Leggi qui tutti i racconti erotici di: bruno55

Che stranezza, il numeratore dei capitoli insiste a dirmi che questo è il capitolo 14, quando l’ultimo che ho scritto era il 10; boh, misteri della fede.

Tiriamo avanti, eravamo rimasti al termine del weekend per festeggiare i 70 anni di mia madre; il weekend successivo, come pianificato, io e Gabriella siamo andati alla SPA in provincia di Siena per un fantastico weekend di cure e sesso sfrenato; approfittando di essere fra i pochi ospiti e di avere a disposizione interi settori solo per noi due per parecchio tempo, ne abbiamo approfittato per fare sesso anche al di fuori della nostra stanza; in particolare il sabato prima di pranzo siamo entrati nel bagno a vapore, con visibilità praticamente nulla per la nebbia che ricopriva l’intera saletta, quando ho visto che eravamo solo noi, e sentendo il suo corpo appiccicato al mio, non ho resistito alla tentazione di infilare la mano sotto al pezzo sopra del suo costume: “Mmmmmmmmmmmmm ma che fai sei matto?” “Si amore mio matto di te”, ho slacciato il pezzo sopra liberando le sue mammellone che ho cominciato a slinguazzare intorno ai capezzoli: “Mmmmmmmmmmm oooooohhhhhh ma che faiiiiii oooohhhhhh ci cacciano via”, ma nel frattempo mi aveva infilato la mano sotto il costume e iniziato a palparmi il cazzo che cominciava a tirarmi sempre di più: “Cazzo amore mio, se non mi lasci le tette ti monto sopra oddioooooooo” “Non hai capito che è quello che voglio?” “Ma se ci beccano?” “Dai facciamo piano su” e mi sono spostato in giù il costume; lei ha fatto lo stesso e siccome ero già duro mi è montata sopra: “Aaaaaaahhhhhhh aaaaaaaaaaahhhhhhhhh” “No così però” le ho detto mettendole la mano davanti alla bocca: “MMMMMMMMMMMMMHHHHH” mugolava la mia adorata mentre io, senza smettere di muovere il bacino, tendevo l’orecchio per sentire che non entrasse nessuno: “Ok sfogati un po'” e le ho tolto la mano dalla bocca: “Oooooooohhhhhh aaaaaaaaaahhhhhh cazzoooooooooo” “Basta così” gliel’ho ritappata, e ho ripreso a stantuffarla mentre lei mi si dimenava strusciando i suoi provoloni sul mio petto: “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMHHHHHHHHHHHH …… vengooooooooohhhhhhh” è riuscita a urlare dopo avermi morso la mano: “Ti possino amore mio” “Scusa non resistevo proprioooooohhhh aaaaahhhhhhh” “Si ma così non si può, alzati” lei con lo sguardo un po’ contrariato mi ha obbedito e mi sono avvolto l’asciugamano sul ventre: “Ahahahahah amore mio si vede benissimo che ce l’hai dritto” “Si ma voglio solo dare un’occhiata al corridoio” mi sono affacciato dalla porta del bagno turco ed ho visto che il corridoio era deserto da ambo i lati e sono tornato da lei: “Mettiamoci dietro alla fontana, il rumore dell’acqua ci copre meglio e da li vediamo se arriva qualcuno”; l’ho fatta mettere a novanta gradi dietro la fontana e l’ho impalata a pecorina: “Oooooooooaaaaaahhhhhhhh cazzzooooooo come godooooo”; l’ho chiavata a perdifiato per dieci minuti almeno, facendola venire altre due volte, e alla fine le ho innaffiato la figona con una sborrata lunghissima: “Cazzo amore mio che scopata, meno male che non è entrato nessuno” mi ha detto lei dopo che ci eravamo ricomposti: “Dai Gabri, adesso ci facciamo una doccia e andiamo a pranzo”; a tavola ci aspettava il piatto che chiamavano il tagliere del buttero, dove oltre a un po’ di verdure cotte c’era un bell’assortimento di salumi e formaggi che abbiamo ripulito in una mezz’ora, per poi passare il pomeriggio usufruendo di tutte le attrattive della SPA, compreso un massaggio rilassante fatto da una bella ragazza russa, con le velate minacce della mia adorata a comportarmi bene; la notte a letto l’ho presa altre due volte e lo stesso la notte successiva, e la domenica dopo pranzo ce ne siamo tornati a casa.

