mi metteva gel tra le natiche e lo spinse con dito anche nel culo, penetrandomi. Il momento più doloroso fu quando spinse con forza il glande sull’ano e l’ano cedette. Sentii un dolore acuto come un taglio e capii che mi aveva rotto il culo. Mi inculò con forza brutalmente, nonostante piangessi e mi lamentassi: mi bruciava il suo cazzo che passava sulla ferita, ma lui non ebbe pietà, continuò a penetrarmi con tutta la forza finché venne dentro di me. Per alcuni giorni sentivo dolore e quella ferita ogni volta che stringevo l’ano. Lo odiavo, eppure avevo provato qualcosa che senza quel dolore mi sarebbe piaciuto, e odiavo zia Adele che mi aveva sacrificata al marito e mi aveva fatto rompere anche il culo per avere la libertà di chiavare con un altro.

Feci amicizie ed uscii con dei ragazzi. Erano simpatici ma non sapevano fare sesso con una donna. Mi feci prestissimo la fama di una che la dava e che faceva pompini a chiunque. Una volta uscii in macchina con tre ragazzi. Mi portarono in un posto isolato, era inteso che dovevo farmeli tutti e tre. Mi misero distesa sul sedile posteriore, con la portiera aperta. Usarono preservativi e mi chiavarono uno dietro l’altro, in fila; almeno in quel caso riuscii a venire. Poi tornai a casa con mia madre. Mio fratello riprese a chiavarmi ma non mi bastava. Uscivo con i suoi amici, a volte con due di loro insieme.
E fu in quel periodo che conobbi Adua.
Lei era una donna anziana ma ancora molto bella per la sua altezza, per isuoi capelli lunghissimi. Stavo comprando biancheria intima e lei era al banco a comprare.
– Se devi mostrarti al tuo fidanzato, meglio il nero.- mi disse.
Ridemmo e lei mi consigliò su cosa comprare. Spesi più di quello che potevo permettermi e lei notò il mio imbarazzo alla cassa. Aspettò che uscissi e mi portò al bar.
– Come vanno le finanze? – chiese
– Abbastanza male, signora.
– No, solo Adua, dammi del tu. Una ragazza come te potrebbe avere tutti i soldi che vuole.
– E in che modo?
– Rendendosi…..”disponibile”, capisci?

Andai a trovarla, una casa bellissima, molto grande, un attico al centro. In quella casa si respirava ricchezza, bella ed arredata dappertutto.
Ci sedemmo intorno ad un tavolo del salotto.
– Adua, che volevi dire con “disponibile”.
– Ascolta, ti parlo liberamente, non scandalizzarti. Esci spesso con i ragazzi?
– Si, quasi tutte le sere.
– Beh si tratta di fare quello che fai con loro…solo….con uomini un pò più grandi, che ti apprezzeranno. Gli uomini più grandi danno soddisfazione alle donne, molta.
– Adua, ma si tratta di farsi chiavare?
– Si, Mira, e che importa? a te piace, vero? Invece di uscire coi ragazzi…vieni qui da me. Ed avrai tutti i soldi che vuoi. Mi hai capito adesso?
– Tu lo fai?
– Si, e mi é sempre piaciuto farlo così. Lo faresti qui, insieme a me. Si tratta di uomini importanti, persone per bene, rispettose…e con molti soldi…. e non ti preoccupare, non lo saprebbe nessuno. Pensaci. Verresti qui di pomeriggio, qualche ora di tempo, tutto qui. Puoi provare e poi puoi smettere quando vuoi, nessuno lo saprebbe mai. Che ne dici?

Ci pensai una notte intera. MI dicevo: perché farlo solo per far divertire degli stronzetti che non sono neppure capaci di farmi venire? In fondo le uniche volte che avevo veramente goduto era stato con un uomo grande, Enzo. Dovevo soltanto andare da Adua di pomeriggio, per qualche ora, e poi andarmene con i soldi in tasca e magari soddisfatta. Nessuno lo avrebbe saputo, avevo capito che il segreto di Adua era la discrezione. In fondo a me piaceva molto farlo, forse troppo. Adua aveva anche una altra ragazza che andava da lei il mattino
La chiamai il giorno dopo.
– Adua, vorrei provare.
– Brava , piccola. Vuoi farlo oggi? Ho un bell’uomo, molto forte. Vieni alle tre, vieni. Avrai 300 euro,
Non li avevo mai visti tanti soldi insieme e solo per un’ora di “disponibilità” e per fare una cosa che mi piaceva. Mi eccitava pernsare di essere chiavata da uno sconosciuto.

