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“Ma veramente mamma? Gli hai detto proprio così?” “Si Riccardo, se ne andassero affanculo tutte e due; ho provato in tutti i modi a farglielo capire; ma come, io che in teoria sono la più coinvolta in questa storia mi sono resa conto che sono stata idiota, non capisco perchè loro devono insistere con questo atteggiamento; si gli ho detto proprio che se dovevo scegliere tra loro e voi due sceglievo voi due, senza pensarci”; io e Gabriella non siamo riusciti a trattenere un moto di soddisfazione alle parole di mia madre.

Era un mercoledì sera e mamma ci aveva chiesto di passare entrambi da lei prima di rincasare; ovviamente ero stato il secondo ad arrivare, ed ho trovato Gabriella già li, insieme ovviamente a mamma, ed anche ad Amanda e Barbara. L’argomento era la festa, o per meglio dire un pranzo fuori a cui mia madre ci voleva invitare per la domenica, in occasione dei suoi 70 anni; avrebbe voluto riunire tutti, dopo quel lontanissimo pranzo in cui Gabriella ed io avevamo fatto l’outing del nostro rapporto, ma non c’era stato niente da fare; le mie zie non ne volevano assolutamente sapere di incontrarci, per loro non era cambiato niente da quel giorno, ci consideravano due schifosi, e come loro ci consideravano i consorti e i figli con relative famiglie al seguito: “Antonella, mi dispiace è molto bello che volessi riunirci tutti quanti, ma sinceramente ti dico che le tue parole mi hanno fatto un piacere incredibile; ti voglio bene sorellona” e detto questo Gabriella si è accostata a mia madre per abbracciarla fortissimo, ricambiata: “Anche io ti voglio bene sorellina” ha risposto mia madre baciandola su entrambe le guance per poi proseguire: “Mi raccomando, sabato tenetevi a stecchetta, vi assicuro che ho scelto un posto dove mangeremo come buoi, e tutta roba che vi piace molto”; ci ha proposto di rimanere a cena ma abbiamo declinato perchè eravamo un po’ stanchi e dopo un quarto d’ora ci siamo congedati e siamo tornati a casa.

Quella sera a tavola, davanti a una frittata e a due fette di pecorino di grotta, ci siamo scambiati un po’ di opinioni: “Riccardo mio che palle, ma cosa si saranno messe in testa Donatella e Fiorella; così non fanno altro che allontanarsi anche da tua madre” “Senti, non avertene a male, ma a me di quelle due non è mai fregato più di tanto; sono due egoiste, mi danno proprio l’aria di due viziate” “No non dire così dai, prima erano diverse” “Prima di quando? Prima che ci dichiarassimo?” “Beh no, sono cambiate dopo il matrimonio” “Ma dai, i mariti mi sono sempre sembrati due pesci lessi, non credo che gli abbiano potuto cambiare il carattere; poi senti, non so te, ma almeno io non sono mai stato molto attaccato a loro, specialmente dopo la nascita dei miei cugini”; Gabriella mi ha sorriso per poi dire: “E’ vero, io e te siamo proprio capitati in mezzo a due generazioni; e per fortuna direi” “Lo direi anch’io amore mio, anzi lo urlerei” le ho risposto mandandole un bacio: “Però mi rode il culo perchè non ce lo meritiamo, ne noi ne tua madre” e detto questo ha inforcato un pezzo di pecorino e se l’è portato in bocca, facendomi capire che avremmo continuato il discorso dopo.

Terminata la cena abbiamo messo tutto in lavastoviglie, ci siamo sistemati sul divano e Gabriella ha ripreso il discorso, ma non come mi aspettavo: “Sai amore mio, stavo pensando al regalo da fare a tua madre” “Regalo? Sai che mamma è allergica ai regali, già mi è sembrato strano che voglia festeggiare il suo compleanno” “Si ma io pensavo a un regalo diverso, capisci a me” e il sorriso che accompagnava l’ultima frase mi ha messo in sospetto: “Un altro weekend con me, come due anni fa?” “Non proprio, weekend di sesso si, ma qui da noi e tutti e tre insieme” “Ma stai parlando sul serio?” “Si amore, non so come spiegartelo non è facile, ma sono sicura che tua madre ne abbia una gran voglia; e siccome mi sono sentita sempre un po’ colpevole di quello che è successo, sono sicura che questa sarebbe la riconciliazione definitiva tra di noi, e servirebbe anche a me per rimuovere il mio senso di colpa; e sono certa che riempirebbe la vita di tua madre fino alla fine, che ne pensi?”.

