Leggi qui tutti i racconti erotici di: aliasir

Mi chiamo Paolo, ho 33 anni. Fisico magro, chiaro di pelle, capelli lisci castano chiaro quasi biondi, occhi verdi, non molto alto.

Mia moglie Sara ha la mia stessa età (qualche mese di meno) è mora, tipica donna mediterranea. Una terza di seno quasi quarta, fianchi larghi, tutte le curve al posto giusto sotto un viso bellissimo. Labbra carnose e occhi scuri, grandi. Insomma siamo una bella coppia.

Ci siamo conosciuti all’università e dopo 3 anni, appena io ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia, ci siamo sposati. Ora lavora anche lei: inizia a praticare come avvocato. Di fare figli non se ne parla. Ci divertiamo quanto possiamo: viaggi, begli oggetti, insomma cerchiamo di non farci mancare nulla, in barba alla crisi.

Nel tempo il rapporto con mia moglie è andato ad improntarsi sempre più verso un suo ruolo fortemente dominante. All’inizio non era così. Mi sembra strano oggi, ricordare com’era i primi tempi: remissiva, priva di iniziativa, timida. Sono stato io a tirare fuori il suo lato attivo. A poco a poco ho visto accendersi nei suoi occhi quello scintillio così particolare… un mix indefinibile di durezza, soddisfazione, godimento, quando conduceva il gioco, quando mi sovrastava anche fisicamente.

A me piaceva. Lei se ne accorgeva e osava, sempre di più. Mi legava e poi saliva a cavalcioni sul mio viso. Prima si accontentava di farsela leccare in lungo e in largo, tirandomi per i capelli. Poi le piaceva strofinarsi su tutto il mio viso. Sedersi e sentirmi che non respiravo. Soffocarmi fra le sue cosce o le sue tette. All’inizio ero io che dominavo e poi spingevo lei a prendersi la sua parte. In pratica era come se le dicessi come, cosa fare. Il gioco lo conduceva lei ma nello scenario che avevo preparato io. Poi non ce n’è stato più bisogno. Sempre di più era lei che m’imponeva ruoli subalterni, a sorpresa. A me piaceva e la lasciavo fare, anzi la spronavo. Ad un certo punto è diventata la forma erotica attraverso cui ci esprimevamo meglio. Per entrambi era un territorio tutto da esplorare.

Ogni tanto c’era una novità. Ce la gustavamo per un po’ in diverse varianti, poi ancora una cosa nuova, in una escalation sempre un filo più perversa. Guardavamo insieme film porno del genere sm. Poi lei iniziò a scaricarli e guardarli da sola, cercando ispirazione e sorprendendomi con le sue fantasie. Il passo appena successivo al legarmi furono dei piccoli giochi con la pipì. La prima volta andò in bagno e non se la asciugò. Tornò e disse “leccamela, è bagnata. puliscila”. Si strofinava sul mio viso e vedendo la mia eccitazione provò a far cadere poche gocce nella mia bocca aperta. Mi piaceva, le piaceva…e allora le volte successive le piccole gocce diventarono degli schizzetti. Poi cominciò a penetrarmi con oggetti: il suo vibratore, zucchine, cetrioli, carote. Sempre più grossi.

Mi fece comprare una serie di grossi falli. Uno che si gonfiava con una pompa che aveva nei testicoli. Lo gonfiava al massimo poi lo tirava fuori, allargandomi a dismisura, mentre ero legato mani e piedi. Gli schizzetti della pipì divennero lunghi getti bollenti, sul corpo e direttamente in bocca. Mi fece depilare. Mi vestiva con le sue calze e la sua lingerie. Mi truccava. Mi chiese di farmi crescere i capelli il più possibile. L’accontentai. Poi mi regalò una parrucca. Si comprò un fallo grosso e pesante che si legava in vita e con cui mi scopava.

Le piaceva farlo in posti in cui poteva rovesciare completamente il mio ruolo di maschio. A casa dei miei, per esempio, una notte che dormivamo da loro nella casa al mare, con i muri contigui in un silenzio assoluto mi legò e per la prima volta spinse e spinse fino a penetrarmi con la sua mano fino al polso. Avevo le lacrime agli occhi per il dolore e non potevo dire una parola o lasciarmi sfuggire un gemito. Oppure appoggiato alla finestra, parlando del più e del meno con il vicino che si affacciava a meno di due metri da me, con lei dietro che mi scopava lentamente, un grosso fallo nero in vita, su e giù, su e giù… tutto dentro e tutto fuori… Le fantasie, non so se ispirate altrove o del tutto sue, erano sempre diverse. Imparò a legarmi bene. Se all’inizio era un atto poco più che simbolico e restare legato era perché lo volevo, poi divenne impossibile sciogliermi. Il sistema che preferiva era legarmi le mani dietro la nuca, in un modo che se provavo a divincolarmi la corda mi stringesse al collo.

Le piaceva praticarmi clisteri, sempre più abbondanti. Inserirmi dei tampax e farsi baciare i piedi, leccare ovunque, mentre resisto alla necessità impellente di svuotarmi.

Insomma lei può fare di me quello che vuole. Il dolore fisico non ci piace. A volte qualche sculacciata, le unghie piantate nelle natiche, strizzate ai capezzoli… ma niente di più. Mi fa godere moltissimo. E lei gode moltissimo. Qualche tempo fa mi aveva messo sdraiato su un tappeto, in bagno, il bacino sollevato appoggiato al muro, le mani legate dietro la nuca. Prima mi aveva fatto un doppio clistere e mi aveva fatto svuotare. Si è messa seduta sopra il mio viso aprendomi la fica bagnata sulla bocca e mi sodomizzava con una catena di sfere. Le infilava tutte e poi tirava, facendole uscire ad una ad una, lentamente. Con la mano mi masturbava. Quando si è resa conto che stavo per venire si è spostata di lato, mi ha spinto il bacino in giù, verso la testa e mi ha fatto schizzare sulla bocca e sulla faccia il mio stesso sperma. Poi mi ha fatto rimanere così e mi ha fotografato. Poi con il dito mi ha spinto lo sperma in bocca. Ho visto le foto e quasi non mi riconosco, così truccato, il rossetto sbafato le grosse gocce bianche di sperma sul naso, una palpebra, il mento, le labbra, il collo, i capelli. Mi ha detto che le avrebbe messe su internet perché vuole trovare un vero cazzo che mi scopi.

Oggi è sabato e mi ha detto di prepararmi che per questa sera c’è una sorpresa. Mi sono depilato da solo. Lei mi ha dato della lingerie da indossare. E’ viola, reggicalze reggiseno e mutandine. Poi delle calze autoreggenti. Del reggiseno non avrei bisogno ma vuole che lo indossi lo stesso, anche se resta vuoto. Poi mi ha praticato un doppio clistere. Ha detto che mi vuole perfettamente pulito. Poi mi ha truccato con un trucco molto pesante, con matita e rimmel mi ha allungatogli occhi, col phard ha coperto i pori della barba. Quindi mi ha messo la parrucca. Mi fa mettere un vestitino nero a tubo, le mie scarpe con il tacco alto. Un filo di perle. Ora sono una bella moretta. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Sul serio. Sono emozionato anzi, dovrei dire emozionata a questo punto. Mi sento veramente femmina. Anche lei è bellissima, si è preparata insieme a me.

Io ho cercato di sapere quale fosse la sorpresa ma non mi ha voluto dire nulla. Ho pensato che saremmo usciti, ma è presto. Sono appena le 18. Poi mi dice: “stiamo aspettando un amico”. Il cuore mi fa un balzo in gola. Un amico? ovvero un uomo… chi è? “L’ho conosciuto su internet. L’ho già incontrato. Dovevo testarlo, andrà bene.” Testarlo? vuole dire che mi ha tradito con questo? La gelosia mi chiude lo stomaco. Nel contempo però l’eccitazione mi prende alla testa. “Sei stata a letto con lui?” chiedo. “Si. Non te lo avevo detto? ” risponde noncurante… “ti dirò che mi è piaciuto. Era da un po’ che avevo voglia di un maschio che facesse il maschio. Io con te mi eccito molto, ma ogni tanto mi ci vuole qualcuno che mi ricordi che sono una femmina…” “… non me lo avevi detto…” dico. “non ha importanza… oggi è la tua giornata…oggi mi dedicherò solo a te, mia splendida troietta… stai tranquilla…” “ma lo hai fatto anche altre volte? dico… andare con un altro?”… la gelosia mi attanaglia. Lei si sta guardando allo specchio. “Poi ne parliamo…” mi dice. Non faccio in tempo a ribattere che squilla il suo telefonino. Risponde: “si vengo ad aprirti. quarto piano, interno 7” “E’ arrivato ” mi dice “vai in salotto e prepara da bere…” Io faccio come mi dice. Prendo dei bicchieri, del succo di arancia in frigo. Un prosecco messo in fresco da lei.

Lui è un uomo che deve avere meno di trent’anni. Moro, alto. Sarà almeno 1.95. Ha delle rose rosse per Sara. Lei mi presenta come Paola, lui si chiama Marcello. Mi da le rose e mi dice di metterle in un vaso. Vado in cucina e li sento ridere. Lei le chiede se gli piaccio. Lui risponde che sembro veramente una bella ragazza. Che se non lo avesse saputo non se ne sarebbe accorto. Questo mi inorgoglisce. Passo davanti allo specchio e mi guardo con piacere. Mi sorprendo ad aggiustarmi il rossetto chiudendo le labbra e a fare delle mossette sotto a frangetta. Torno in salotto.