Era un uomo bello. Altezza normale, senza pancia, capelli brizzolati; era bello il viso, il sorriso.
– E’ questa la ragazza?
– Si. Ti piace?
– Bella, ma vorrei vederla tutta.
Lui stava in piedi, Adua si era seduta accanto a me sul divano. Adua allungò la mano e la passò sulla sua patta alcune volte,
– Avanti, Mira, toccalo anche tu, é un uomo molto bello, vero?
Lui si aprì la patta, tirò fuori il cazzo: era molto grosso, molto. Adua mi spinse verso di lui ed io capii.
– Dai, piccola: in bocca.
Mi dava uno strano piacere penderlo in bocca e succhiarlo, e leccarlo in bocca con la lingua. Era bello, lo sentivo forte e grosso, mi dava piacere e mi faceva venire lo strano desiderio di farlo godere.
– E’ bravissima – disse lui – fermala adesso e fammela vedere.
Adua mi spogliò davanti a lui: lui toccava la spalla, i seni, le natiche e passò un dito tra le labbra della fica. Andammo sul letto; quell’uomo ,mi chiavava come un dio e sembrava non fermarsi mai, mi stava facendo venire ed anche lui stava venendo.
– Vienimi dentro – gli dissi – mi piaci troppo.
Lui non venne subito, venne dopo di me ,mentre io stavo ancora nell’onda di libidine dell’orgasmo. Lo presi per il viso e lo baciai in bocca, sentivo gratitudine per lui.

Stavo per uscire quando Adua mi mise 300 euro nella borsetta.
– Come é stato? ti é piaciuto? Lui era molto contento
– Adua ,si. E’ fortissimo.
– Si, ma usa il viagra, perciò é così resistente. Ti ha fatto venire, vero?

Chiamai Adua il giorno dopo. Mi rispose in ritardo.
– Scusami, ero con un cliente. Che c’é, amore?
– Oggi sono libera.
– Aspetta, faccio qualche telefonata, ti chiamo io.
Mi richiamò:
– Sentiamoci domani alle due.

Feci un giro per il centro, desideravo un vestito che avevo visto in una botique. E mentre riguardavo la vetrina vidi riflessa sul vetro l’immagine dell’uomo del giorno prima.
Mi girai e gli sorrisi.
– Ciao, Mira, vero? che fai da queste parti?
– Guardo le vetrine, ma é roba troppo cara per me, 800 euro.
– Ho lo studio qui vicino, vieni con me.
Era un bellissimo studio medico, passando vidi macchine moderne, pareti rivestite di legno, quadri. Mi portò alla sua stanza. C’era una grande scrivania ed un ampio divano.
– Vuoi farlo – mi disse.
– A te non saprei dire di no.
– Quanti soldi vuoi?
– Non voglio soldi da te. Lo faccio perché tu mi piaci molto.
Gli andai vicino e lo baciai in bocca. Poi mi inginocchiai e lui lo tirò fuori. Ed ancora la sensazione del suo cazzo molto bello, del glande grosso, liscio e duro. Glielo facevo con passione, con vero piacere. Poi gli chiesi:
-Vuoi venire così?
Mi portò sul divano, mi alzò il vestito e mi tolse le mutandine e mi fece mettere in ginocchio con le mani sulla spalliera. E quando entrò sentii un piacere davvero forte, lo sentivo dentro di me che mi sbatteva e che aveva piacere a farlo. Mi venne dentro, io non venni ma ero contenta lo stesso e lo baciai ancora e ancora.
Non volevo i soldi che voleva darmi, ma lui mi forzò ad accettare e mi disse:
– Quando ti serve qualcosa vieni da me. E’ la seconda volta che ti vedo e mi sento quasi affezionato a te. Mi piaci molto.
Lo avrei pagato io per il piacere di chiavarmelo; mi aveva dato 300 euro e un suo biglietto da visita.
Non dissi nulla ad Adua e credo neppure lui le avrebbe detto nulla: era un segreto tra noi due.

Chiamai Adua il giorno dopo, alle due.
– Mira, ascolta, ti ho trovato una grande occasione, ti darò il doppio dei soldi, loro sono in due e voglio farlo insieme. Ci stai?
Sapeva che avrei detto si, aveva capito quanto mi piacesse e che solo a pensare di farlo con due uomini insieme sarei partita di testa. Ci andai.