Sono rimasto in silenzio per un po’, la proposta mi aveva totalmente spiazzato: “Cavolo, devi ammettere che è una cosa grossa; ma dimmi un po’ non è che sei una topolona paracula e ti sei già messa d’accordo con mamma?” mi ha guardato scandalizzata “Ma ti pare che ti faccio le cose alle spalle? No non le ho detto nulla e se non ti va non le dico nulla, ma conoscendoti penso che vada anche a te” l’ultima frase l’ha pronunciata fissandomi e sbattendo gli occhi “Sul nostro lettone?” “Non facciamo in tempo a comprarne uno a tre piazze non trovi, ahahahah” e la sua risata a 32 denti mi ha convinto definitivamente: “Quando glielo dici?” “Ci vediamo domani mattina, l’accompagno al mercatino perchè la loro cantina è a corto di caciotte” “Ti sei presa un giorno di permesso?” “Si scusa se non te l’ho detto prima, l’ho deciso quando stavo da lei e ti aspettavamo; mi perdoni topolone?” mi ha chiesto con l’aria afflitta passandomi il dito sulle labbra: “Prima di perdonarti voglio sapere come faremo con i miei fratelli e famiglie” “Tempo al tempo, domani dopo che l’avrò convinta discuteremo io e tua madre su come fare; però non le dirò assolutamente che te ne ho parlato, dovrà essere una sorpresa anche per te” “Bastarda. Ok topolona, ora che ne diresti di andare a letto e farti perdonare per benino?” “Siiiiiii” mi ha risposto tirandomi a se e baciandomi in bocca con passione; neanche dopo dieci minuti dalla nostra stanza giungeva il solito eco “Ooooohhhhhhh” “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh” segno che il mio perdono era cosa fatta.

Mantenendo quanto mi aveva detto, l’indomani e i giorni successivi Gabriella non mi ha fatto nessun cenno alla reazione di mia madre, ripetendomi in continuazione che lo avrei capito durante il pranzo; come raccomandato da mia madre, il sabato ci siamo tenuti leggeri, ovviamente a modo nostro, mangiando solo formaggio ed insalata sia a pranzo che a cena e saltando la merenda.

Mi viene in mente ora, di aver lasciato in sospeso con voi un argomento importante; durante il pranzo di riconciliazione vi avevo accennato che entrambe le mie nuore erano incinta, ed entrambe avevano partorito un maschio, sovvertendo quello che sembrava il destino della nostra famiglia con l’alternanza di generazioni interamente femminili o maschili; Rodolfo e Amanda lo avevano chiamato Lorenzo, Roberto e Barbara lo avevano chiamato Matteo ed entrambi sembravano molto attaccati al loro zio Riccardo, ed erano sinceramente ricambiati; nel contempo Marcella e Raffaella, che avevano rispettivamente 7 e 5 anni, avevano una vera adorazione per la loro zia Gabriella; insomma entrambi eravamo felici di passare una domenica tutti insieme con i nostri adorati nipotini.

Mia madre aveva ragione, si mangiava veramente tanto in quel ristorante; sembrava uno di quelli a prezzo fisso che ti abbuffa di antipasti in modo da non farti mangiare il secondo, ma in questo caso gli antipasti non avevano niente di fritto, ma erano solo continue portate di affettati, salumi e formaggi soprattutto, con i quali è inutile dire che Gabriella e io abbiamo fatto la parte del leone, anche se devo dire che le mie cognatine ci hanno dato una grossa mano in questo; si erano un po’ appesantite, sicuramente entrambe erano passate alla quinta di seno, vuoi per le due gravidanze, vuoi per il fatto che erano più vicine ai 40 che ai 30, ma erano ancora due belle donne e pensavo che i miei fratelli erano stati fortunati a trovarle, in tutti i sensi; non potevo poi dimenticare che se eravamo di nuovo tutti insieme era in gran parte per merito loro, oltre che del mio compianto padre. Il pranzo è proseguito con due portate di pasta e due di carne, tutte porzioni molto generose che però non ci hanno impedito di svuotare sempre i piatti; è stato mentre mangiavamo il dolce, rigorosamente senza candeline, che mamma ha detto una cosa: “Devo dirvi una cosa ragazzi” ancora ci chiamava così “La mia sorellina mi ha fatto un regalo e mi ha invitata a passare un weekend lungo io e lei da sole in una SPA dalle parti di Siena; e siccome Riccardo sarà fuori per lavoro, abbiamo deciso di farlo il prossimo weekend; partiremo venerdì pomeriggio e torneremo domenica sera” “Splendida idea” ha risposto Amanda “Almeno esce un po’ anche lei, sono anni che non va da nessuna parte; brava zia” e sono seguiti commenti sullo stesso tono da parte di tutti, escluso il sottoscritto che si era talmente estraniato al punto che Amanda mi ha dovuto ripetere la domanda: “Riccardo, mi hai sentito? Dove ti mandano questa volta?” “A Milano” ho risposto la prima città che mi è venuta in mente ma pensavo a tutt’altro, al weekend successivo e alla responsabilità di soddisfarle entrambe; mia madre che mi strizzava l’occhio ogni volta che incrociavo il suo sguardo non mi aiutava molto.