Loro sono sul divano. “Paola preparaci da bere…” mi dice Sara. Io chiedo cosa. La voce mi esce un sussurro, non voglio rovinare l’effetto con la mia voce da maschio. Prendono il prosecco. Preparo solo due bicchieri. E’ il mio modo di rafforzare l’immagine sottomessa con cui Sara mi ha presentato. Mi sento una cameriera. Loro prendono i bicchieri e brindano. Io torno in cucina per sistemare le rose, dico. Li sento parlare a bassa voce per un po’. Poi il silenzio. Cerco di origliare. Dai rumori sento dei sospiri e qualcosa che mi fa pensare che si stiano baciando. Movimenti sul divano.

Sara mi chiama. Mi affaccio e vedo che Sara ha la gonna sollevata, le cosce scoperte. Le gambe leggermente divaricate, lui le sta succhiando un capezzolo e le accarezza la pelle lasciata scoperta dalle autoreggenti. In quel momento le insinua la sua grossa mano ancora più su e lei geme. “Vieni Paola…”mi dice. Vado davanti a loro. La gelosia mi divora, eppure sono anche emozionato ed eccitato. Una specie di ubriachezza mi frastorna la testa. “Inginocchiati, spogliami…” Mi inginocchio sul tappeto, davanti a loro. Tolgo le scarpe a mia moglie. Lei mi spinge un piede sulla faccia, con l’alluce cerca la bocca. Poi mi prende la testa e se la porta fra le cosce. Mi spinge sul suo ventre e sento il suo calore e il suo odore. E’ già bagnata. Lei mi alza le gambe sulla schiena e mi spinge su e giù il viso strofinandoselo sulla fica, attraverso le mutandine.

Sento una mano carezzarmi le cosce, risalire sulle natiche, insinuarsi nel solco delle natiche, cercare il buchino. Sara allarga le gambe, scosta le mutandine e mi fa leccare la fica che già cola. La mano che mi toccava era quella di Marcello che si sta godendo lo spettacolo. Sara armeggia con la sua patta. Mentre la lecco la vedo estrarre un cazzo possente. E’ la parola che mi viene in mente e penso si adatti meglio a descrivere la sensazione che da quel grosso, duro, congestionato paletto di carne. Non posso fare a meno di guardarlo. Lei se ne accorge. “Guarda questa troia come è rimasta affascinata dal tuo cazzo. Scommetto che non vede l’ora di prenderlo in bocca. E’ vero?” In effetti è bellissimo. La cappella gonfia e lucida emerge dalla mano di Sara che lo masturba lentamente. Sara mi spinge verso di lui. Mi sposto e mi avvicino con la bocca. Prima di arrivarci con la lingua sento il suo odore. Mi da alla testa quell’odore di maschio. Finalmente provo quello che mi ha sempre fatto paura ma mi ha anche sempre affascinato: un cazzo in bocca. Un cazzo vero. DI carne.

Sporgo la lingua e inizio a titillare il frenulo. Scendo lungo l’asta. Torno su, circondo la corona con la punta della lingua. Bagno la cappella che sembra pulsare. E’ bollente. Appare una grossa goccia di liquido trasparente. Sara me la passa sulle labbra come rossetto. E’ salato. Lui mi prende la nuca e mi spinge giù. Sembra voglia saggiare fino a che punto può arrivare ma è grosso, mi soffoca quasi subito. Si fa spompinare piano, godendo nel vedermi andare su e giù, dicendomi di succhiare con forza. Poi Sara mi dice di spogliarlo. Gli tolgo le scarpe, i calzini, i pantaloni, gli slip. Mentre lei glielo prende in bocca. Così nudo è ancora più impressionante. Ma dove lo ha trovato questo colosso? Sara gli sale a cavalcioni e scende su quel cazzo piano piano… con un lungo sospiro di soddisfazione. “Stai qui vicino e leccaci mentre mi scopa…” a lui: “ti piace che ti lecca le palle mentre mi scopi? dai dammelo … fammelo sentire in gola…”

Iniziano a scopare. I coglioni si bagnano dei liquidi di Sara. Io li lecco, lecco l’asta lucida che entra ed esce. Lecco il culo di Sara quando ci riesco. Sono la mia lingua. Scopano in quella posizione a lungo. Sara la ama, riesce a venire facilmente così. E infatti viene. Poi viene anche lui. L’avverte. Lei gli dice di riempirle la fica ben benino della sua sborra bianca. Vedo i coglioni salire, raggrinzirsi, il cazzo diventare sempre più grosso, vedo nettamente le contrazioni dell’orgasmo passare attraverso il canale e immagino lo sperma scaricarsi dentro di lei. Rallentano. Si fermano. Sara si toglie, mettendosi una mano a chiudere la fica spalancata dal grosso cazzo. Si siede sul divano, alza la gambe come se fosse dal ginecologo e mi dice: “puliscila bene… succhiamela…” Mi avvicino e vedo la sborra densa colare. La raccolgo con la lingua. E’ la prima volta che assaggio lo sperma di un altro uomo. E’ salato, acido. Più forte del mio. Lei spinge e ne esce ancora. Lecco e pulisco. “dai leccamela bene… guarda come me la pulisce… questa troia… guarda come le piace la sborra… ”

La mano di lui mi spinge forte sulla fica. “applica la bocca e succhia forte ” mi dice. Lo faccio e mi arriva una boccata di sborra e liquidi di Sara. Ingoio tutto. “lo sai che gli puoi pisciare in bocca a questa puttana? “dice Sara al maschio. “ah… ma dai… e tu lo fai?” “io si… sempre… è il mio cesso… non lo sai? vuoi vedere?” “si dai… fammi vedere…” dice lui. Lei si alza. Vieni in bagno mi dice. E mi tira per i capelli.

Mi fa spogliare del vestitino nero. Si siede sul water e si sdraia indietro, appoggiata al muro. So quello che devo fare, lo abbiamo fatto spesso. Alza le gambe e si spalanca le labbra. Io mi metto davanti a lei con la bocca aperta a pochi centimetri. Vedo che spinge, la vagina aprirsi. Una timida goccia affacciarsi e poi partire lo schizzo, mi prende sul viso poi in bocca. Tornano di là. Io resto in bagno a lavarmi. Sono eccitatissimo, il cazzo mi fa male. Appena mi tocco vengo. Resto eccitato. Vengo sulla mano, lecco il mio sperma, penso che ho appena leccato quello di Marcello e sento il sapore diverso.

Quando esco si sono spostati in camera da letto e si sono spogliati. Sara mi dice di prendere la telecamera e riprenderli. E’ sdraiata fra le sue gambe e gli sta leccando il cazzo, che sta tornando duro. Prendo la telecamera, riprendo da vicino il pompino. Sara prende la telecamera e mi dice di succhiare e farlo diventare bene duro che vuole farsi scopare. Lui mi prende per i capelli e mi da il ritmo. Gli ritorna durissimo. Poi mi allontana e chiama lei. La fa mettere a pecorina sulla sponda del letto e in piedi da dietro se la scopa. Io faccio le riprese e non posso nemmeno toccarmi. Mi piace vedere Sara scopata da quel cazzone. Sta godendo come una troia, dice che si bagna sempre di più, che la sta sfondando, che la fa godere, che ha un cazzo stupendo. Poi lo tira fuori, ben bagnato, e lo punta sul culo. Ci sputa sopra e spinge.

Riprendo dall’alto e vedo bene la cappella violacea che preme e apre, l’ano che si dilata. Sara spinge e si apre e piano piano lo prende quasi tutto. Lui si ritira un poco, per due o tre volte lentamente, poi spinge a fondo ed entra tutto. Lei geme, fa uno scatto in avanti ma lui la tiene per i fianchi. Poi inizia a fotterla, sempre più forte, fino a che prende lo stesso ritmo di prima mentre la chiavava in fica.

“Dammi la telecamera…” mi fa. Me la toglie di mano e riprende mentre mi prende la testa e mi spinge giù, verso il suo cazzo. La tiene distante con l’angolatura giusta per riprendere. “siete due troie… tu lecca il cazzo che sta inculando tua moglie…”

Ci provo ma riesco a malapena ad arrivare all’asta con la lingua, anche se lo tira fuori quasi del tutto. Allora lo estrae completamente. Il culo di Sara resta aperto a pulsare. Mi spinge il cazzo in bocca. Poi lo rimette dentro. E di seguito. Tre, quattro affondi nel culo di Sara e poi altrettanto nella mia bocca. “Mettiti anche tu a pecora vicino a tua moglie che voglio incularvi una dopo l’altra… ” “No… aspetta …” dice lei “dammi la telecamera… voglio riprendere mentre svergini il culetto a questa zoccoletta…”

Mi fanno mettere in ginocchio sul letto. Mi abbassano le mutandine e bagnano il culo. Sara ci fa colare della saliva. La spande e mi penetra con le dita. Lui riprende.
“la troia è ben addestrata “dice Sara… “vedrai che entri facile…”
Mi prendono le mani e mi fanno tenere aperte le natiche.
Sento che lui si posiziona dietro di me e che punta il cazzo iniziando subito a spingere.
Sento che sputa ancora per bagnarmi.
Spingo anche io, come ho imparato a fare per agevolare la penetrazione e in effetti sento che entra facilmente. Mi aggiusto un po’ per fargli prendere la strada giusta e sento di averne preso già un bel po’.

