Leggi qui tutti i racconti erotici di: aliasir

Arrivo a casa e sento che è in bagno e fa la doccia. Poi esce, si asciuga i capelli, sento il rumore del silkepil. Passa del tempo.

Quando è così vuol dire che si sta preparando per uscire. Io inizio a sentire le farfalle nello stomaco. L’eccitazione e la gelosia.

Perché quando esce mi metterà le corna e io non so dove andrà, con chi e quando tornerà.

L’aspetterò con ansia, guardando l’orologio. Addormentandomi e risvegliandomi di soprassalto pochi istanti dopo. In uno stato febbrile di eccitazione e ansia.

Poi sentirò il rumore del portone nella notte. Le chiavi e i suoi passi.

“Sei sveglio?”

“Si… ti aspettavo”

Poi dipenderà da quanto è stanca, e soddisfatta. Se è stata scopata a lungo e bene, se ha goduto ripetutamente, allora mi dice:

“Hai fatto male. Sono stanca voglio dormire” Andrà in bagno, poi si infilerà nel letto. A me sembrerà di sentire l’odore del sesso sulla sua pelle. E a volte è forte, evidente.

Ma non mi permetterà di avvicinarmi.

“Dormi, sono stanchissima.”

Ma io non posso dormire. Sono eccitato da morire.

“Vuoi sapere se ho scopato? sì, mi sono fatta scopare per benino… un bel cazzone e sapeva anche usarlo… domani ti racconto …ora sono troppo stanca… fatti una sega per addormentarti.”

Se sarà in vena di essere gentile allora si accarezzerà la fica a mano aperta, infilando un dito e dandomi la mano sul viso e io mi sego, venendo subito, mentre lei si addormenta.

A volte invece ha ancora voglia e vuole godere.

Quello che io spero è che abbia voglia e che sia incazzata e si sfoghi.

“Mi hai aspettata sveglio?”

“Sì…”

“Tanto ti avrei svegliato io. Ho voglia che me la lecchi.”

Si spoglia velocemente. Vedo la biancheria intima che aveva indossato per la serata. Le mutandine umide.

Le toglie e me le strofina sul viso. Aspiro gli odori che emanano.

Mi viene subito a cavalcioni sopra, con le ginocchia mi blocca le braccia, in modo che non possa toccarmi il cazzo.

Si apre le labbra della fica e l’appoggia sulla mia bocca.

E’ bagnata, gonfia, piena di umori. Sento il suo odore, a volte quello della gomma del preservativo, a volte odore di estraneo. Forte di sudore.

Si strofina, poi si ferma, quando mi copre naso e bocca. Le piace togliermi il respiro.

Vuole la lingua bene dentro e io mi sforzo di soddisfarla. Si scopa sul naso e io infilo la lingua nell’ano. Lo sento morbido e aperto e allora so che lo ha preso anche lì.

A volte viene subito e poi continua a restarmi sopra, ancora più bagnata.

“Hai voglia di bere puttanella?” mi dice.

“Sì…”

“Io mi sono bevuta un bel cazzone stasera… non finiva più… non ne ho persa una goccia… e tu sei venuto?”

“no… mi sono trattenuto…”

“brava puttanella… perché ora ti faccio bere… voglio vederti…”

Allora si toglie, mi fa alzare il bacino fino a trovarmi con le gambe indietro, il cazzo che punta verso la bocca e quasi la sfiora. Se allungo la punta della lingua riesco a leccare la punta.

Si sputa sulla mano e fa un movimento come se mungesse.

“apri la bocca puttanella… ”

Ci metto poco a venire, specie se mi infila un dito nel culo cercando la prostata.

Indirizza gli schizzi di sperma a suo piacimento, in bocca e sul viso.

Poi se ne ha voglia mi bacia e me lo spinge dentro con la lingua.

Poi se la fa leccare ancora.

