Il treno partiva alle 21. Nella cabina del vagone letto c’era solo un altro posto prenotato ed il mio compagno di viaggio arrivò appena in tempo. Lo aiutai a sistemare le valigie, per cortesia e lui mi ringraziò.
– Vieni a Milano? – mi disse.
– Vado qualche giorno da mia sorella, profitto del ponte.
– Studi? Bravo. Conosci Milano? E’ una città bella e piena di tentazioni per un bel ragazzo come te.
Lo disse sorridendo, quasi divertito e mi strinse una spalla come un gesto di cameratismo. Lui era un uomo sui 50-55, brizzolato, alto, con un pò di pancia, il viso era simpatico ed era molto cordiale. MI offrì del caffé che si era portato in un termos.
– Ah, qui siamo solo noi due, dormiremo bene. Il servizio notturno comincia alle 22. Se hai sonno non fare complimenti. Ho anch’io voglia di mettermi a letto.
Spensero le luci e lasciarono soltanto le luci violette delle cabine.
Mi spogliai, indossai il pigiama e mi misi nella brandina, rivolto verso la parete. Lui si spogliò, lo sentii poi salire sulla cuccetta. Lo spazio tra le cuccette era appena sufficiente a passare, molto stretto. Lui aveva abbassato le tendine dei vetri che davano sul corridoio e la tendina del vetro che guardava sull’esterno.
– Ti dà fastidio il buio? – mi disse
– No, anzi – gli dissi. E allora lui spense anche la luce violetta e chiuse la porta con il lucchetto a leva.
Non avevo molto sonno. Nella cabina filtrava poca luce ma gli occhi si abituarono al buio. Lui stava disteso, col le gambe divaricate e vidi che con una mano si toccava tra le cosce. Mi girai di nuovo verso la parete. Quella situazione mi aveva fatto venire in mente le mie esperienze da ragazzo con l’uomo che mi aveva sverginato e che mi chiavava.
Fu la sola esperienza che avevo, ma vedere quell’uomo disteso, col la mano che si toccava il cazzo sul pigiama mi diede una strana emozione. E non reagii quando sentii la sua mano che mi sfiorava la coscia. Lui però, dalla lieve reazione che ebbi al suo tocco, capì che poteva fare di più, allora prese la mia mano, la accarezzò e mi disse:
– Vieni più vicino.
Mi misi sul bordo della cuccetta rivolto verso di lui e lui lo mise fuori, prese la mia mano di nuovo e la mise sul suo grosso cazzo. Sentire nella mano quel grosso cazzo già duro mi riportò allo strano piacere che avevo provato a masturbare il mio compagno e cominciai ad accarezzarglielo ed a masturbarlo lievemente.
– Bravo, così, mettici piacere. Ti piace toccarlo vero?
Io scesi pianissimo dalla mia cuccetta, volevo toccarlo bene, e lui mi disse:
– Avvicinati, passati il glande sulle guance. Non lo hai mai preso in bocca, vero? Avanti prova.
Mi spingeva sulla nuca per farmi avvicinare con il viso al cazzo, io resistevo poco, forse mi aveva fatto nascere il desiderio di provare.
– Avanti – disse lui – apri la bocca.
Gli obbedii e lui me lo spinse in bocca. Mi emozionava quel piacere di sentire il suo glande liscio e duro sulla mia lingua, il calore del suo cazzo nella bocca, la sua durezza. Luigi voleva farmelo fare ma io non mi sentii di accontentarlo. Con quell’uomo era stato facile, lo succhiavo e muovevo la testa per il desiderio di farlo venire. E mi venne in bocca. Sentii il calore dello sperma, il suo sapore,, era come colla e mi venne da vomitare. Lui mi accarezzò sulla testa mentre sputavo su un fazzoletto di carta che mi aveva dato.
– E’ la prima volta, vero? La prima volta è così, poi impari a desiderarlo di tenertelo in bocca e magari di ingoiarlo. Mettiti vicino a me, sali sulla cuccetta.