Non erano belli quei due, anzi. Uno era grasso, con una grossa pancia ed un cazzo corto; l’altro mi spaventò: aveva un cazzo grosso come un braccio. Adua capì il mio spavento e mi disse:
– Coraggio, piccola, lo prenderai, te lo farò prendere e vedrai cosa &egrave capace di farti. Da lui l’ho preso anch’io. Adesso vuole carne fresca.
Il grasso si distese sul letto e mi indicò il cazzo, voleva un pompino.
Stavo in piedi, piegata e prenderlo in bocca e l’altro mi toccava, mi spingeva il suo dito nel culo. Il grassone venne e sputai ilsuo sperma in un fazzolettino di carte. Adua era presente, assisteva. Lei mi prese e mi mise del gel tra le natiche e dentro il culo,
– Adua, ti prego, il culo no.
– Si, invece, lui lo vuole. Collabora, facciamolo contento. L’altro, appena si risveglia, ci penso io.
Avevo paura, tremavo. Adua cominciò ad incularmi con un dito, forzava molto, poi due ed io cominciavo a soffrire. Non lo avevo più preso nel culo da quella volta con il marito di zia Adele. Questo era enorme, troppo grosso. Adua era passata ad incularmi con tre dita; allargava, forzava, spingeva finché le tre dita non scivolarono più facilmente. Stavo a pecorina e lui mi venne dietro, lo puntò sull’ano e spinse. Il lavoro di Adua si rivelò un salvezza, sentii solo la dilatazione, quasi senza dolore; e lui cominciò a spingerlo dentro, sempre più dentro, mi massacrava il culo, lo slargava fino al massino e cominciavo a sentirlo nella pancia, un dolore nel ventre mentre lui cominciava a chiavare: lo faceva lentamente ma con forza, sentivo tutta la lunghezza del suo cazzo scorrermi sull’ano, irritandolo.; poi quando arrivava in fondo sentivo il dolore nella pancia. Continuò così, ad incularmi lentamente, con metodo, sapendo che farlo sempre allo stesso ritmo dà più piacere. Ma gli ultimi colpi furono tremendi, mi comprimevano nell’intestino. Mi venne nel culo ansimando di piacere.
Andai in bagno a liberarmi del suo sperma ed a rifrescarmi il culo con l’acqua fredda. E Adua mi fece capire che non era ancora finita, mi fece lavare quel cazzo enorme sotto il lavandino, col sapone e quando passavo la mano su quella grossissima cappella lo sentivo inturgidirsi. Il grassone si stava masturbando coccolato da Adua, capii che lui voleva vedere, gli piaceva vedere. L’altro era quasi già pronto, nella mano lo sentivo indurirsi e lui disse:
– Ora la fica.
Era davvero bellissimo farsi chiavare dal suo enorme cazzo, mi dava i brividi. Anche stavolta era lento e metodico ma io godevo però, mi sentivo la fica piena di lui, mi eccitava, quando me lo spingeva dentro lentamente fino a toccarmi l’utero e lui ricominciava. Ma quando stava pper venire spinse molto più a fondo, faceva male. Venne di nuovo ed io sul letto sentii il suo sperma ancora caldo colarmi dalla fica.
Adua poi mi diede 500 euro. Non sapevo lei quanto ci guadagnasse, credo di più.

Mi chiamò lei, ma le dissi che ero ancora dolorante. Non era vero ma qual giorno sentivo il bisogno di avere altro. E chiamai lui.
– Che c’é Mira?
– Voglio vederti, ti desidero.
– Piccola, stasera. Vieni al mio studio ed andiamo insieme.
Trovai una scusa per rimanere fuori. Mio fratello però capì e mi disse:
– Vai a chiavare?
– Si – gli dissi – almeno con uno che mi fa venire quando me lo mette.

Lui mi stava aspettando davanti al palazzo, Andammo in auto.
– Dove vuoi andare stasera? Dai, facciamo gli innamorati.
Guidò fino alla spiaggia. Appena fermò l’auto lo baciai in bocca. Stemmo quasi mezz’ora a baciarci ed a toccarci.
– Non vuoi che lo facciamo? – mi chiese.
– Con te vorrei sempre, ma stasera no; come hai detto tu, facciamo gli innamorati.
Lui mi dava una strana tenerezza e sembravamo davvero due innamorati. E disse:
– Mira, vorrei che tu fossi solo mia.
– Ma io sono una troia.
– Ed é proprio una troia quella di cui ho bisogno. Domani chiamo Adua. Domani pomeriggio vai da lei, verrò anch’io. Voglio fare una cosa nuova con te. Spero mi farai felice.
(continua) (continua)
Adua mi aspettava. Mi aveva chiamato raccomandandomi di andare da lei. Lì c’era un ragazzo, giovane, poteva avere la mia età ed era bello, davvero un bel ragazzo. Ed arrivò lui, mi prese e mi baciò in bocca davanti al ragazzo e ad Adua. Poi chiamò il ragazzo con un cenno e lo baciò in bocca come aveva fatto con me.
Adua vide la mia aria interrogativa, si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio:
– Il gioco é questo: uomo+uomo+donna, capisci? lui starà fra voi due. Prepariamoli. tu pensa a lui, al ragazzo ci penso io.
Ci portò in una grande stanza con una intera parete che era uno specchio e con un tappeto per terra, non c’era altro se non un grosso tavolo coperto da uno spesso tappeto.
Si spogliò anche Adua, aveva ancora un bel corpo, solo i seni le pendevano un po’. Il ragazzo nudo era bello davvero, ma io ero attratta da lui. dai peli del suo petto, dai suoi testicoli. Glieli presi in bocca : gli dava molto piacere; poi lo succhiai un po’, solo per farlo salire di eccitazione. Anche Adua aveva smesso col ragazzo per non farlo venire.  Il ragazzo mi piaceva, me lo sarei fatto volentieri, ma lui lo volevo di più. Mi portò al tavolo e mi fece mettere piegata, col petto poggiato sul tavolo. Mi penetrò dolcemente, lentamente, ma tutta, fino all’utero, sentivo la sua pancia premere sul mio culo. E sentii Adua dire al ragazzo: “Ora mettiglielo”