E’ la mia “prima volta”…
Lo sto prendendo nel culo. Me lo ripeto nella mia testa e questa frase mi eccita da morire. Mi sento proprio femmina, in questo momento. Godo di quella sensazione di riempimento, quella dilatazione e quel calore.
Sara ha usato il mio culetto in tutti i modi, in passato, ma la sensazione che sto provando ora è diversa.

Sapere che quello che sta entrando è un vero cazzo, caldo, fremente, vivo… è molto più eccitante. Mi prende per i fianchi e mi tira verso di sé. Sento le ossa del bacino contro le mie natiche, ce l’ho tutto dentro.

“Che puttanona… guarda come lo ha preso tutto senza fiatare…” dice.
“Te lo avevo detto che entravi facile… dai sbattila per bene…” lo incita lei. Mi schiaffeggia sulle natiche con forza.

Io mi muovo per accoglierlo ancora di più. Smanio, gemo, spingo verso di lui. Mi sento una puttana che vuole far godere il più possibile il suo cliente.

“Guarda che grandissima troia come sculetta… dai spaccale il culo… apriglielo come una mela…”

Senza complimenti inizia a sbattermi.
Sento il rumore del bacino sul culo… sciaf sciaf sciaf… ogni botta che mi da lo sento più dentro…

Sara si mette vicino a me, nella stessa posizione. Ci baciamo. Mi prende per i capelli … mi sputa la sua saliva sulle labbra.

“Ti piace eh troia… ti piace eh… questo cazzone nel culo… ti piace la sorpresina che ti ho fatto? … te lo faccio rompere bene bene quel culo da zoccola… ti ci faccio pisciare dentro… maiale… sei un maiale… una scrofa… ”
Le sue parole e questo cazzo che mi martella mi stanno facendo impazzire. Letteralmente.

Quando lo toglie mi sento vuoto. Ora sta inculando Sara. Percepisco il suo piacere mentre entra nuovamente in lei. . Le nostre lingue si scambiano saliva e sapori, odoriamo di sesso.
La sento sbattuta, la invidio in quel momento, lei piena di cazzo e io in attesa.

Ce ne vogliono due, penso. Due che ci fottano contemporaneamente entrambi. Due che ci fottano in culo e in bocca, insieme.

Dimeno il culo verso di lui, attirandolo, aspettando che me lo rimetta dentro. Quando lo fa lo accolgo con un sospiro di soddisfazione. Va avanti a lungo.

Gli piace incularmi, lo sento. Scopa più me che mia moglie.

Poi lo rimette nuovamente dentro la sua fica bollente. Sara si tocca mentre la scopa e viene e mi incita a venire anche io. Mi masturbo ma il mio cazzo non è duro.

Poi me lo rimette nuovamente in culo e mentre mi sta scopando vengo anche io. E’ un orgasmo diverso. Più ampio. Dura di più, mi prende tutto il corpo e mi lascia esausto.

Ma lui continua a scoparmi il culo sempre più forte. L’eccitazione scema un po’ ma lo lascio fare. Anzi, penso di farlo venire prima e inizio a pompare, a stringere il suo cazzo dentro di me.

E infatti dice che sta per venire. Dice che ci vuole sborrare in bocca. Che quando ce lo dice dobbiamo girarci e metterci con le bocche vicino. Sta fottendo Sara quando ruggisce “su troie giratevi che vi sborro…” mi volto e mi siedo sul letto, lo fa anche Sara. Me lo mette in bocca ed è durissimo, Sara mette la lingua lungo l’asta, lui si sega con forza. Il primo schizzo mi prende in gola. Poi il resto mi arriva in faccia. A me e Sara. Ci baciamo. Ci lecchiamo. Ci passiamo la sborra con la lingua. Ci ripuliamo il viso e ripuliamo il cazzo. Ci abbandoniamo esausti, tutti e tre, sul letto. E’ stato solo l’inizio… la notte è ancora lunga.

E davanti abbiamo tante cose da fare insieme, io e Sara.

Scrivete le vostre sensazioni: aliasir@hotmail.it

Siamo soli in casa. Alla serata sono seguite alcune ore della notte. E poi un sonno ristoratore.
Nel dormiveglia ho ripensato a quello che era accaduto poche ore prima e mi sono eccitato nuovamente. Mi eccita sentire sul mio corpo i segni del sesso. Di questo sesso mai provato prima.
Mi sfioro il pene dolorosamente duro, scendo con una mano fino ad accarezzarmi l’ano. Mi penetro con l’indice e lo sento morbido e cedevole. Il ricordo dell’inculata mi fa accapponare la pelle. Torno su con la mano, la annuso, l’odore di sesso è forte. Umori mischiati miei, di Sara, di Marcello, di sudore, sperma, saliva, fica, culo.

Sara dorme, mi da le spalle. Alzo il lenzuolo, è nuda. Mi giro e scendo verso le sue splendide natiche. Affondo piano il viso nell’incavo fra esse e le cosce. Con una mano divarico leggermente, L’odore di sesso che mi avvolge ha l’effetto di una sferzata. Affondo il viso, spingo e inizio a leccare la zona fra culo e fica.
Lei deve essersi svegliata, perché spinge un po’ verso di me con il bacino, agevolandomi il servizio. Ora riesco ad arrivare bene con la lingua sull’ano, a penetrarlo con la punta.
Lei si apre ancora di più, divaricando le natiche, tirandole con la mano da sopra. Ancora non dice una parola.
Ora è bella aperta e arrivo a infilarle la lingua nella fica. E’ bagnata.
Riesce ad arrivare con la mano alla nuca, mi afferra i capelli mi tira verso di se.
Alza una gamba, passa con l’altra mano in mezzo, mi afferra meglio e mi tira fra le sue cosce.
Le richiude e mi schiaccia la testa. Non sento più niente, fatico a respirare. Lecco forsennatamente, prima la faccio venire e prima torno a respirare.

Stringo il cazzo nella mano, potrei venire subito ma prolungo il piacere. Sento dai suoi movimenti ritmici che sta per venire anche lei.
Alza nuovamente la gamba e torno a sentire: i suoi gemiti… le sue parole: lecca lecca che ti schizzo, ti affogo, ti faccio fare colazione…
Mi ha preso con entrambe le mani, la sinistra da davanti mi tira sul clitoride e la destra da dietro sulla nuca per farsi penetrare con la lingua, alterna anche lei prolungando il piacere.
Alla fine decide di venire con il clitoride, mi si strofina con forza sul naso poi mi tira su e se lo fa succhiare e leccare… prende il ritmo giusto…
“si lecca lì… lì… si… si … lecca che ti sborro… lecca lecca…” e poi viene convulsamente… e mi allontana di scatto…

Torno su… respiro. Ancora non sono venuto e mi masturbo piano.
Lei si gira.

“…hmmmmm … bel risveglio… all’altezza della buonanotte…”

Con la mano mi afferra il pene e inizia a masturbarmi.
Poi si accomoda meglio, mi fa allargare le gambe e mi massaggia la zona della prostata, mi penetra con le dita e spinge verso l’alto, ritmicamente.
“ti faccio venire col culo… ti piace?”
“si… si… ”
“lo so che ti piace… ti ho visto come ti piaceva prenderlo nel culo … ieri sera… ti è piaciuta la sorpresa?…. rispondi…”
“si… mi è piaciuto…”
“ti è piaciuto il bel cazzo che ti ho portato?”
“si… ”
“ti sei fatto sborrare in bocca e inculare… sei proprio una porca.. una puttana…”

“…. se continui così vengo…”
“voglio che vieni… voglio che vieni…sborrami in bocca”

Si china e mi prende in bocca il cazzo, continando a incularmi con le dita.

Ci metto poco a venire. Mi lascio andare e l’orgasmo è fortissimo.
Lei mi accoglie tutto nella sua bocca, aspetta che l’orgasmo sia passato, che il mio respiro sia quasi normale. Poi si alza, la bocca piena… e viene a farmelo colare sul petto.
Poi inizia a spanderlo con la lingua…insiste sui capezzoli… lo risucchia e viene a baciarmi…
lo raccoglie e me lo lecca sulle labbra…
continua così fino a che non lo ha spalmato tutto, sul petto e sul viso.

“vado a fare una doccia… “dice.

Resto nel letto mentre aseptto che finisca e ripenso alla serata.
La sorpresa non è stata la fantasia realizzata.
La sorpresa è stata che Sara conoscesse Marcello e lo avesse, per usare le sue parole: “testato”.

Sento i morsi della gelosia. La cosa è fuori dal mio controllo.

Torna e vado fare io la doccia.
Quando esco dal bagno lei è in cucina e sta preparando la colazione.

“Amore ma tu Marcello come lo hai conosciuto?”

“Su internet. Volevo farti questa sorpresa e ho conosciuto un po’ di persone…”

“Un po’…? e li hai “testati” tutti?…”

“… che fai ora… il geloso?”

“no… cioè… si… insomma…”

“amore non si possono fare le frittate senza rompere le uova eh…”

“… non ho capito… che intendi?”

“che non puoi avere le sorprese e tenere sempre tutto sotto controllo. non sarebbe più una sorpresa…”

“si ok… però, insomma…non so… raccontami… forse capisco meglio..”

“Mi sono iscritta ad un sito di incontri. Ho messo delle foto mie e tue. Mi hanno scritto un mucchio di persone, maschi singoli e anche coppie. Avevo scritto che cercavo qualcuno che mi aiutasse a femminilizzare il mio maritino… la maggior parte erano di gente che vive lontano, oppure che si vedeva già da come scrivevano che erano poco interessanti, zotici, imbecilli eccetera… ma qualcuno di valido c’era… ed ho risposto…”

“come hai stabilito che erano “validi”?”