Dopo circa sei mesi è avvenuto un altro fatto degno di essere raccontato; stavo lavorando quando ho sentito il beep del mio cellulare avvisarmi dell’arrivo di un SMS; il numero di provenienza mi era sconosciuto e l’ho aperto aspettandomi il solito invito a cliccare su un link, come tanti che ne avevo ricevuto e regolarmente cestinato; non mi aspettavo certo di leggere: <<Ciao Riccardo, sono tua zia Fiorella; immagino che tu sia sorpreso di ricevere un mio messaggio …. >> più che sorpreso non me ne frega niente mi sono detto: << ….. dopo tutte le incomprensioni che ci sono state fra di noi ….. >> incomprensioni un cazzo zia; e poi perchè parli al passato, le incomprensioni come le chiami tu ci sono ancora tutte: << ….. ma proprio perchè penso che siano durate abbastanza, volevo chiederti se ti va di vederci io e te, magari a pranzo; io sto in zona Piazza di Spagna, fammi sapere grazie>>; Piazza di Spagna eh? Ti dice anche bene, questi giorni lavoro a Piazzale Flaminio, non siamo per niente lontani; ovviamente ho subito chiamato Gabriella: “Strano che voglia vederti” mi ha risposto dopo che l’ho informata della novità “Sono d’accordo è molto strano; a meno che non sia successo qualcosa che ignoriamo” “Beh senti, decidi tu amore mio, quello che fai per me va bene” “No aspetta; se è per me sto benissimo anche senza parlarle, dimmi cosa vorresti tu che io faccia” “Toccata. Si sono curiosa di sapere cosa vuole da te; o meglio cosa vogliono, sono sicura che anche Donatella è d’accordo con lei, quelle vanno sempre in coppia”; ci siamo salutati ed ho inviato la risposta a zia: <<Ciao zia, si può fare, ma preferirei parlarne a voce, puoi telefonarmi anche subito sempre a questo numero>> si lo so è un po’ da stronzi, ma volevo essere sicuro che non fosse uno scherzo di qualcuno; neanche un minuto e il mio cellulare ha attaccato la melodia di Drive dei Cars che tenevo allora come suoneria: “Pronto” “Ciao Riccardo sono zia Fiorella” “Ciao a te, dimmi dove e a che ora” “Tu dove stai?” “A Piazzale Flaminio” “Ottimo siamo vicini; senti io preferirei mangiare un panino e camminare se per te è lo stesso; c’è un ottimo alimentari a Via di Ripetta, vicino a Piazza del Popolo, possiamo vederci la verso le 12:30, prima che arrivino tutti quelli degli uffici intorno” “Si va bene, credo di aver capito qual’è; d’accordo a più tardi”; erano le 11 e mi sono rimesso a lavorare, ma ammetto che il pensiero di dover rivedere mia zia dopo più di otto anni che non ci vedevamo mi ha distratto parecchio; alle 12 e 15 sono uscito, nonostante tutto non mi andava di farla aspettare; tuttavia quando sono arrivato in vista dell’alimentari, anche se ero in anticipo di cinque minuti ho visto che lei era già li; indossava un giaccone lungo in pelle e sotto pantaloni sempre in pelle e un maglioncino leggero che metteva in risalto le sue forme e dovevo ammettere che si portava assai bene i suoi quasi 68 anni; anche se era d’accordo con zia Donatella, era li da sola, l’ho salutata e ho ricambiato meccanicamente il bacio che mi ha dato sulla guancia.

