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– Si, e quella sensazione bellissima di quando sento il mio ano che si dilata sotto la pressione del suo glande, allora sento di essere suo e che può fare di me quello che vuole. Mi ha cambiato, mi ha fatto diventare quello che lui voleva, mi ha fatto amare quello che lui desidera, mi ha fatto desiderare il suo corpo, il suo cazzo. Faccio tutto quello che lui vuole, tutto, senza nessuna esclusione. Perciò te l’ho fatto fare, me lo ha detto lui di farlo con te come se tu fossi lui.
– Sei davvero bravo – disse l’uomo anziano – Un ragazzo come te che riesce a dare ogni piacere all’uomo. Se vuoi, cercami, ti vorrei per me. Gli chiederò ancora di mandarti da me, vorrei passare una notte con te. Ma se vuoi, possiamo non dirglielo. Mi piace troppo come ti sottometti.
– Mi piace così, che l’uomo di domini e che mi possieda. Domani sera, dico che dormo da un amico e vengo date. Però lui non dovrà mai saperlo. Ma tu devi essere più forte con me, più padrone. Mi piace come mi sbatti, non mi stancherei mai di farmelo mettere da te.
– Da quanto tempo lo fai con lui?
– Due mesi. Ma c’è voluto un mese per farmelo fare. Ci sono arrivato poco alla volta.
– Domani sera, ti aspetto. Mi dirai tu se è più bello con lui o con me. – Dai. raccontami come è andata, mi eccita molto saperlo.
– Stavamo in metropolitana, era molto affollata e lui si mise dietro di me e lentamente si accostò fino a farmi sentire il suo cazzo duro attraverso i vestiti. Io non dissi nulla, lo lasciai fare, mi dava una sensazione strana che mi attraeva.
Lui ha 50 anni, abita nel palazzo di fronte al mio, è vedovo. Nella metropolitana affollata lo sentivo pressarmi, ero come ipnotizzato da quella situazione strana e nuova. Sentivo la sua erezione e stranamente mi attraeva. Teneva il cazzo duro, allineato alla cerniera della patta e me lo faceva sentire tra le natiche.
Quando scendemmo dall’autobus mi disse:
– Tu abiti nel palazzo di fronte al mio. Perché non vieni a trovarmi qualche volta?
Lui aveva capito che ero rimasto emozionato dal sentirlo dietro di me. Poi un sabato lo incontrai davanti al bar della fermata dell’autobus.
– Allora vieni? – mi disse – Seguimi, a distanza.
Lo seguii, aprì il portone e lo lasciò aperto per farmi entrare. Prendemmo l’ascensore, lui stava all’ultimo piano.
– Come ti chiami? – mi chiese
– Gino, Luigi.
– Io sono Sergio. Sono contento che sei venuto. E’ piaciuto anche a te nella metropolitana, vero? Ti &egrave piaciuto sentirlo. Ho capito cosa desideri. Lo hai mai fatto?
– No, mi sento emozionato.
Entrammo e lui chiuse la porta con tutto il lucchetto.
– Così nessuno potrà disturbarci.
– Cosa vuoi fare?
– Insegnarti un gioco che ti piacerà molto.

Si mise dietro di me, come in metropolitana. Mi baciava sul collo e mi eccitava i capezzoli sotto la camicia. Mi diventarono duri e mi davano molto piacere e lui cominciò a strizzarli lievemente, poi sempre più forte. Sentii il suo cazzo duro tra ne natiche attraverso la stoffa. Non mi accorgevo che istintivamente , mi spingevo contro di lui, volevo più contatto. Lo irò fuori e prese la mia mano.
– Toccalo, ti piacerà. Dai, prova.
Lo strinsi. Aveva ragione, dava piacere sentirlo, e lui mise la sua mano sulla mia e cominciò a masturbarsi. Poi, poco per volta, allentò la presa sulla mia mano; io continuai, mi piaceva farglielo e lui mi lasciò a farlo da solo. Poi mi fermò.
– C’è una cosa più bella che voglio farti fare.
Mi spinse vicino al muro e mi slacciò la cintura. Abbassò i jeans e gli slip.
– Apri un po le gambe, piccolo, solo un poco, voglio metterlo tra le cosce. Sollevati tutto e fammi spazio.
Sentivo il suo cazzo durissimo tra le cosce, sentivo la sua durezza, sentivo il glande che strusciava sulla mia pelle e mi dava piacere e brividi. Lui continuava a baciarmi sul collo.E Le sue mani accarezzavano e stringevano le mie natiche; sentivo uno strano desiderio che venisse, volevo che andasse fino in fondo con quel gioco: lo aiutai muovendomi anch’io contro di lui e lui dopo un poco venne, mentre io cercavo di muovermi per dargli più piacere. Mi venne tra le cosce, sentii il suo sperma caldo, l’odore dello sperma, lo sentii asciugarsi tra le mie cosce e provai uno strano piacere a sentire tutto questo.
Mi asciugai col fazzoletto, ma, avevo il cazzo durissimo per l’eccitazione.
– Masturbati vicino a me- disse – a contatto col mio corpo.
E mentre stavo venendo lui mi prese e mi baciò in bocca.
Uscendo decisi che non ci sarei più andato, mi imbarazzava quella esperienza. Ma due giorni dopo cominciai a pensarci di nuovo; mi era piaciuto molto, mi affascinava quella cosa, e sentivo ancora il piacere di sentire la sua lingua nella mia bocca.