“beh dalle foto, da una certa conoscenza dell’italiano scritto, da una sintonia di pensieri… insomma niente di deciso ancora… ma che valesse la pena di approfondire…”

“e poi?

“alla fine c’era Marcello e una coppia … ci siamo accordati per incontrarci… Marcello era fuori roma e ho incontrato prima la coppia: Mauro e Paola… molto carini entrambi, poi ho incontrato Marcello. Alla fine ho scelto Marcello.

“ma ci hai fatto sesso?”

“si”

“anche con la coppia?”

“no, con loro no.”

“come mai con Marcello si? ”

“Siamo andati a prendere un aperitivo entrambe le volte. Con Mauro e Paola ci siamo seduti al tavolino fuori a parlare. Quando ho incontrato Marcello invece pioveva e dopo l’aperitivo ci siamo seduti in macchina….”

“Raccontami…”

“beh… abbiamo parlato di sesso, io gli ho raccontato quello che avrei voluto, abbiamo parlato quasi sempre di te… lui mi ha raccontato un po’ di sé dei giochi che faceva con la sua ex, con una loro amica trans… abbiamo parlato del sito, degli annunci e della gente che ci stava … lui mi ha chiesto come mai avevo scelto proprio lui fra tutte le risposte che avevo ricevuto…

gli ho risposto che mi era stato simpatico, nella email, e poi… il suo cazzo, che avevo ammirato nelle foto che mi aveva inviato mi era subito piaciuto… lo sai che mi piace quella cappella grossa… gliel’ho detto… che lo avevo scelto anche per quello…
lui mi ha chiesto se volevo vederlo, per poter decidere meglio… e io ho detto di si…
eravamo in quella macchina con i vetri appannati, ma su una strada dove passava gente… mi sentivo piuttosto al sicuro…
…. insomma l’atmosfera si è riscaldata… lui lo ha tirato fuori ed è quasi subito diventato duro… tu hai visto com’è…
è stato molto gentile: mi ha chiesto se volevo toccarlo… allora mi sono guardata attorno e non c’era nessuno… l’ho preso in mano, mi sono sentita sciogliere la fica…
mi sono guardata attorno ancora e non c’era nessuno e allora mi sono chinata ad assaggiarlo…
mi era venuta una voglia che mi sarei fatta scopare per strada.

lui ha messo in moto, io ero sempre china sul suo cazzo e glielo succhiavo… ha detto che ci pensava lui… pensavo che parcheggiasse in una stradina, un parco… insomma un luogo appartato… invece ad un certo punto l’ho visto armeggiare con un telecomando… insomma siamo entrati nel suo garage… ha chiuso la porta e a quel punto … ”

“ti ha scopata?”

“si. anzi … gli sono saltata addosso… mi sentivo troia al massimo… ho cercato di salirgli sopra e di prendermelo subito ma era scomodo… mi ha fatto scendere e appoggiare al cofano della macchina a novanta e me lo ha buttato dentro… sono venuta subito…
e stavo per venire di nuovo ma lui è venuto… ”

“ti sei fatta schizzare in fica?”

“no… mi ha chiesto di finire con la bocca… mi sono seduta sul sedile della macchina e lui in piedi davanti … ”

“era bello grosso eh”

“si amore… durissimo… gliel’ho succhiato, bello bagnato della mia fica, gli ho preso in mano i coglioni e ho stretto e lui ha cominciato a schizzare… mmmhhhh …”

“te lo sei bevuto tutto.. scommetto…”

“per forza.. se lo tiravo fuori mi sporcava il vestito, i capelli.. che figura ci facevo… era tanto e quasi non riuscivo perchè lui mi dava certe botte… momenti mi va per traverso… ma sono stata brava e l’ho ingoiata tutta… ”

“e poi?”

“a quel punto ho avuto un po’ di paura, ero in quel garage buio con uno sconosciuto… e allora gli ho detto che dovevo tornare a casa subito… che era tardi… lui è stato gentilissimo, ha immediatamente aperto e mi ha accompagnato alla macchina…”

“e poi vi siete rivisti?”

“no. ci siamo sentiti per email, immaginando la situazione. gli ho detto come volevo che si comportasse con te… ci siamo accordati e il … resto… lo sai…”

Ero di nuovo eccitato. Da un lato avrei voluto vendicarmi su di lei, volevo sbatterla per quella troia che era… una parte di me avrebbe voluto sbatterla, farle male, punirla… ma poi c’era un’altra parte di me, quella che stava uscendo fuori prepotentemente nell’ultimo periodo che la invidiava, sbattuta sul cofano della macchina e poi sborrata in bocca ad ingoiare…

vinse la mia parte troia… quella puttanesca… mi inginocchiai davanti a lei… affondai il viso fra le sue cosce e gli dissi che la amavo… che mi faceva impazzire… che ero suo e che avrei fatto tutto quello che voleva.

“si amore… lo so… ti piace marcello eh? ti piace il suo cazzo… voglio vederti ancora con lui… ma poi voglio vederti anche con mauro e paola… ho delle idee…. mmmhhhhh vedrai… ti piaceranno… ”

“si amore… quello che vuoi… farò tutto quello che vuoi…”

… continua…
Sabato pomeriggio c’è il rito della vestizione.
Faccio un bagno e mi depilo completamente, lascio solo un ciuffetto sull’inguine. Per fortuna ho pochissimi peli e sono morbidi. La ceretta non fa troppo male. E comunque è un dolore che mi piace, pensando che mi sto preparando per essere di nuovo femmina. Pelo e contropelo sul viso. Poi mi passo del phard: sto imparando. Sara mi allunga gli occhi con la matita, le ciglia con il rimmell. I capelli sono cresciuti ancora ma per Sara non abbastanza. Mi vuole con la solita parrucca rossa.
Appena la indosso mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco.
Io di solito indosso lenti a contatto, non mi manca moltissimo, solo un paio di diottrie, ma senza da lontano non vedo bene. Sarà però mi ha comprato delle lenti colorate, così ora ho degli splendidi occhi celesti. Finisce di truccarmi e dallo specchio mi guarda una rossa con i capelli a caschetto, gli occhi che mandano dei lampi blu, le labbra ingrandite da un rossetto rosso molto scuro.

Poi mi fa vestire.
Calze a rete, mutandine piccolissime che trattengono a malapena il pene, bustino che fa da reggicalze e che mi stringe in vita mettendo in evidenza le natiche, camicetta bianca, gonna scura, non troppo corta. Completa l’opera un… grembiulino!
Mi ha vestito da cameriera, ora me ne rendo conto.

Sono prontA. E fra meno di mezzora dovrebbero arrivare i nostri ospiti. Sono Luca e Paola e Marcello.
Marcello dalla sera di due settimane fa non l’ho più visto, anche se ci siamo sentiti via email. Gli abbiamo inviato delle scene del filmato che abbiamo fatto.
Luca a Paola invece non li conosco. Sara mi ha parlato di loro, si sono sentiti al telefono alcune volte, ma non so nulla di più del fatto che a sua detta sono piacevoli e simpatici, nonché affini, eroticamente.

“Allora Paola…” mi dice Sara con un tono professionale da cui capisco che è già entrata nella parte…”questa sera abbiamo ospiti e vorrei fare bella figura. Sii molto attenta ai loro desideri e renditi disponibile, sia con i signori che con la signora. Se vuoi mangiare qualcosa fallo ora perché poi dovrai servire… mi sono spiegata? hai domande? ”

“no signora…”sussurro… “sarò a disposizione come lei desidera…”

“Ecco. Brava. Inizia con il Cartizze come aperitivo, con le tartine di salmone e rucola. Poi il cocktail di gamberi con avocado… apri il Fiano di Avellino che è in frigo… quindi porta l’insalata di riso… poi ci sono le due torte rustiche, le taglierai a fette … penso che come cena fredda dovrebbe bastare… poi vediamo…”

“si signora…”

“ecco ora va a controllare che sia tutto in ordine… e apparecchia…”

Porto le stoviglie e i piatti in salotto, sento il rumore dei tacchi e delle calze che strusciano sulle coscie mentre cammino per le stanze. Lei è seduta in salotto e sta scegliendo dei Cd. Sono emozionata, quando sono da solo mi tocco il pene e lo sento bagnato.

Suonano alla porta. Lei risponde e dice di salire.
E’ Marcello. Saluta, si complimenta con lei per la sua bellezza e “anche per la cameriera, molto sexy…” Si siedono in salotto, io vado in cucina, ho finito di apparecchiare. Guardo dalla finestra: sono curioso di vedere Luca e Paola.

Di là sento che parlano di Cd.
“dopo lo mettiamo…” dice Sara. E penso si riferisca al cd su cui abbiamo registrato l’incontro di due settimane fa.

Suonano alla porta e salgono Luca e Paola.
Non li ho visti arrivare. Sono curiosissimo ma non mi affaccio.

Sento che si salutano, si presentano, ridono e scherzano.
Poi Sara mi chiama: “Paola, puoi servire gli aperitivi?”

Porto il vassoio con le tartine e li vedo.
Luca è un signore massiccio, avrà una cinquantina d’anni molto ben portati. I capelli striati di bianco, occhi verdi, abbronzato, fisico atletico.
Paola è una bionda molto più giovane di lui, avrà al massimo 35 anni. Un tipo scandinavo, tedesco. Lineamente duri, anche se bella. Occhi gelidi, celesti. Mi guarda con compiacimento.