“Prendiamoci da mangiare prima che arrivi la mandria” mi ha detto entrando nel negozio, e ce la siamo sbrigata in cinque minuti, non c’erano quasi clienti; io ho optato per un panino con il lonzino e lei con prosciutto di Praga e pecorino rosso di Pienza: “Senza formaggio il tuo panino? Mi sembra incredibile” mi ha sorriso lei all’uscita: “Si lo so, ma quando stiamo insieme lo mangiamo praticamente ad ogni pasto, e allora ci siamo ripromessi che durante il lavoro lo evitiamo” il velato riferimento a Gabriella le ha tolto il sorriso: “Dove vuoi che andiamo?” “Decidi tu zia, per me va bene qualunque posto” “Giardini di Nettuno a mangiarci il panino e poi passeggiamo per via del Corso va bene?” “Benissimo, andiamo”; dopo cinque minuti eravamo seduti su una panca e abbiamo cominciato a mangiarci i panini: “Buono vero?” “Si ottimo, hai avuto una bella idea zia, bisogna che ci ritorno” “Mi fa piacere; vedo che fai fatica a chiamarmi zia” “Già, deve essere la mancanza di abitudine; a Gabriella non ce la chiamo da quando stiamo insieme, da parte di mio padre ho solo zio Paolo, e il resto è inutile che lo specifico” “Si è inutile hai ragione, è meglio che venga al dunque se per te va bene” “Decisamente si” “Senti una domanda prima; Gabriella lo sa che pranziamo insieme?” “Lo sa; non faccio niente alle sue spalle e non ho segreti per lei” le ho risposto alzando leggermente il tono della voce: “Ti parla mai di me e di tua zia Donatella?” “Non più da parecchio tempo, anche perchè senza offesa le ho detto che è un argomento che mi interessa fino a un certo punto; lei però è dispiaciuta di questa cazzo di situazione, me ne accorgo benissimo. Ma non dirmi che hai voluto incontrarmi per farmi un terzo grado” “No no Riccardo, non è così te lo assicuro; deduco che Gabriella non ti ha informato di una cosa, allora è giusto che lo faccia io”; l’ho guardata sospettoso, pronto a mandarla affanculo e ad andarmene se solo si fosse azzardata a spettegolarmi qualcosa sulla mia adorata: “Vedi Riccardo, io e tua zia Donatella ce la siamo presa molto a male per quello che avete fatto …. no ti prego lasciami finire poi mi dici” ha bloccato la mia replica “E quando tua madre ci ha detto che voleva fare la pace con voi perchè gli mancavate tanto ci è sembrato un tradimento bello e buono; solo perchè siamo molto attaccate fin da bambine, abbiamo continuato a vederci” “Senti zia, prima che prosegui, cosa speri di ottenere dicendomi questo? A parte farti mandare affanculo e farmi andare via?” “Riccardo per favore, abbi un po’ di pazienza e ci arrivo, devo dirti tutto quanto e sono sicura che alla fine capirai; ho un’ultima domanda; Gabriella ti ha mai parlato dei nostri messaggi?” “No” “La nostra rabbia era tale che da quel giorno che ci avete detto che stavate insieme abbiamo mandato un messaggio a settimana a Gabriella dicendole quello che pensavamo di lei” e così dicendo ha abbassato lo sguardo: “E no zia, mi devi guardare in faccia mentre parli; facciamoci una passeggiata visto che abbiamo finito di mangiare, e devi dirmi tutto, non preoccuparti non ti metterei mai le mani addosso, anche se te le meritassi” e ci siamo diretti verso via del Corso: “Cosa le scrivevate?” “Quello che pensavamo di lei, ce l’avevamo più con lei che con te, il termine zoccola era il più ricorrente” “Che coppia di stronze siete” “D’accordo fammi continuare; Gabriella non ci ha mai risposto, fino a sei mesi fa; e la sua risposta ci ha sconvolte” “La