Lo incontrai il pomeriggio del giorno dopo che rientrava verso il suo palazzo.
– Vuoi venire? – mi chiese
– Vuoi fare come l’altra volta, Sergio?
– Si, vieni, ti lascio il portone aperto.

Mi faceva sentire sulle spalle il suo petto, sentivo il calore del suo corpo e lui faceva ruotare il palmi delle sue mani sui miei capezzoli sotto la camicia.
– No, Sergio no, smettila. gli dissi – Tu poi mi farai fare cose che non voglio fare.
– Lasciati andare – mi sussurrò, facendomi sentire il suo alito caldo nell’orecchio – lasciati andare e facciamolo di nuovo. Solo un’altra volta.
Si mise davanti a me, si aprì la patta e tirò fuori il suo cazzo duro, prese la mia mano e la poggiò sopra il cazzo. Mi venne di istinto stringerlo.
– Bravo, adesso ti faccio fare una cosa bellissima. Inginocchiati davanti a me.
– Sergio, ma… me lo vuoi mettere in bocca?
– Voglio che sei tu a prenderlo in bocca se ti viene il desiderio di farlo.
Devi scegliere tu se lo vuoi fare. Dai , lo facciamo solo questa volta, ti prometto che non ti vengo in bocca.
Avere il cazzo vicino alla mia bocca mi attraeva terribilmente. Desideravo farlo e lui lo sapeva. Volevo sentirlo in bocca, sentire il liscio della sua cappella. Sapevo che non avrebbe mantenuto la promessa ma volevo farglielo, volevo provare quella nuova sensazione. Sapevo che avrei sentito il suo sperma in bocca, eroi incerto ma volevo sentire il suo cazzo. Ed infatti, non mantenne la parola; mentre stava per venire mi prese per i capelli per evitare che sfuggissi e sentii il suo sperma caldo riempirmi la bocca e scendere un po in gola. Non mi lasciò finch&egrave non fu moscio, ma mi impedì di sputare. Mi tappò il naso e la bocca perchè ingoiassi.
– Coraggio, devi ingoiarla – disse – impara ad ingoiare lo sperma dell’uomo, deglutisci.

– Qui. Siediti sul mio cazzo e fattelo entrare tutto-
– Sergio, così mi farai diventare un ricchione. Non voglio.
– Ma no. Per avere ingoiato il mio sperma? Per fartelo mettere nel culetto? Però ti emoziona farlo, ti piace molto. MA é’ solo una cosa tra me e te, non lo saprà mai nessuno. Quello che facciamo è un segreto che rimane tra me e te, perciò puoi lasciarti andare e fare quello che ti piace.

Appena chiuse la porta, mi disse:
– Voglio che sei tu a darmi un bacio. Tu sei la mia ragazza ed io sono il tuo uomo. Avanti, aprimi la patta e prendilo in bocca.
In una settimana lo avevamo fatto tre volte. Era venuto due volte nella mia bocca, aveva capito quanto mi piacesse farlo venire. Avevo detto a casa che sarei rimasto fuori, era sabato sera. Lui mi stava aspettando e quando aprì la porta era in accappatoio.
Mi baciò in bocca, per forza, e poi disse.
– Devi amarmi stasera……… devi essere mio.
– Che vuoi farmi, Sergio?
– Voglio fartelo sentire nel tuo corpo e farti venire mentre sono dentro di te.
– Vuoi incularmi? Sergio, non l’ho mai fatto, …vuoi rompermi? Mi farai diventare ricchione !!
– Si e poi ci ameremo completamente. Sarai la mia donna.