Ero costernato, avevo fatto un pompino ad un uomo e….mi era piaciuto farglielo, avevo sentito il desiderio di farlo venire. MI sciacquai la bocca con l’acqua minerale e lui mi fece mettere sulla sua cuccetta.
Mi prese il viso tra le due mani e mi baciò sulle labbra.
– Lasciati andare – mi disse – baciami in bocca anche tu. Sei vergine, vero? non l’hai mai preso? E’ bellissimo, devi provarlo.
Al calore del suo corpo contro il mio avevo avuto erezione.
– Dai, masturbati, ti eccito io.
Mi fece giare dall’altro lato mi sollevò il pigiama ed io sentivo il calore della sua carne a contatto con la mia. Mi stavo masturbando e lui cercava di penetrarmi con grosso dito.
– Lasciamelo fare – disse – vedrai che così godrai molto di più.
Mi piegai un poco per facilitare la sua penetrazione, il dito era grosso, e lui cominciò a chiavarmi col dito nel mio culo finche venni anch’io. Lui si chiamava Bruno, era un uomo adulto e mi piaceva quello che mi stava facendo provare. Io sono Francesco, adesso sono un bisex, lo faccio sia con le ragazze che con i ragazzi, ma con i ragazzi voglio essere penetrato.
La mattina dopo mi svegliai nella cuccetta, era ancora notte ma mancavano due ore all’arrivo. Lui mi baciò in bocca.
– A Milano dobbiamo incontrarci, d’accordo?
– Bruno non so, vedrò con mia sorella, come liberarmi.
– Vuoi toccarmelo? Dai, allunga la mano.
– Vuoi farlo di nuovo?
– Non possiamo adesso, però ….toccalo. Mi piaci moltissimi ed anche il mio cazzo ti piace moltissimo, vero?
– Mi hai trascinato in questa cosa…io non pensavo.
– Era un desiderio rimosso che avevi, adesso lo hai scoperto. Vai fino in fondo e vivilo completamente.
Passai il giorno dell’arrivo a casa di mia sorella, ma il mio pensiero andava sempre a quello che avevo vissuto in treno, al desiderio di farlo di nuovo. C’era una mostra e dissi a mia sorella che volevo andare a vederla.
– Sai cavartela per Milano? Noi non possiamo accompagnarti, siamo al lavoro.
– Me la cavo, non temere.
Mandai un messaggio a Bruno: “Domani pomeriggio alle tre. Davanti alla mostra degli impressionisti se vuoi che ci incontriamo “
Mi rispose semplicemente “Si, sarò all’ingresso alle 15.”
– Che tempi hai? – mi chiese
– Mia sorella ed il marito tornano alle 9, hanno il turno di pomeriggio.
– Vieni, abito qui vicino.
Mi portò a casa sua e, appena chiusa la porta, mi baciò in bocca.
– Ci hai pensato? – mi disse – vuoi farlo?
– Bruno, non lo so, vediamo come viene.
Mi fece spogliare. Aveva una camera con un letto a due piazze e un grande specchio a parete.
– Così puoi guardarti mentre lo fai, è eccitantissimo.
Mi fece inginocchiare davanti a lui, volevo prenderlo in bocca, ma lui mi disse:
– Prendi in bocca i testicoli, delicatamente e poi baciami le cosce.
Erano tutte sensazioni nuove per me, sentii in bocca il calore dei suoi testicoli grossi, dovetti allargare molto la bocca per farli entrare. Poi lui mi guidò a baciargli le cosce, gli inguini e me lo mise in bocca, ma mi fermò la testa.
– Lo desideri, vero? Lo vuoi nel tuo corpo? Voglio che me lo dici che vuoi essere penetrato.
– Va bene, fammelo.
Lui era un vero artista del sesso uomo-uomo. Mi fece inginocchiare sul letto, mi disse di tenermi le natiche aperte e sentii l’umido della sua lingua sull’ano e tra le natiche. Mi eccitava da morire. Continuò ancora e capii che stava svegliando un desiderio di essere penetrato. Poi sentii il fresco del gel e le sue dita che lo passavano e lo spingevano nell’ano, le le faceva ruotare, come volermi allargare, mi chiavava con un dito; poi spinse anche l’altro. Sentivo lo sfintere teso sonno il movimento di quelle due grosse dita incrociate.