Servo le tartine, riempio i bicchieri. Loro mangiano.
Sara mi raggiunge in cucina.
“abbiamo deciso che per non confonderci con Paola, tu cambierai nome, ti chiamerai Pierina…”
“va bene…” rispondo.
“hai avuto un gran successo… sia luca che paola non vedono l’ora di conoscerti… meglio… anche perchè Marcello gli sta parlando di te… ora mettiamo il cd…”
“devo venire di là?”
“no per ora no… aspetta qui…”
“va bene…”

Torna di là. C’è della musica e non sento la loro conversazione. Poi un breve silenzio e mettono il nostro cd.

Sara mi chiama per portare il cocktail di gamberi.
Arrivo con un vassoio e vedo sullo schermo che sono seduto sul letto e sto succhiando con dedizione il grosso cazzo di Marcello. Tengo gli occhi bassi.

Al tavolo c’è seduto Marcello e Luca. Mentre Paola e Sara sono sul divano, Sara con il telecomando in mano commenta le scene.

Quando mi avvicino al tavolo Marcello da dietro mi mette la mano fra le cosce, sale e mi massaggia le natiche. Mi fermo, immobile, appoggiato al tavolo. Lui mi stringe, mi strizza, mi palpa… con le dita mi allarga le natiche e cerca il buchino che inizia subito a pulsare, ad aprirsi e chiudersi.

Mi prende la mano e se la porta sull’inguine, sento il pacco e la forma del pene sotto il mio palmo.
Mi tira giù e mi fa inginocchiare davanti a lui, slacciandosi la patta.
“Tiralo fuori…dai bella servetta…” mi dice.

Sento lo sguardo addosso di Luca, seduto accanto. Le donne invece sono dietro e non le vedo.

Lo tiro fuori e il cazzo di Marcello è grosso anche se ancora non è duro.
Mi prende la testa e me la spinge sopra …
“apri la bocca fammelo drizzare…”
Lo prendo e mi riempie la bocca, così ancora morbido. Lui mi tiene giù spingendomi fino a che il naso affonda nei suoi peli pubici. Mi tiene con forza ma il cazzo sta crescendo e si espande verso la mia gola. Sto soffocando e riesco a staccarmi con un conato. Lui mi spinge di nuovo giù. Ora è duro e grosso. Riesco a prenderne si e no un terzo.

“vuoi servirti?” chiede Marcello a Luca.
Quello assentisce. Estrae dai pantaloni un pisello nodoso, ricurvo, pieno di vene, scuro.
Mi sposto davanti a lui e glielo impugno. Lo scappello con forza e il glande prende sempre più consistenza e dimensioni, è violaceo, scuro, grosso.
Ne sento l’odore pungente… anche perché prima di infilarmelo in bocca me lo strofina proprio sulle labbra, sotto il naso, sembra voglia farmi assorbire il suo odore.

Mi prende la nuca e anche lui me lo spinge in gola. Mi fa tossire.
Non se ne da per inteso, sembra che gli piaccia sentirmi soffocare. Mi toglie la parrucca che non gli permetteva di prendermi bene per i capelli. Mi acchiappa e si fa fare un bocchino con i fiocchi.
Nel frattempo una mano mi esplora il culo, mi stuzzica, mi infila delle dite dentro. Penso sia una donna, perché sento le unghie.

Quando riesco a sollevare la bocca da quel pisello che si è ingrandito ancora vedo che Sara e Marcello non sono nella stanza. Sono in balìa di Luca e Paola.
Paola infatti me prende e mi fa sdraiare sul tappeto. Mi si siede sul viso e ancora porta gli slip, spinge e non mi fa respirare.
Il suo maschio intanto mi solleva le gambe e mi apre, mi mette col culo in aria. Mi infila dita, ci sputa sopra. Non so quante dita infili perché lo sento che mi scopa e mi apre, mi fa male.
Quella intanto si strofina sul viso. Poi scosta le mutande e anche lei ha un odore forte.
“apri bene la bocca…” mi dice.
Poi mi spinge la fica sopra,a contatto.
Non mi chiede nulla, non mi avverte. Mi arriva in gola un primo schizzo di pipì.
“bevi… “la voce è secca, autoritaria.
Un altro schizzo.
“bevi… ” io ingoio, rumorosamente.
altro schizzo… più lungo…”
“manda giù…”

Si alza. Si gira e si siede nuovamente sul mio viso, con il volto rivolto verso i miei piedi.
Mi alza le gambe e mi tiene il culo sollevato.

Altro schizzo lungo. Un pò mi esce dalla bocca.

Sento che mi apre il culo e qualcosa di grosso che preme per entrare. Dalle ginocchia che toccano la mia schiena sollevata capisco che Luca me lo sta mettendo nel culo.
Ogni tanto mi arriva uno schizzo di pipì e devo berla.
Sarà per la posizione strana, per la forma e la grossezza del suo cazzo, ma mi fa male. Mi lamento, mi dimeno, ma lei mi blocca fra le sue cosce.

Dov’è Sara?
Penso che stia scopando nel nostro letto con Marcello. Mi ha dato a questi.
Il cazzo è entrato fino in fondo, lo sento come un duro bastone piantato dentro. Lei è sempre sopra di me, mi sta toccando il cazzo, mi massaggia la zona fra testicoli ed ano.

Poi lui lo estrae di scatto. Lei mi mette giù le gambe e si alza.

“Ora vado a incularmi anche la signora, dopo aver battezzato la serva…”dice lui ridacchiando…
“Si… vai… che alla Pierina ci penso io… “dice Paola.

“Dov’è Sara? “dico io.

“Si sta prendendo quel bel cazzone che ho visto prima, e ora si prenderà anche quello di mio marito nel culo… a lui piacciono i culi lo hai visto? … e anche a me piacciono i culi… ora ci penso io a te…”

Fruga in una borsa che ha portato e ne estrae un grosso cuneo di plastica rossa, un plug-in, uno di quei cosi che allargano a cono e poi si stringono alla base, in modo che il culo ci si chiuda sopra e quelli restino dentro.

“Ora leccalo e poi mettiti a pecora… su… da brava… alza il culetto… in su… op-là…”
Me lo ha infilato di botto.

“ora cammina a quattro zampe… brava…cagnetta…”

Mi mette un collare e un guinzaglio. Mi fa camminare sul tappeto a quattro zampe.
Poi si mette in ginocchio per terra, appoggiata con i gomiti sul divano, il guinzaglio che le passa fra le gambe e io dietro. Tira.
“su da brava cagnetta annusami il culo su… voglio sentirti annusare…”

Annuso culo e fica bagnata…
“lecca come i cani… voglio sentire la lingua… voglio che lappi con tutta la lingua…”
La lecco dal basso verso l’alto a lingua aperta, la fica e il culo… lei se la gode per un po’ dimenandomi il culo sul viso…

Poi si gira si siede sul divano sporgendo il bacino e sempre tirandomi col guinzaglio se la fa leccare fino a venire.

Poi si alza.
“andiamo a vedere cosa fanno di là…” mi porta col guinzaglio facendomi camminare a quattro zampe.

Sul letto vedo Sara seduta sul grosso cazzo di Luca che è sdraiato. Si sta sedendo su quel paletto di carne prendendolo tutto nel culo, la fica è aperta e lucida di umori.
Marcello seduto sulla poltroncina ai piedi del letto si gode lo spettacolo.
Il cazzo è in posizione di riposo.
Il viso bagnato di Sara lascia intendere che si sia già presa la sua sborrata.

Paola da il guinzaglio nelle mani di Marcello.
Lei si accomoda fra le cosce del marito e inizia a massaggiargli i coglioni. Poi si allunga e cerca di leccare entrambi, durante l’inculata.

Prendo l’iniziativa di iniziare a leccare il cazzo moscio di Marcello e lo sento prendere vita a poco a poco sotto la mia lingua.

Emettendo una serie di grugniti sento che Luca sta sborrando in culo a Sara, che lo incita a riempirla.

Uno strattone al guinzaglio mi tira via dal cazzo che stavo leccando.
Paola mi spinge verso i due sul letto. Sara è ancora seduta su Luca, il cazzo ben dentro di lei fino ai coglioni.

“su… lecca bene quando esce… pulisci servetta…. è questo il tuo lavoro, no? tieni pulito… su …”

Mi spinge col viso sulle palle bagnate di Luca. Mi prende per i capelli dietro la nuca e mi spinge con forza, strofinandomici sopra. Io tiro fuori la lingua e l’assecondo.
Sara si alza piano e a me fanno leccare il cazzo man mano che esce.
Paola lo prende in mano lo fa uscire tutto e me spinge in bocca…
“pulisci pulisci troia… pulisci… troia… mi ci spinge sopra con violenza…
intanto mi incula con il plug che era sempre infilato nel mio culo e io vengo… mi sborro nelle mutandine e le riempio…

poi mi fa mettere sdraiato sul letto e Sara mi sale sopra, mi mette il culo in bocca e se lo fa leccare…

“senti come è aperto… mi sono fatta inculare prima da MArcello e poi da Luca, mi hanno rotto il culo come una troia.. hai visto.. con quei due bei piselloni… mi hanno fatto godere tanto… sono venuta non so quante volte senti la mia fregna come bolle… Marcello mi ha sborrato in bocca e Luca nel culo e ora tu me lo pulisci… da brava servetta…”

“e la servetta si è fatta inculare e si è bevuta la mia piscia…e mi ha fatto godere con la linguetta… e ora pulisce tutto…” dice Paola, che si sta baciando con Sara.