Sapeva come farmelo desiderare. Baci in bocca, succhiotti ai capezzoli ed il suo dito unto che accarezzava in lungo tra le natiche e premeva lievemente sull’ano. Poi lo spense lentamente dentro mentre continuava a succhiarmi e mordermi i capezzoli.
– Ti piace sentirlo? – mi chiese
– Si, molto, ma…..
– Devi resistere un poco mentre entrerò, solo un poco e poi lo sentirai tutto nel tuo corpo, come veri amanti.

Mi aveva fatto inginocchiare sul bordo del letto e poggiare le spalle sul materasso. Mi tenevo le natiche aperte, ma tremavo.
– Sergio….ho paura. Mi farai male?
– Solo un poco, non temere.
– Dopo sarò diventato ricchione?
– Piccolo, tu già lo sei, lo sei perché vuoi esserlo. Ora sarai completo, perciò devo sverginarti il culetto. Pensa, anche per le donne è così, devono essere sverginate per chiavare con l’uomo. Ti darà dolore e piacere insieme, poi solo il piacere di sentirti femmina. Lo vuoi anche tu, vero?
– Si, mettimelo, ma non farmi soffrire.
Si mise dietro di me. Mi mise il cazzo in lungo tra le natiche, sentivo la sua carne dura; poi mi prese i capezzoli tra le dita e me li strizzava con forza.
– I capezzoli eccitati ti fanno sentire più femmina. Lo desideri? Cominci a volerlo.
– Si, comincio a desiderarlo.
Mi mise del gel sull’ano, poi mi penetro col suo dito unto e lo rigirò con forza. E sentii il suo glande che premeva lievemente sull’ano. Poi pressò, lentamente e sentivo lo sfintere anale che resisteva ma cedeva; e lui diede un colpo di reni, forte, e fece entrare il glande.
– Ahia, ah, Sergio, mi rompi, senti bruciore.
Spinse ancora e sentii lacerarsi lo sfintere, faceva male, ma lui mi teneva fermo e continuava a spingere.
Il dolore era molto forte, ma non volevo che smettesse, non mi importava di soffrire, volevo che me lo mettesse nel corpo. E lui cominciò a premere forte finchè non toccò il mio ano con i suoi peli. Poi si fermò.
– Adesso, vieni adesso e sarai felice.
Mi stavo un po riprendendo dal dolore, nonostante il bruciore e il mio cazzo stava diventando duro. Mi ci volle pochissimo per venire e sentii il suo cazzo nella contrazione dell’orgasmo. E fu allora che mi chiavò con violenza, sbattendomi, facendomelo sentire fino dentro la pancia e mi venne nel culo. spingendolo tutto con forza.
Quando lo tirò fuori sentii lo sperma bruciarmi sulla ferita all’ano. Mi baciò in bocca.
– Ti fa male.?
– Si, ma te lo farei fare ancora. Ho desiderato sentirti venire nel mio corpo.
– Dobbiamo farlo tutti i giorni per un po, così comincerai ad avere piacere solo a sentirlo, anche se non sei eccitato.

-Mi aveva sverginato, a sangue. Ecco te l’ho detto.
– Sai perché te lo ha fatto fare con me? Per farti accettare il tuo ruolo, Il secondo uomo che ti convince ad essere come sei. Dopo il terzo uomo, magari uno sconosciuto, sarai tu a cercare l’uomo. E’ così. Domani sera vieni, ci sarà anche un mio amico e dovrai fartelo mettere anche da lui.
– Ma….
– Lo farai o te lo farò fare per forza. Ma vedrai: appena avrai toccato il suo cazzo vorrai farlo anche con lui, fidati.

Ci andai, non ero convinto, ma ci andai. Il suo amico era un ragazzo molto bello, giovane.
– Ti piace? – chiese quell’uomo al giovane
– E’ bravo? Cominciamo?
– No, aspettiamo anche Sergio, vuole che lo chiaviamo a troia.
– Come? – chiesi
– Tu ti metti a pecorina e noi tre, 10 colpi ognuno e poi cambio, e avanti così. Pensaci e vedrai che vuoi che te lo facciamo. Stasera sei la nostra troia. Da ora in poi vorrai solo i cazzi.
– Ma io non sono una troia! – dissi
– Da stasera lo sarai.

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Autore Pubblicato il: 21 Luglio 2018Categorie: Senza categoria0 Commenti

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