– Ora dei pronto – mi disse – non sentirai molto dolore.
Poggio il glande sull’ano e lo spinse lentamente; sentii l’ano che si dilatava sotto la pressione del suo cazzo, e poi diede un colpo di reni.
– Ahiaaaa…Bruno……
– Buono, piccolo, ti sto sverginando…resisti.
Diede ancora un altro colpo, molto più violento.
– Ahiaaaaaa. mi fa male, Bruno, mi fa male….
– Lo so, ma devi resistere, fra poco sarai tu a spingerti contro il mio cazzo.
– Ma mi brucia….
– Si, te lo sto rompendo, adesso pere me sei come una femmina, lo devi prendere, tutto.
Mi chiavò nel dolore, con forza, sbattendomi, ma via via che andava avanti il desiderio superava il dolore e cominciai a spigermi contro di lui. Aveva il cazzo grosso, adesso sentivo quanto era grosso, lo sentivo nella pancia, sentivo i suoi colpi nelle viscere, mi faceva male ma non volevo che smettesse. Ed infine venne, mi venne nel culo sbattendomi e stringendomi sui fianchi.
Avevo il suo sperma nel corpo e colava dal mio ano sulle mie cosce. Lui mi baciava in bocca e mi strizzava i capezzoli, ero eccitatissimo, volevo venire anch’io.
– TI ho sverginato, a sangue. Ora potrai farlo ogni volta che vuoi. Pentito?
– No, ma mi hai fatto male e non sono venuto.
– Aspetta lo faremo ancora e vedrai che piacere che ti darò.
Andai in bagno, su bidè. Sentivo bruciore, mi toccai, e sulle dita avevo il suo sperma e tracce di sangue. Mi aveva rotto il culo, lo sfintere si era lacerato, ma non ero pentito.
Lui si lavò davanti a me nel lavandino, in piedi. Poi si abbassò verso di me e mi baciò in bocca.
– Sei una troietta meravigliosa, Franci. Dopo lo facciamo di nuovo, adesso stiamo nel letto corpo contro corpo, voglio baciarti.
– Voglio venire…
– Aspetta che mi riprendo e ti faccio venire col mio cazzo duro nel tuo corpo. Vedrai, sarà bellissimo.
Stavamo nudi nel suo letto, lui mi abbracciava e mi baciava; poi cominciò a succhiarmi sui capezzoli, dapprima piano e dando piccoli morsi, poi sempre più forte. Mi eccitava da morire anche se provavo un piccolo dolore che aumentava ogni volta, finché lui non prese tra i denti i capezzoli, li tirava dal petto, faceva male ed eccitava.
– Bruno , non smettere.
Continuò ancora, poi mi mise di nuovo il gel nel culo, mi fece mettere in ginocchio e mi penetrò facendomi sentire di nuovo dolore. Ma non si mosse, rimase nel mio culo fermo ed io contraevo l’ano e sentivo tutta la sua grandezza e mi masturbavo. Lui mi strizzava i capezzoli, mi baciava sul collo.
– Vieni, piccolo, e senti il mio cazzo nel tuo corpo.
Fu bellissimo, nonostante il dolore. Non ero mai venuto con tanto piacere, un orgasmo lunghissimo e lento mentre, nelle contrazioni, stringevo l’ano sul suo cazzo. Mi lasciò venire e calmarmi, sempre tenendomi il cazzo dentro e poi cominciò a chiavarmi. Era strano sentire piacere dopo appena venuto, il piacere di sentire il suo cazzo, il desiderio di farlo godere.
– Bruno…ancora, fammelo sentire ancora.
Ero tornato a casa. La settimana dopo ricevetti una telefonata.
– Sei tu Francesco? Sono un amico di Bruno, mi ha detto che tu lo prendi. Sei disponibile in pomeriggio? Siamo in due.