Sento che mi alzano le gambe e scostano le mutandine.
“la troietta si è venuta nelle mutande…”dice Marcello.
Me le sfilano.
Mi alzano di nuovo le gambe e sento che tirano fuori il plug. Fa male quando esce. Ma non faccio in tempo a lamentarmi che sento un cazzo di carne che si fa strada. E’ Marcello sicuramente.

Paola mi spinge in bocca le mie mutandine e me le fa leccare.
“Pulisci anche la tua sborra, cagna. Pulisci tutto ti ho detto…”

Le due donne di baciano e mi tengono le gambe aperte mentre Marcello mi sta inculando.

Poi si perdono avvinghiate in un sessantanove. Luca col cazzo di nuovo in tiro si avvicina e lo mette nuovamente nel culo di Sara.

Poi si scambiano. Luca mi fa girare e pecora in ginocchio sulla sponda del letto e da dietro me lo mette nel culo.
Marcello incula, o scopa Sara. Poi passa a scoparsi Paola.

Luca me lo mette in bocca, se lo fa succhiare. Poi di nuovo nel culo.
Poi di nuovo in bocca. Poi di nuovo nel culo. Cambia posizione.
Alla fine mi sborra dentro mentre ero sdraiato sul letto a pancia sotto e lui sopra di me, mi schiaccia.

Lo toglie, mi fa alzare. Mi porta al bagno e mi fa piegare appoggiato sulla vasca.
Anche se non è durissimo, stringendolo alla base e grazie al fatto che il mio ano è romai dilatato riesce a infilarmelo di nuovo dentro.
Un calore improvviso e capisco che mi ci sta pisciando. Si svuota dentro di me.
Poi si toglie e me lo mette in bocca.

“puliscimelo bene come io ti ho pulito bene dentro con un bel clistere…”

Mi siedo sulla tazza. Sono talmente dilatato che non mi riuscirebbe a trattenere niente. Infatti anche se stringo sento che sto perdendo qualcosa di caldo. Ho ancora il suo pisello in bocca.
Poi lui se ne va e io posso svuotarmi.

Sono esausto. Di là sento i gemiti di Sara e Paola. La notte è ancora lunga.

Graditi commenti: aliasir@hotmail.it Alla mia mogliettina sono venute altre voglie, ultimamente.

E’ andata in fissa con i neri.

“Questa volta ti faccio un’altra sorpresa” mi dice…

“di che genere?”

“Sabato prossimo trovati qualcosa da fare… voglio che mi lasci casa libera…”

“e… dove vado? che vuoi fare?”

“non so. vai al cinema, vai a trovare tua madre, vai in giro… voglio che mi lasci casa libera diciamo da dopo pranzo a verso le dieci… circa

“… uhm… dimmi che vuoi fare però… ”

“stai tranquillo, metto la telecamera in camera da letto e riprendo tutto… cosa dopo potrai divertirti anche tu a guardare…”

“ti vedi con un uomo?”

“no. non con un uomo… con due e sono due neri… non vedo l’ora…”

La notizia mi mette subito in agitazione…

“come due neri… dove li hai conosciuti? chi sono…”

“stai tranquillo, mi hanno contattato su quel sito… sono due militari americani… sarà un’occasione per rispolverare il mio inglese…”

“si immagino quanto parlerai…”

La gelosia mi divora ma l’eccitazione mi da alla testa.

Non è la prima volta che Sara si offre a qualche toro da monta in mia assenza. So che vede Marcello e ha incontrato quasi sicuramente anche un altro uomo.

Sulla questione è stata vaga, mi sta tenendo sula corda… si diverte e a giocare con me e la mia gelosia.

“Li hai già incontrati?”

“No, mai. Loro stanno a Napoli. Vengono su sabato col treno, Arrivano alle 12 a Termini e devono rientrare entro mezzanotte.

“ma… ti fidi?”

“sono due militari… cosa possono fare? violentarmi? …” si mise a ridere… “è quello che voglio… ”

“… ma … non so…”

“cosa, non sai? sei geloso o sei… invidioso? ” poi aggiunge…”stai tranquillo sono persone serie, mi hanno mandato il loro certificato medico con tutti gli esami… risale a venti giorni fa… ”

“vabbè … insomma… sono preoccupato per te…”

“io invece non vedo l’ora di metterti due corna giganti… ” ride e mi chiude fuori dal bagno.

Discussione finita.

Arriva il sabato e sono sempre più in tensione. Esco da casa dicendo che andrò a fare un giro ad un centro commerciale, poi a trovare i miei e quindi al cinema.

Però mi fermo in macchina poco distante.

Alle 12,45 arriva un taxi da cui scendono due neri. Uno è alto e atletico, l’altro più basso ma largo di spalle.

Il primo è vestito in jeans e maglietta, l’altro ha dei pantaloni kaki, una camicia, gli occhiali da vista.

Si guardano attorno, leggono un foglietto, cercano sul citofono suonano, qualche secondo e entrano.

E’ andata. Ora che faccio io?

Me ne vado in giro e sono come trasognato. Tengo sott’occhio il telefono.

Dopo due ore torno sotto casa. La finestra della camera da letto ha le serrande abbassate.

Torno al centro commerciale. Entro in un cinema. Non mi va di andare dai miei. Il film finisce e io a momenti non so nemmeno di cosa parlasse.

Si sono fatte le 18… mangio un pezzo di pizza, altro biglietto altro film. Esco alle 20,30… giro per negozi… alle 21,30 torno a casa.

Da sotto la chiamo.

“Posso salire?”

“si, se ne sono appena andati… non li hai visti?”

Mi guardo attorno ma non c’è nessuno…

“no… sono appena arrivato…”

“sali…”

Apro la porta di casa. Vedo il divano un po’ in disordine, dei bicchieri e una bottiglia di whisky e una di rum aperte.

In cucina ci sono delle briciole sul tavolo, altri bicchieri una bottiglia di vino rosso.

In camera da letto Sara è sul letto. Mi assale l’odore forte di sesso e di sudore. Un odore forte. Immagino sia l’odore di maschi neri, diverso da quello di noi bianchi.

Lei si vede che ha sudato, la pelle del viso è lucida. Spettinata. Indossa delle calze autoreggenti nere che su una coscia si sono sfilate. Un reggiseno sempre nero a balconcino.

“Vuoi far cambiare aria?” mi dice…”penso ci sia un certo odore…”

“si… l’odore è forte “dico.

“si. hanno un odore diverso… più intenso… da alla testa…”

Mi siedo sul letto accanto a lei. Mi chino per darle un bacio di saluto.

L’odore è ancora più forte. Lei trasforma il bacio sulla guancia in bacio vero, mi da la lingua, mi lecca le labbra.

E’ eccitata. Mi guarda con uno sguardo obbliquo, perverso, che ho imparato a riconoscere.

Ci baciamo.

“lo senti l’odore di cazzo? … lo senti?”

“si… “rispondo.

“mmmmhhhh me ne hanno dato tanto… dopo ti faccio vedere il film… vuoi che ti racconto?”

“si… ” sono sempre più eccitato. La tensione della giornata sta arrivando al culmine e praticamente sto tremando.

“sono arrivati verso l’una… si sono presentati… non è che ci capivamo molto… il mio inglese fa un po’ schifo devo dire… il loro italiano pure… ma ci siamo fatti un po’ di risate per come non ci capivamo… abbiamo bevuto qualcosa… poi quello più giovane… (erano uno sui 30 anni e l’altro sui 40) mi ha abbracciato da dietro e ha preso a massaggiarmi le tette…. in effetti c’era poco da parlare… tempo due minuti e mi ha messo seduta sul divano e ha sfoderato il cazzo…”

“come ce lo aveva?”

“mmmhhh amore … lo avevo già visto in foto… una specie di serpente nerissimo… me lo ha strusciato sulla faccia… che odore forte… e poi così grosso… quella cappellona che più sta e più si gonfiava… l’altro nel frattempo mi faceva allargare le gambe e mi aveva infilato due dita nella figa… ero già un lago…

poi si è alzato e mi ha dato il suo pisello… che era meno grosso dell’altro ma sempre notevole…

mi si sono messi davanti e io li ciucciavo a turno… mi sono messa le due cappelle in bocca…. mmmmhhhh non puoi capire quanto ero arrapata… dicevano delle cose ma non capivo niente… per cui mi prendevano la testa e mi dirigevano…

poi quello più alto, Samuel si chiama, si è messo il preservativo, mi ha fatto girare e me lo ha infilato. Madonna che bastone… gli dicevo di fare piano… ma non finiva mai… me lo sentivo in pancia… l’altro si è messo davanti e me lo ha messo in bocca. Hanno preso a scoparmi così, uno in figa e uno in bocca, per un bel po’. Io sono venuta quasi subito.

Poi si sono cambiati di posto. Mi hanno sbattuta per un po’ ancora, mi pare di essere venuta un’altra volta e poi quello che mi stava scopando la bocca ho sentito che stava per venire…

allora gli ho tolto il preservativo…. mi era venuta una voglia tremenda di assaggiare la sua sborra che sapore avesse…

gliel’ho ripreso in bocca mentre quello dietro continuava a sbattermi di brutto…

amore non puoi capire che sborrata che mi sono presa… non finiva più… si vede che era tanto che non scaricava perchè mi sembrava proprio tanta tanta…

densa… ”

Io sono eccitatissimo, mentre lei parla le sto leccando le tette, sento su di esse il loro sapore.