cosa mi fa molto piacere mi pare ovvio; e cosa vi ha detto per sconvolgervi tanto?” non riuscivo a nascondere il mio sarcasmo: “La ami così tanto?” “Credo che tu non lo potrai mai capire cosa siamo l’uno per l’altro io e tua sorella” “Mai dire mai Riccardo” “Lascia perdere le citazioni da film e rispondi alla mia domanda; cosa vi ha sconvolto della risposta di Gabriella?” “Ci ha mandato due foto, una dei nostri figli insieme ai tuoi fratelli, immagino gliela abbia data tua madre e un’altra foto di una persona nostro conoscente” “Una foto di loro quattro insieme me l’ha fatta vedere mamma, forse è la stessa”; lei me l’ha mostrata e gliel’ho confermato: “E l’altra?” “Eccola qui l’altra” e mi ha mostrato la foto di un uomo che aveva pressappoco la sua età, l’ho guardato attentamente e l’ho riconosciuto: “Ma questo l’ho già visto, ero bambino ma me lo ricordo bene al battesimo di tutti e quattro i miei fratelli e cugini; fammi rivedere la loro foto” e lei me l’ha mostrata di nuovo con gli occhi bassi; eravamo di fronte ad un bar, con una sala interna: “Senti entriamo a prenderci un caffè e sediamoci zia, lontani da occhi indiscreti”; una volta seduti nella sala interna, su un tavolo abbastanza distante dagli altri avventori ho proseguito: “Ok zia, mi è fin troppo chiaro cosa vi ha sconvolte; dopo tanti anni passati a dare della zoccola alla mia compagna, lei vi ha sbattuto in faccia che le vere zocccole siete voi due, dimmi se sbaglio; quel tizio in foto è spiccicato ai miei cugini, che sono già spiccicati fra di loro”; le ho visto scendere una lacrima sulla guancia ed ha abbassato il capo: “Si è così Riccardo” mi ha risposto fra i singhiozzi e le ho allungato una mano sulla spalla: “Dai zia, non mi da nessuna soddisfazione vederti piangere, ma devi ancora spiegarmi un po’ di cose; dai asciugati gli occhi e beviti il caffè” e dopo qualche minuto ha ripreso: “Gabriella ci ha anche scritto che se le mandavamo altri messaggi avrebbe mandato le foto ai tuoi zii” “E voi che avete fatto?” “Le abbiamo detto che non capivamo di che parlava, che si sbagliava, che non si doveva permettere, ma lei non ci ha mai risposto; dopo un po’ abbiamo provato a dirle che forse era l’ora di capirci e perdonarci, ma lei ha risposto che non deve farsi perdonare di niente e che prima di rivederci pretende le nostre scuse e quelle delle nostre famiglie a lei e a te” “Hai altro da dirmi?” “Non lo so Riccardo, ho una paura terribile per il mio matrimonio; io lo amo da morire a mio marito, ho fatto una cosa terribile e me ne sono pentita quasi subito e anche Donatella se ne è pentita, infatti con quell’uomo non ci vediamo più da decenni; ti prego Riccardo, se vuoi mi metto pure in ginocchio, sono stata una stronza lo so, siamo entrambe disposte a scusarci con voi, dillo anche a Gabriella ti prego”; invece di rispondere le ho domandato “Senti, zia Donatella dov’è?” “Che intendi dire?” “Che come dice mamma, voi due andate sempre in coppia, ma siccome tu sei sempre stata più intraprendente di lei, sono sicuro che è qui nelle vicinanze; per cui chiamala e dille di raggiungerci, quello che ho da dire lo voglio dire ad entrambe non lo voglio ripetere”; lei ha esitato un po’ ma poi ha preso il cellulare: “Dona, siamo al caffè vicino al negozio di scarpe, nella saletta interna, raggiungici qui; ok ti aspettiamo” e si è rivolta a me: “Sta arrivando, ma tu non devi rientrare in ufficio?” “Tranquilla ho detto che rientro più tardi”.