Non scopiamo mai. Mi fa venire così e mi racconta delle sue scopate. Le piace fare la troia per altri maschi e raccontarmi tutto.

Per il resto siamo una coppia normale, irreprensibile. Nessuno immaginerebbe che nel privato lei è vacca da monta e io uno schiavo cornuto. Con gli sconosciuti da cui si fa rimorchiare è una vacca. E’ una signora che cede a maschi volgari, che l’approcciano pesantemente. E’ come se parlassero direttamente alla troia che è in lei, saltando il filtro del perbenismo e delle convenzioni sociali.

Se le chiedo: “com’era?” spesso mi fa delle descrizioni che all’inizio non capivo. Sembrava fosse schifata, dicendo di un corpo flaccido, capelli radi o pelle unta. Operai con le mani callose e sporche. Rappresentanti di commercio con moglie e figli a casa abituati a puttane da strada. Gente che aveva buttato lì un complimento volgare e che avevano percepito qualcosa in lei, tanto da insistere come se avessero a che fare non con una zoccola, che quelle le paghi e contratti, ma con una mezza scema che non reagisce quando te la porti in un angolo appartato e ti sbrighi a prendere il massimo piacere possibile prima che lei ci ripensi o che qualcuno ti scopra.

Lei è brava a tirare fuori dai maschi quell’istinto rapace e carnivoro. E’ brava a essere preda indifesa. Ha qualcosa che si sintonizza con quella pulsione oscura che fa di ogni maschio un potenziale stupratore, nelle circostanze in cui è sicuro che nessuno lo guarda o può scoprirlo.

Ha quell’arrendevolezza femminea nelle movenze e negli occhi, che moltiplicano l’audacia e gonfiano il cazzo.

E però ha anche un’anima dominatrice, perversa, che gode a umiliare.

Mi dice: “ti ecciti che ti racconti i maschi come mi usano… perché sei frocio e non hai coraggio di esserlo… e ogni colpo di cazzo che prendo io è come se lo ricevessi te… ti piace quando mi inculano perché voresti essere inculata tu, puttanella… vorresti farti spaccare il culo e riempirtelo di sborra… lo fai attraverso me… e io ti accontento… ti porto a casa odori e sapori, sei contento? … ti porto a casa tutta la sborra che vuoi… mi faccio riempire la fregna da un bel gruppo di neri affamati di fica bianca… e poi ci metto un tampax, vengo a casa e te la svuoto in bocca … brutta porca… e guai a te se non mandi giù tutto e non me la pulisci perfettamente… puttanella…”

Mi fa impazzire, questa dicotomia. Vacca con gli altri e padrona con me. Diventa sempre più perversa. Le sue fantasie sempre più oscene.

Per ora si è sempre fatta scopare con il preservativo. Anche se prende la pillola mantiene un barlume di lucidità e pensa alle malattie. Ma so che non aspetta altro che venire a svuotarsi la fica nella mia bocca.

Tempo fa mi si era messa sopra a cavalcioni, la stavo leccando con dedizione. Ha allungato le mani nella borsa che aveva messo vicino al letto e ha preso dei kleenex appallottolati. Li ha aperti un po’ e me li ha strofinati sul viso. Sul naso e le labbra. Ho sentito l’odore forte di sperma fresco e la sensazione appiccicosa sulla pelle.

Ha visto la mia faccia schifata e ha detto : “che c’è puttanella non ti piace la sborra fredda? la preferisci bella calda? ne ha fatta tanta e te ne ho portata un po’… la prossima volta te lo porto qui e ti faccio sborrare in bocca direttamente… e poi vedi come me lo mette nel culo… ti va bene?”

Non mi ha permesso di rispondere perché mi si è seduta sopra e non riuscivo nemmeno a respirare.

Autore Pubblicato il: 2 Dicembre 2015Categorie: Racconti Cuckold, Racconti di Dominazione0 Commenti

Lascia un commento