Ed allora nello specchio vidi il ragazzo dietro di lui, che gli passava il cazzo tra le natiche. Poi spinse ed io sentii nella fica la sua reazione al momento il cui il cazzo del ragazzo gli allargava l’ano. Lui stava col cazzo duro dentro dime, non si muoveva ed io sentivo nella fica i colpi che il ragazzo gli dava nel culo. Stava piegato su di me per offrire il culo al ragazzo..e lo sentivo eccitarsi e godere ad ogni colpo. Si tratteneva perché se si muoveva per chiavarmi avrebbe perso la penetrazione nel culo del cazzo del ragazzo; stava fermo, col cazzo durissimo nella mia fica a godersi i colpi nel culo. Sentii i suoi gemiti di orgasmo, mi stava venendo nella fica sotto i colpi del ragazzo. Venne in un modo incredibilmente eccitato. Il suo sperma mi colava dalla fica, ma il ragazzo continuò a tenerlo inculato finché non si placò. E allora Adua staccò il ragazzo, gli tolse il preservativo, glielo prese in bocca e mentre gli faceva il pompino lo inculava con due dita.

Feci altri quattro lavori per Adua. Li facevo chiavare da dietro e li facevo venire dentro. Uno solo di loro provò ad incularmi ed io lo incoraggiai.
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Adua mi chiamò:
– Ascolta Mira, l’altra non viene stamattina, ha problemi ed io ho un gruppo di congressisti che vengono proprio stamattina. Sono in 4-, che ne dici, vuoi provare a farteli tutti e quattro?
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Quella proposta di Adua mi eccitò fino allo spasimo. Volevo farlo e ci andai alle 10. Dissi ad Adua che li doveva manae nella mia stanza tutti e quattro, ma che li avrei fatti chiavare uno pr volta, uno dietro l’altro, senza pause.
Entrarono insieme, una sensazione bellissima vedere i loro cazzi . Il primo chiavò forte ed il secondo più forte; sentivo la fica sbattuta, violata dalla energia che ci mettevano; col terzo uomo cominciavo a sentire di venire, mi agitai, ne volevo di più; ed il quarto mi forzò nella fica e mi fece venire.
Mi chiavarono l’uno di seguito all’altro, coi preservativi, senza neppure un secondo di intervallo. Loro ridevano, si divertivano, per loro era una specie di gioco sociale. Per me era come un’unica interminabile chiavata. Avevo la fica caldisima, mi bruciava, nonostante che l’eccitazione mi faceva bagnare ancora dopo che ebbero finito. Sentirmi una donna di bordello mi ecitava, prendeva i miei desideri.
– Sei magnifica – mi disse Adua – ora sei davvero una grande troia, ma a te piace troppo esserlo.

Avevo accumulato molti soldi, ma non li spendevo perchénon avrei potuto giustificarli con mia madre. Ogni tanto mi facevo fare pure da mio fratello, per tenerlo buono.
E cominciai a capire che volevo essere proprio questo, una troia. Mi piaceva dare piacere agli uomini, sentirli venire, farmi penetrare e sbattere dai loro cazzi, ricevere in bocca il loro sperma caldo, dargli il culo perché si divertissero. Volevo andare ad abitare con Adua lavorando per lei pure la mattina.

Quando tornai da lei mi disse:
-Ho due uomini, vogliono farlo insieme e vogliono il tuo culo; vengono fra poco. Con me lo hanno fatto due volte, mi hanno chiavato a troia, nel culo.
– Com’é a troia?
– Ti mettono a pecorina e devi tenerti le natiche larghe. 10 colpi uno e poi l’altro, si va avanti a 10 colpi ognuno. Il primo ti viene nel culo, il secondo nella fica….come una vera troia. Ti piace, vero?

Autore Pubblicato il: 1 Giugno 2017Categorie: Senza categoria0 Commenti

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