Zia Donatella ci ha raggiunto dopo dieci minuti, anche lei con un completo di pelle di colore diverso da quello della sorella; anche con lei mi sono scambiato un freddo bacio sulle guance: “Gli ho detto tutto Donatella” ha esordito zia Fiorella e ho cominciato a parlare: “Si mi ha detto tutto quello che mi ha detto; vi dico subito che la voglia di sfancularvi ad entrambe è tantissima, ma se non lo faccio c’è un motivo; io amo vostra sorella, in un modo che due come voi non possono assolutamente capire, e lei ama me allo stesso modo; il vostro ostracismo, unito a quello di mia madre i primi anni è solo servito a rafforzare il rapporto che c’è tra noi due, e per fortuna mio padre prima e le mie cognate dopo lo hanno fatto capire a mamma e ai miei fratelli; voi due però, invece di farvi qualche domanda sul fatto che vostra sorella più grande, coinvolta il doppio di voi in questa storia, abbia capito di aver sbagliato e che forse sbagliavate anche voi, avete continuato con il vostro odio stupido e ridicolo, e come se non bastasse avete anche tormentato Gabriella con i vostri insulti; non me ne ha mai parlato e ha fatto bene, perchè ve l’avrei fatta pagare e molto cara; e questo vi deve far capire che donna eccezionale è la mia compagna, perchè oltre a non volere che io facessi uno sproposito, non mi ha detto nulla perchè nonostante la vostra grettezza e stronzaggine, lei non ha mai smesso di volervi bene e soffre molto per questa situazione, come soffre molto per non aver mai visto i figli di Andrea e Francesco, perchè vuole bene da morire anche a loro; per quanto mi riguarda, a me non frega niente con chi avete concepito i miei cugini, sia perchè con me non c’è mai stato il rapporto che hanno con Roberto e Rodolfo, sia perchè sono cazzi vostri e loro; e sono sicuro che Gabriella non ha nessuna intenzione di dirlo ai vostri mariti, se voi due smetterete di fare le stronze. Riguardo alle scuse di cui mi hai detto, se sono dettate dalla paura per il vostro matrimonio ve le potete anche tenere, per me la faccenda si chiude qui; se volete sinceramente scusarvi invece, credo che Gabriella sia disposta ad ascoltarvi; ma dovrete ingoiare il vostro orgoglio del cazzo e parlarne direttamente con lei, stasera saprà tutto quello che ci siamo detti oggi, per cui da domani tocca a voi decidere. Se volete aggiungere qualcosa ditemi”; con mia grande sorpresa è stata zia Donatella a parlare: “Si Riccardo, ci hai sbattuto in faccia tutto il tuo disprezzo che forse ci meritiamo; non metto in dubbio l’amore fra te e Gabriella, ma non è obbligatorio avere la mente aperta, e per me è sempre un abominio quello che avete fatto e continuate a fare; io sono una donna cattolica e queste cose non le concepisco e sono sicura che tua madre lo abbia accettato solo perchè sei suo figlio” “Mia madre lo ha accettato perchè mi vuole bene e vuole bene a Gabriella, non dire stronzate zia; è inutile, nonostante decenni in città sei rimasta una bigotta campagnola di prima categoria, e non te lo dico per offenderti ma perchè se sei così non è colpa tua, sei così e basta, e non so da chi hai preso perchè grazie al cielo nonna non era così; tralasciando che quando vuoi fai i cazzi tuoi fregandotene della religione, è bello guardare solo i panni altrui vero? E adesso basta per davvero, non credo ci sia altro da dire, a voi la scelta care le mie zie; il caffè lo pago io, arrivederci o addio, dipende da voi” e dicendo questo ho fatto un cenno di saluto e me ne sono tornato in ufficio.