“Amore te l’ho tenuta per te, lo sai? mi sono fatta sborrare in figa per te… sto tenendo le cosce chiuse da quando sono andati via… la vuoi?”

“si… si…” scendo verso la sua figa.

“aspetta…” mi fa… “mettiti giù…”

Mi fa sdraiare e mi sale sopra il viso. Riconosco la sua figa bagnata e allargata. Mi si apre sopra e quasi subito inizia a colare.

Si strofina e mi ci lava il viso…

“la senti… era bella piena di sborra vero? ti piace eh porco… leccami anche il culo senti come me lo hanno allargato bene… mi hanno inculata tutti e due…

io con la mano libera mi apro i pantaloni, tiro fuori il cazzo e appena mi sfioro vengo. Lei non si sposta. Con una mano prende la mia sborra e se la mette sulla figa aperta, me la fa leccare. Me la mette in bocca.

“fai piano… leccami il clitoride piano… ”

“Anche l’altro ha voluto sborrarmi in bocca. Il primo intanto si spogliava, si versava da bere… e quello mi sfondava la figa che si era bello arrapato a vedere il suo amico che veniva… avevano capito di aver trovato una bella vacca da monta … i due tori… una bella vacca da inseminare…

io avevo in bocca il sapore di quello sperma… denso… mi si era attaccato alla lingua… lo sentivo in gola…

quello dietro è uscito da me si è tolto il preservativo e mi si è messo davanti… ha cacciato una specie di urlo che mi ha arrapato da matti e mi ha sborrato in faccia … un pò di schizzi in bocca, altri sul viso…

io ho pensato.. e due…

l’altro nel frattempo era di nuovo quasi pronto… non mi ha dato tempo di respirare che me lo ha rimesso in bocca…

erano allupati proprio…

io gli ho detto ragazzi dateve una calmata… li ho portati in camera da letto e si sono spogliati …

ho messo sul comodino la vaselina senza dire niente ma loro si sono messi a ridere… amore avevo una voglia di farmi inculare…

una troia bianca che si fa inculare da due negri…. solo il pensiero di questa frase nella mia testa mi faceva bagnare…

mi hanno inculata … eh si… mi hanno inculata alla grande in tutte le posizioni… si sono dati il turno ad aprirmelo come una mela…

non lo so quante volte sono venuta… stavo impazzendo…

alla fine non gliela facevo più…

stavo sdraiata sul letto con le gambe alzate e uno mi inculava mentre l’altro mi stava sopra e me lo metteva in bocca… si è fatto pure leccare le palle e il culo… quel porco… e poi mi ha sborrato di nuovo in bocca… stavolta era di meno ma era sempre tanta…

l’altro ha continuato a incularmi e scoparmi … non gliela facevo più… gli ho chiesto di darmi pace… siamo andati a prenderci qualcosa da mangiare e riposarci ma quello che non era venuto aveva sempre il cazzo in tiro e mentre prendevo il vino e qualcosa in frigo continuava a mettermelo da qualche parte…

aveva tolto il rpeservativo… penso che volesse un bocchino ma poi ad un certo punto me lo ha infilato in figa…

io mi sono ricordata che mi avevano mandato i certificati medici… l’ho lasciato fare e l’ho incitato a venire e mi ha sborrato in figa, mentre ero appoggiata al tavolo della cucina.

poi ci siamo riposati sul serio… per un po’… ”

Io ho il cazzo di nuovo duro. Lei ci si accomoda sopra e inizia a scoparmi. La sento poco in verità. E’ bagnatissima e larga come non l’ho mai sentita.

Se ne accorge e llora lo infila, entra con estrema facilità, la differenza la sento solo perché stringe l’anello con delle contrazioni e potrebbe farmi venire così, non sarebbe la prima volta…”

“Senti come è largo? dopo che ci siamo riposati mi hanno scopata e inculata ancora… facevano a turno… uno stava seduto a guardare e l’altro mi scopava sul letto… ho ripreso tutto… a parte la cucina… lì non ci sono riprese… alla fine ero morta… ma dio quanto mi hanno fatto godere… gli ho fatto un altro pompino… a uno… quello col cazzo più piccolo, l’altro invece ha voluto pure lui sborrarmi nella figa.

Insomma mi hanno farcita ben benino… due tori… ora ti puoi guardare il film e fartici tutte le seghe che vuoi… se sarai bravo te li faccio provare pure a te… sei contento? ti faccio assaggiare la sborra calda appena uscita… bella bianca e densa… ”

Nel frattempo mi pompa il cazzo con il culo. Vengo di nuovo.

E ho ancora tutto il film da guardarmi…

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aliasir@hotmail.it
commenti, critiche, suggerimenti, impressioni… sono molto graditi.
Siamo andati in vacanza in marocco, tre anni fa. Vicino Agadir. Era un periodo in cui non c’era molto turismo.

C’era un ragazzo, Abdel, che portava la gente in giro con una jeep. Ogni giorno una spiaggia diversa, posti bellissimi, solitari.
Ci ha anche detto che se volevamo comprare del fumo lui conosceva i posti e ci avrebbe portato.

A mia moglie era venuta voglia di assaggiare il suo cazzo scuro e quando eravamo sulla spiaggia si era messa nuda per provocarlo. Lui però stava sulla sua jeep e guardava da un’altra parte, poi ad una certa ora si chinava a terra e pregava. Insomma era un musulmano credente e sembrava disinteressato al sesso. Allora anche per evitare problemi, un po’ delusa, smise di provocarlo.

Il terzo giorno non stavo bene: i soliti problemi intestinali che prendono i viaggiatori. Decisi di rimanere in albergo (c’era la piscina e non è che si stesse così male). Avevamo però appuntamento con Abdel che doveva portarci su un’altra spiaggia che doveva essere molto bella e poi a prendere il fumo.

La spiaggia avrebbe potuto anche attendere, ma il fumo volevamo prenderlo. Decidemmo che ci sarebbe andata Sara, ché tanto Abdel sembrava tutto sommato (purtroppo) inoffensivo.

Andarono prima sulla spiaggia dove lei si mise di nuovo nuda a prendere il sole e lui come al solito rimase all’ombra della jeep.

Poi andarono a prendere il fumo.

Abdel aveva detto che lei avrebbe dovuto aspettarlo in macchina e che ci avrebbe pensato lui. Per questo non c’eravamo fatti prendere da particolari scrupoli.
Invece la portò in un villaggio di poche case, la fece scendere dalla macchina e camminare fra le case, fino ad arrivare in una specie di cortile da cui si accedeva ad un stanza. Dentro c’erano due uomini che prima hanno parlato con Abdel, poi li hanno invitati ad entrare in un locale attiguo, per provare il fumo e bere del té. Una volta entrata si era resa conto che Abdel era rimasto fuori.

Era una stanza in penombra, il pavimento lucido a scacchi bianchi e neri, divisa dall’altro ambiente con una spessa tenda, con cuscini e tappeti a terra e qualche basso mobile. Si sedettero sui cuscini. L’uomo preparò il té in silenzio, nel modo che hanno loro di passarlo dalla teiera ai bicchieri facendolo cadere dall’alto per raffreddarlo. Si sentiva solo il rumore dei suoi gesti antichi. Le diedero un té scuro alla menta, molto dolce da bere e le offrirono di fumare da una specie di pipa. Lei fece un paio di tiri, non voleva che le facesse troppo effetto. Anche i due uomini fumarono.

Questi ridevano e parlavano fra loro a bassa voce. Si rivolgevano a lei fissandola negli occhi, ma non capiva niente perché Abdel che avrebbe dovuto fare da interprete era rimasto fuori. Lei scuoteva la testa. Loro ridevano.
Il fumo le aveva dato immediatamente alla testa, ma non in modo sgradevole. Si sentiva leggera ed euforica.

I due uomini erano gentili ma quando lei si era alzata per andare a cercare Abdel e farsi tradurre le loro parole uno le aveva preso il polso e con forza l’aveva fatta sedere, parlandole a bassa voce in modo secco ed autoritario.

Un leggero brivido di paura le era corso lungo la schiena. Pensò che forse si era messa in un guaio.

L’altro era uscito e l’aveva lasciata sola con quello che l’aveva bloccata e che sembrava essere il capo fra i due. Questo aveva continuato a parlare avvicinandosi sempre più, carezzandola e parlandole come se stesse facendole complimenti per la sua bellezza.
Le parole sussurrate in quella lingua gutturale eppure dolce, il fumo, la penombra fresca dopo il caldo della spiaggia, il tè bollente, i cuscini i tappeti e l’odore forte e straniero che impregnava l’aria l’avevano come stordita.

La paura diminuì lasciando spazio all’eccitazione. Se era sesso quello che volevano’ perché no. La situazione era intrigante.

L’uomo sempre carezzandola e parlandole le aveva tolto la maglietta lasciando i seni scoperti e preso ad accarezzarli e baciarli, poi l’aveva spogliata completamente.
La situazione le piaceva e insieme le faceva paura, quindi aveva deciso di fare quello che lui voleva, lasciandosi accarezzare e aprendosi alle sue carezze.
Lui l’aveva girata su dei cuscini e preso ad accarezzarla da dietro, dalla nuca alle cosce, passando per la schiena abbronzata, insistendo particolarmente sulle sue natiche, massaggiandola e carezzandola. Senza dire una parola.
Quindi si era posto dietro di lei e senza nemmeno sfiorare la sua figa aveva appoggiato un cazzo durissimo direttamente sullo stretto orifizio anale. Aveva preso qualcosa che aveva un odore forte di grasso animale e con quello aveva lubrificato il suo pene e l’ano contratto, tenendole il culo sollevato. Poi l’aveva penetrata.

