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Una settimana prima della partenza il ragazzo della sorella di mia moglie ci dice che non può venire in vacanza dove abbiamo prenotato.
“Dai Anna, tu vieni! Se Franco deve lavorare tu che cosa resti a fare a Roma?” dice mia moglie alla sorella più giovane.

Provano a chiamare in hotel per disdire senza penali.
Non c’è problema, siamo vecchi clienti e d’altro canto non hanno difficoltà ad affittare la stanza che si è liberata.
Anna dormirà con noi, nel terzo letto della stanza.

Quando siamo lì la presenza di Anna mi arrapa non poco. Vederla girare seminuda per la stanza, le coscie e il culo ben torniti, i seni pesanti… il suo profumo.

A letto con mia moglie facciamo sesso piano, a pochi metri da lei. E io mi eccito pensando che lei ci possa sentire.

Anna è una bella ragazza, un po’ timida. Remissiva.

La quarta notte che dormiamo insieme abbiamo bevuto molto, lei in particolare va a letto che ha difficoltà a parlare.

Aspetto che Giorgia, mia moglie, si addormenti.
Quindi piano piano mi alzo e mi avvicino nel buio, solo con la luce delle lampade esterne che riflettono nella stanza, al letto di Anna.

La scopro, piano piano.
Appare il biancore della pelle.
Libero un seno dalla sottoveste, accarezzo il capezzolo lievemente.
Mi chino verso di lei. Aspiro il profumo della sua pelle,
Scendo verso il suo inguine.
A pochi centimetri dalle sue mutandine percepisco il suo calore sul mio viso. Ho una voglia folle di affondare il viso verso il suo sesso, fra le sue coscie.

Mi rialzo. Dovrei tornare a letto. Fermarmi finché sono in tempo. Ma non ci riesco, ho il cuore che mi batte a mille, pompa sangue in tutto il mio corpo e in particolare nel cazzo che è duro, dolorosamente congestionato.

Lo tiro fuori. Mi da sollievo stringerlo forte con la mano, scappellarlo con decisione. Dio che voglia di venire, subito.

Mi appoggio alla parete con le mani, se spingo il bacino avanti riesco a toccare il suo viso con il pene.
La cappella struscia sulle sue gote, sulle labbra, sul naso.

Lei si muove e per scacciare il fastidio che la solletica si gira verso di me in un modo che mi facilita l’insano desiderio.
Le forzo la bocca con la cappella e mi faccio strada sotto le sue labbra. La chiostra dei denti mi impedisce di entrare nella sua bocca che sento bollente.

Oddio quanto vorrei penetrarla, così, mente dorme.
Usare le sue entrate e mio piacimento per il mio pene e la mia lingua.

Le forzo la bocca con la mano, aprendola dal mento.
E’ doloroso sentire i denti ma riesco ad entrare ancora un pò.

Si scosta. Si è svegliata.

“ma!?? cosa… chi stai facendo?” mi dice.
Non so se mi ha riconosciuto.
“sono io…. roberto… zitta. mi piaci troppo. non resisto…”
“nooo fermo. e giorgia?”
mi allontana con le mani, si tira indietro verso il punto più lontano del letto.
io le prendo una mano e me la porto sul cazzo durissimo.
“senti quanto ti voglio… sentilo… stringilo…”
“noooo dai… ti prego… ” tira la mano indietro.
“giorgia dorme… zitta che se no si sveglia… ”

Poteva alzare la voce, poteva allontanarmi.
Invece continua a dire sottovoce…”nooo dai, ti prego.. stai buono… vai a letto tuo…”
Mi eccita da morire e mi fa insistere.
Le prendo la testa e la porto verso il mio cazzo.
Lei recalcitra, continua a tirarsi indietro, tiene la bocca serrata…

“zitta dai e apri la bocca… non far svegliare tua sorella… che figura ci facciamo con lei e poi con il tuo fidanzato…”

Apre la bocca per un ultimo no e la cappella entra dentro di lei.
Non si allontana. Le mani che tengo ferme con una mia mano cedono a poco a poco. Non fa più resistenza.
Affondo nella sua bocca. Ci metto pochissimo a eiaculare con degli schizzi. Non la finisco più di sborrare. La sento trangugiare. Resto dentro di lei. Aspetto che l’eccitazione cali un po’.

Esco.
Lei dice: “sei contento ora? non me lo dovevi far fare…”
“tranquilla, non lo saprà nessuno”… le dico.

Autore Pubblicato il: 15 Luglio 2010Categorie: Racconti di Dominazione0 Commenti

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