Cazzo come mi sentivo bene, mi sembrava di camminare a dieci centimetri da terra, mi ero tolto un dente che mi tenevo da anni; che soddisfazione sputargli in faccia il mio disprezzo a quelle due stronze, e non mi preoccupava neanche la reazione di Gabriella, in fondo era stata lei a dirmi di andare, io ne avrei fatto anche a meno; quel pomeriggio ho continuato il mio lavoro e come sempre alle sei di sera ho staccato per tornarmene a casa; quel giorno ho trovato un traffico della madonna e sono arrivato che erano quasi le otto: “Cominciavo a preoccuparmi amore mio” mi ha detto Gabriella prima di abbracciarmi e mettere le sue labbra sulle mie per il nostro lungo bacio alla francese: “Mi rimetti al mondo con i tuoi baci amore mio” le ho detto e ho proseguito: “Specie dopo aver rivisto quelle due” “No no, adesso non voglio sapere niente; vai su, ti cambi e poi ci mettiamo sul divano e mi racconti tutto; tanto la cena è già in forno, oggi ho preparato il tortino con funghi e piselli” “E basta?” “Spiritoso, sai che quello non manca mai in tavola, dai vai e sbrigati, mi hai incuriosita”.

Dopo una decina di minuti sono sceso in salone e l’ho trovata che mi attendeva sul divano, con due bicchieri di ginger sul tavolinetto, mi sono seduto accanto a lei e mi ha passato uno dei bicchieri: “Alla nostra amore mio” e dopo il cincin e il primo sorso ci siamo scambiati un altro lungo bacio: “Dai adesso racconta tutto alla tua topolona” e abbracciati stretti sul divano le ho raccontato per filo e per segno tutta la discussione avuta prima con zia Fiorella e poi con entrambe; mi ha ascoltato senza interrompermi, e senza reazioni particolari, almeno fino a che non le ho detto della sparata finale di zia Donatella che l’ha fatta innervosire un po’, salvo poi calmarsi e sorridere quando le ho detto della mia risposta; alla fine mi ha preso le mani e mi ha guardato fisso con quegli occhioni di smeraldo che avevano il potere di sciogliermi tutto: “Che impressione hai avuto?” “Mi è sembrato tanto un gioco delle parti, una ha fatto la falsa piagnona e l’altra la falsa dura; poi mi ha dato molto fastidio che non siano arrivate insieme all’appuntamento, un giochetto stupido; per il resto non so che dirti, non so cosa faranno adesso; dimmi una cosa però, ho capito bene il motivo per cui non mi hai mai detto nulla?” “Certo che l’hai capito Riccardo, soprattutto la tua reazione mi preoccupava, hai un po’ sopravvalutato il mio affetto per loro, ma non potevo permettere che tu facessi qualche stronzata per colpa loro e ho preferito ignorarle completamente” “Già e la cosa ha fatto rodere il culo ad entrambe amore mio; adesso dimmi tu cosa pensi che succederà”; lei mi ha guardato per un po’ e poi è partita: “Cosa succederà? Stando a quanto ti ha detto quella stronza di Donatella non succederà proprio nulla, la bigottone come dici tu continueranno ad ignorarci e a vivere la loro vita di ipocrite; detto fra noi poi, non ci credo neanche tanto che non vedano più da decenni quell’uomo, come ti ha detto Fiorella; e il gioco delle parti che hanno fatto è tipico di entrambe, Fiorella più coraggiosa e lacrimosa e Donatella più vigliacca e ostinata; però credo che Fiorella sia stata sincera e che voglia veramente scusarsi e chiudere la questione, e se è così si aprirà un duello fra loro due e la cosa sinceramente mi fa sorridere; se prevarrà Fiorella si faranno sentire, altrimenti continueranno ad ignorarci” “Magari solo zia Fiorella farà il passo” “No figurati, quelle due devono andare in coppia su tutto, hai visto come vanno