Era veramente grosso e così quasi a freddo le faceva male. Si era lamentata un po’ ma quello era stato senza pietà, aveva continuato a spingere fino a che la sua pancia prominente le si era appoggiata sulle natiche. Lentamente lo aveva estratto quasi del tutto, per poi rientrare profondamente in lei.
Era un esperto conoscitore del culo, lei si trovò a pensare che probabilmente usava in quel modo sia femmine che giovani maschi indifferentemente, questo pensiero la eccitava. Si rendeva conto che lui stava usando il suo orifizio anale per il suo piacere, indifferente al resto del corpo ora che aveva raggiunto il suo scopo che era quello di penetrare dentro di lei, attraverso l’ano, con il suo nodoso bastone di carne.
Si era mosso piano fino a quando non aveva sentito che ormai lei era aperta del tutto, lo sfintere rilassato e morbido. Allora aveva aumentato il ritmo, ma senza mai accelerare bruscamente. Aveva continuità e metodo.

Lei sentiva che lui l’avrebbe inculata in quel modo inesorabile anche se lei si fosse ribellata, anche se avesse pianto e strepitato, anche se si fosse dimenata cercando di sfuggirgli. Stava prona sotto quell’arabo dall’età indefinibile, dalle mani unte di grasso di montone, la faccia sbattuta su un cuscino che solo la penombra faceva dimenticare quanto fosse lercio, a subire una dura punizione con quel randello di carne che la penetrava senza ritegno, lei ricca occidentale, puttana italiana da inculare con la stessa indifferenza fosse stata un ragazzino o una pecora. C’era qualcosa di inevitabile, in quella sodomizzazione. Un fio da pagare. Una riscossione giusta e doverosa.

Solo un lungo e profondo sospiro ed una stretta sui fianchi a tenerla schiacciata contro il suo ventre le aveva fatto capire che lui aveva finito e stava scaricandole il suo piacere dentro, suggellando con il suo sperma un accordo cui aveva adempiuto.

Continuò a muoversi dentro di lei, sempre più piano fino a scivolare fuori lentamente, si era asciugato e pulito il pene con un fazzoletto, aveva commentato con qualche parola tipo un apprezzamento, o forse era un grazie, ed era uscito, lasciandola nuda e con la sborra che gocciolava dal culo aperto e palpitante.

Allora era entrato l’altro che come se avesse paura che lei volesse ripensarci le si era buttato addosso piuttosto violentemente, tenendola stretta per un braccio mentre si spogliava. Lei le diceva che le faceva male e che non aveva nessuna intenzione di scappare ma quello probabilmente scambiava le sue parole per delle lamentele e diventava ancora più aggressivo. Forse si era eccitato assistendo alla sodomizzazione. O forse aveva paura di non avere tempo di prendersi il suo piacere.

Era riuscito a tirare fuori il pene e glielo aveva spinto in bocca. Farfugliando delle parole sconnesse.
Senza mai lasciarle il polso, stringendolo fra le dita forti, le strofinava il pene congestionato sulle labbra, entrava e usciva dalla sua bocca, dilatandole le guance, strusciando sui denti. Pochi secondi di questa specie di masturbazione sul suo viso ed era esploso in una serie di zampilli cogliendola in bocca e sul viso, sul collo, sui seni, i capelli, il vestito. Lasciandole finalmente il polso, imbrattata, a nettarsi il volto dal frutto viscido e salato del suo orgasmo.

L’aveva guardata con disprezzo, abbaiando parole sibilanti, sputando per terra. Si era rivestito ed era uscito.

Era rientrato Abdel e aveva visto nei suoi occhi lo stesso disprezzo. Lei era nuda dalla vita in giù, una pozza bagnata sul cuscino dove aveva appoggiato le natiche violate. Lo sperma che ancora le inghirlandava i capelli.

Lei rassegnata ed eccitata si aspettava che ora fosse lui a scoparla, ad usarla. Ma lui le aveva dato il pacchettino di hashish che avevano concordato di acquistare e si era fatto dare i soldi.
Lei allora si era rivestita aveva detto che aveva necessità di lavarsi e di andare in bagno.
Allora Abdel l’aveva accompagnata in un posto che si poteva chiamare bagno, c’era una turca e un secchio, con dell’acqua.

Lei aveva voglia. La lunga inculata e il cazzo che le era stato imposto di leccare e succhiare, ma la situazione soprattutto, le avevano messo una voglia terribile di godere. Voleva un maschio dentro di lei, duro. A farle male. Si sarebbe fatta scopare da chiunque, anche un vecchio laido le sarebbe andato bene, anche un pastore sdentato e cotto dal sole, anche un pescatore bruciato dal sale, di quelli che vedevamo nei villaggi che attraversavamo e che la guardavano con occhi indecifrabili…. purché l’avessero sfondata a lungo nella figa e riempita del loro sperma.

Notava come Abdel la guardasse, pur con gli occhi bassi. Per cui l’aveva provocato, si era tolta la maglietta davanti a lui, chiedendole di tenere il secchio mentre lei sciacquava via lo sperma che andava seccandosi sulla sua pelle.

Aveva notato il rigonfiamento evidente nei pantaloni del ragazzo e non aveva resistito: ci aveva passato una mano sentendo che era duro e grosso.
Lui l’aveva lasciata fare. Allora si era chinata, lo aveva tirato fuori e glielo aveva preso in bocca. Lui stava con gli occhi chiusi, il cazzo durissimo e non faceva niente. Lei si stava godendo quel cazzo scuro e pulsante, dall’odore dolciastro.

Poi lui, come se si fosse improvvisamente svegliato, borbottando fra se parole senza senso, suoni gutturali e quelle che sembravano imprecazioni, le aveva strappato quasi di dosso i pantaloni leggeri che portava e appoggiata al muro glielo aveva infilato in figa di botto, agevolato dal fatto che lei era bagnata e non aspettava altro.
Sempre mugugnando qualcosa a mezza bocca l’aveva scopata violentemente fino a che quasi urlando le era venuto dentro. Lei che stava quasi per godere, si era girata, chinata, glielo aveva preso in bocca e nel frattempo si toccava la figa e riusciva finalmente a venire.

Lui per qualche istante era rimasto lì a farselo leccare, poi aveva fatto un passo indietro, l’aveva chiamata puttana in italiano e poi con altri termini che sembravano insulti nella sua lingua’ e improvvisamente aveva preso a pisciarle addosso. Un gesto di sfregio verso quella femmina che alla fine era riuscita a circuirlo.

E lei era venuta di nuovo, sentendosi colpita dal getto di urina sulla pancia, sul seno, e poi sul viso… si era masturbata furiosamente, lenendo finalmente la voglia che che la stava divorando.

Abdel se ne era andato. Lei si era sciacquata come poteva, si era rivestita ed era uscita.
La macchina di Abdel non c’era più. C’era il primo dei due uomini, quello che l’aveva sodomizzata.

A gesti, e con qualche parola di francese e di inglese, gli aveva detto che doveva tornare in albergo.

Lui le aveva fatto capire che dopo’ dopo ce l’avrebbe portata. L’aveva spogliata e fatta sdraiare sui cuscini e l’aveva scopata, questa volta a lungo e nella fica.

Lei era venuta due volte, prima che lui le venisse dentro.

Poi aveva chiamato un uomo che era andato a prendere un furgone e questo l’aveva accompagnata al villaggio.

E così era arrivata in albergo mi aveva raccontato tutto, mentre fumavamo una sigaretta di quel fumo morbido e oleoso.

Sentivo l’odore acre del suo sudore e quello degli uomini che l’avevano avuta, le mutandine erano fradice. Me le passò sotto al naso e sulle labbra.
Si sdraiò sul letto e mi ordinò di leccarla a fondo.
‘voglio venire almeno due volte, voglio fare un bagno e poi dormire”

Lei mi raccontava’ ritornava sui particolari e sulle sensazioni provate, mi diceva del cazzo di Abdel e di come le era saltato in faccia, appena liberato dai pantaloni, della sua cappella stranamente rosata su un membro scuro e di come l’avesse sentito venire in profondità allagandole la figa. Mi diceva di come l’altro lo avesse ricurvo e di come sprizzasse sperma tenendoselo stretto puntato sul suo viso come un’arma. Mi diceva di come all’ultimo l’avesse scopata appoggiata ad un tavolo, che lei credeva volesse nuovamente il suo culo mentre invece lui l’avesse questa volta presa in figa, incurante o forse inconsapevole che fosse piena del seme del maschio che l’aveva preceduto.

Io la leccavo e succhiavo mentre mi incitava carezzandomi la testa, guidando la mia bocca per il suo piacere.
‘ti piace così saporita, bella farcita di crema del marocco’eh’ ti piace mandare in giro la tua donna che poi la trattano come la peggiore prostituta e la sborrano in tutti i buchi e le pisciano addosso in un cesso schifoso’ fammi venire nella tua bocca’ ‘

E così fece.
E poi si immerse nella vasca dell’idromassaggio, mentre io davanti al suo sguardo compiaciuto mi masturbavo.

Abdel il giorno dopo non si presentò in albergo.
Forse temeva ritorsioni.

….
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Autore Pubblicato il: 26 Novembre 2010Categorie: Racconti 69, Racconti Cuckold, Racconti di Dominazione, Trio0 Commenti

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