vestite? Mi hai detto tu che a parte i colori erano uguali” “Si è vero, zia Fiorella completo in pelle grigio scuro e maglioncino bordeaux, e l’altra il contrario, completo in pelle bordeaux e maglioncino grigio scuro” “Ahahahahah devono sempre fare l’una la complementare dell’altra; sono sempre state così, attaccatissime per tutto, sai ho sempre pensato che il giorno, spero lontano, in cui una delle due se ne andrà, l’altra non le potrà sopravvivere a lungo” “Dai amore basta con i pensieri tristi, a me l’aperitivo ha messo ancora più fame di prima” “Ahah dai si aiutami a preparare” ed abbiamo apparecchiato la tavole, per poi andare in cucina: “Io tolgo il tortino dal forno, tu prendi il tagliere col formaggio” mi ha detto indossando un guanto ignifugo; il tagliere conteneva un grosso pezzo di pecorino di fossa con un odore molto pungente, e abbiamo portato il tutto a tavola; il tortino era veramente squisito, e la fetta di pecorino che ci siamo concessi dopo ha degnamente coronato la cena; siamo stati un’altra oretta sul divano a parlare della giornata e alla fine ce ne siamo andati a letto, dove come sempre: “Oooooooohhhh” “Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh” ci siamo concessi l’un l’altra in un fantastico amplesso.

Gabriella è stata una buona profeta; nessun altro messaggio le è arrivato dalle sorelle da quel giorno in poi, finchè dopo quattro anni mamma ci ha informato fra le lacrime che zia Donatella aveva un tumore al cervello incurabile; dopo neanche un anno, a 72 anni se n’è andata, senza voler rivedere Gabriella neanche per un ultimo abbraccio, e facendo sapere di non volere nessuno di noi due al suo funerale; quel giorno e i successivi sono rimasto sempre vicino alla mia adorata che non smetteva un attimo di piangere di dolore e di rabbia; purtroppo potevo fare ben poco per lei, se non tenerla stretta fra le braccia facendola sfogare, mi sentivo completamente impotente; avevo chiesto ai miei fratelli di stare loro vicino a mamma, poi in qualche modo avrei recuperato, ma in quei momenti ho pensato solo alla mia Gabriella, temendo a volte anche per la sua salute mentale; invece un venerdì sera, due settimane dopo il funerale, sono tornato a casa e l’ho trovata di nuovo sorridente che mi gettava le braccia al collo e mi baciava alla francese: “Bentornato amore mio, sono tornata anche io come vedi; non dimenticherò mai quanto sei stato presente e dolcissimo in questi giorni sei un uomo straordinario Riccardo e io ti amo, ti amo da impazzire” e mi ha di nuovo aperto le labbra con la lingua: “Ehi ma che bella sorpresa mi hai fatto amore mio” sono riuscito a risponderle quando ci siamo staccati: “Ma come mai sei ancora vestita? Vuoi che ti porti a cena fuori?” “No amore, abbiamo ospiti stasera” “Ah si? E chi?” “E’ una piccola sorpresa” e solo allora ho visto che la tavola era apparecchiata per sei persone: “Non vuoi proprio dirmelo?” “No dai solo un po’ di pazienza” e neanche a dirlo ha squillato il citofono, con Gabriella che è andata ad aprire il cancello: “Dai vieni giù amore” mi ha detto e l’ho seguita per le scale e appena uscito ho riconosciuto la macchina di Rodolfo; dalla macchina sono scesi lui e Roberto e hanno aperto gli sportelli posteriori da cui è uscita mamma e con mia grande sorpresa zia Fiorella; lei e Gabriella si sono guardate a lungo e alla fine zia Fiorella le è andata davanti: “Gabriella, non potrai mai perdonarmi lo so e ….” “Vaffanculo e abbracciami, stronza” ha troncato la mia adorata tirandola a se; sono state abbracciate per almeno cinque minuti piangendo entrambe come due bambine, e quando si sono staccate mamma si è avvicinata per abbracciarle entrambe, una scena che sinceramente non avevo mai visto; alla fine la mia adorata l’ha presa per mano: “Andiamo dentro, Fiorella vieni” e tenendosi per mano sono entrate nel portone, seguite da mamma che teneva le mani sulle loro spalle, come una madrina alla cresima: “Ragazzi lasciamole sole per un po'” ho detto ai miei fratelli che stavano per entrare in casa “Facciamoci due passi qui fuori; ditemi un po’, perchè zio Antonio e Andrea non sono venuti?” “Hanno preferito che venisse solo zia, ma sono felicissimi anche loro, e Andrea non vede l’ora di farvi conoscere i suoi figli; meno contenti sono Francesco e zio Mario (il marito della defunta zia Donatella), ma quello è comprensibile direi” “Si Rodolfo, è comprensibile considerando le persone di cui parliamo; quanto ad Andrea e zio Antonio, sia chiaro sono contento soprattutto per Gabriella, ma non è che posso dimenticare tutto come se niente fosse; cazzo sono più di dieci anni che dura questa storia” “Si hai ragione Riccardo” ha risposto Roberto “Ma purtroppo non siamo tutti uguali e devi accettarlo anche tu questo” “Un punto per te fratellino” a cui è seguita una risata da parte di tutti e tre; abbiamo continuato a parlare fuori finchè non ho sentito la voce di Gabriella dalla finestra: “Amore, ragazzi salite dai è quasi pronto”; appena entrati, zia Fiorella mi è venuta incontro: “Avevi ragione tu Riccardo, sono stata una stronza e nient’altro ma credimi, ti voglio bene nipote mio” “E allora smetti di fare la stronza e abbraccia anche me” le ho risposto tirandola a me e stringendola forte; per cena Gabriella aveva preparato la pasta al forno e c’era un tagliere con prosciutto e salame e un altro con caciotta stagionata e provolone piccante; dopo la cena ci hanno raggiunto anche zio Antonio e mio cugino Andrea, con la moglie Luciana e le loro due bambine, Rossella e Brunella (e ti pareva la rima) che finalmente abbiamo conosciuto e che si sono rivelate due tesorine anche loro; quando verso mezzanotte se ne sono andati ho abbracciato forte Gabriella che era ancora visibilmente emozionata; mi ha guardato e mi ha detto: “Sai amore mio, l’unico rammarico è che non siamo riuscite a riunirci tutte e quattro; spero solo che Donatella, ovunque sia ora possa essere felice, se ci guarda” “Non lo possiamo sapere amore mio; a me basta vedere che sei felice te; però penso che se zia è andata dove sta nonna, ci penserà lei a convincerla, magari pure con le cattive”; Gabriella ha sorriso nonostante due lacrime che le scendevano sulle guance: “Dai amore mio, andiamocene a letto, ti ho fatto andare in bianco abbastanza, è ora di ricominciare a vivere” e siamo saliti in stanza da dove pochi minuti dopo si è sentito il nostro marchio di fabbrica: “Ooooooohhhhh” “Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh”.

Per fortuna, la profezia di Gabriella sulla sopravvivenza di zia Fiorella dopo la morte di zia Donatella si è rivelata errata; sono passati tre anni e lei è ancora fra noi e siamo di nuovo una famiglia completamente unita; ebbene si, anche la famiglia di zia Donatella dopo un anno ha deciso di seppellire l’ascia di guerra e di riconciliarsi con il resto del parentado, spero con buona pace della defunta; e con questo termina per davvero il racconto del passato, si ritorna a parlare del presente, partendo dalla mattina di sabato quando mi sveglierò con lo strapon della mia adorata nel culo.

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