La settimana seguente non abbiamo modificato le nostre abitudini, continuando regolarmente a fare l’amore prima di addormentarci; nonostante i suoi 56 anni e i miei 48 eravamo ancora entrambi in gran forma e non ci stancavamo mai di fare sesso; Gabriella in quei giorni non ha mai smesso di caricarmi e di motivarmi per dare il meglio di me nel weekend che si avvicinava, ci teneva molto e si vedeva; così la sera del giovedì, mentre stavamo pulendo insieme il salone prima di cenare, mi sono deciso a chiedere:”Senti amore mi dici una cosa? Farete sesso anche tra voi due?” “Non ti piacerebbe vederci far sesso?” “Lascia perdere quello che piacerebbe a me, sto parlando di te e di lei”; lei si è seduta sul divano, mi ha fatto cenno di sedermi accanto e mi ha stretto a se: “Mi hai colta in castagna amore mio; che una parte di me sia lesbica lo sai bene, anzi sai anche che è stata l’unica tentazione che ha rischiato di allontanarmi da te; ma non ti ho mai detto che se c’era una donna che mi ha sempre attratta, quella è tua madre; non ti so neanche spiegare il motivo, forse l’esperienza che vedevo in lei, la sua compostezza, le sue certezze, il vedere come allevava te e i tuoi fratelli e ovviamente il fatto che fosse la madre del ragazzo che mi piaceva più di tutti” e detto questo mi ha tirato a se per baciarmi in bocca e ha proseguito: “Insomma mi sono sempre sentita molto attratta da lei” “Perchè non me lo hai mai detto? Si lo so è una domanda stupida amore mio, ma devo fartela” “Un po’ mi vergognavo, e un po’ non volevo spingerti a fare qualcosa contro la tua volontà per amore mio, quando abbiamo litigato con lei; però quegli anni mi è mancata tantissimo sai? E sai cosa? Per lei è stato lo stesso” “Mi hai incuriosito ora però; che vi siete dette quando siete andate al mercato?” “Quello che ti ho detto ora amore mio; ma non sapevo che tua madre provasse lo stesso per me e che anche lei in quegli anni che non ci siamo parlate abbia sofferto tanto; e non mi aspettavo soprattutto che durante il viaggio di ritorno la sua mano mi sfiorasse le cosce” “Che ti possino, continua” “Ahahahah tranquillo topolone; mi sono limitata a portare la macchina in una stradina sterrata e siamo state una mezz’oretta dentro a pomiciare alla francese e a toccarci e a succhiarci i capezzoli a vicenda; sai quando mi ha visto le tette le uscivano gli occhi di fuori, non immaginava fossero ancora così sode, ma detto fra noi per avere 70 anni anche le sue sono ancora messe bene” “Ah avete fatto solo questo” ho risposto in tono chiaramente ironico: “Dai non dirmi che sei geloso della tua mamma; vedrai che sarà un weekend indimenticabile, per tutti e tre”.

E finalmente il venerdì è arrivato e l’ho passato tutto il tempo, o quasi, a pensare al mio ritorno a casa e al trovarle tutte e due ad aspettarmi; immaginavo Gabriella che si preparava a casa, non era andata al lavoro, e a mia madre che doveva far finta di niente con i figli e le nuore; poi nel pomeriggio me le immaginavo uscire da casa di mamma, salutate da tutti, e recarsi di nascosto a casa nostra, con Gabriella che nascondeva la macchina dietro casa per non farla vedere dal cancello, nel caso molto remoto che qualcuno venisse a dare un’occhiata; ho dovuto fermare la mia immaginazione a questo punto, perchè il pensarle in casa a fare l’amore mi procurava un’erezione immediata, decisamente sconsigliabile mentre ero in ufficio; poi finalmente sono arrivate le 18 e non so se qualcuno dei miei colleghi/e ha notato che quella sera andavo più di fretta del solito; incredibilmente il GRA e l’autostrada sono stati clementi con me e sono arrivato al cancello di casa dopo neanche un’ora; la mia macchina poteva restare al solito posto, visto che ero fuori per lavoro ufficialmente; ho fatto gli scalini a due a due ed ho aperto la porta trovandomele entrambe davanti, con mia madre che indossava una vestaglia di Gabriella, con la scollatura molto evidenziata: “Bentornato amore di mamma” mi ha detto venendomi incontro per poi baciarmi calorosamente sulle labbra, senza lingua; poi è stata la volta di Gabriella: “Bentornato amore mio” condito dal nostro lungo e abituale bacio alla francese: “Dai amore, vatti a sistemare e torna giù subito, siamo stanche di aspettare e vogliamo fare qualcosa prima di cena” mi ha esortato, e dopo cinque minuti ero di nuovo giù da loro indossando la mia comoda vestaglia senza ovviamente niente sotto.

Gabriella ha preso la parola: “Sentite, la casa è calda, noi tre anche, per cui penso che ci possiamo liberare di queste” e in un attimo si è tolta la vestaglia mostrandosi completamente nuda: “No Gabriella dai non posso” ha protestato mamma “Antonella su, piantala, io e Riccardo ci giriamo sempre nudi per casa” “Tu e Riccardo avete parecchi anni meno di me” “Non ti devi vergognare sorellona dai su coraggio”; io nel frattempo mi ero liberato della mia vestaglia e mi sono avvicinato a lei: “Dai mamma su, ho voglia di vederti nuda da quella sera, sono sicuro che non vorrai deludermi”; lei guardandomi negli occhi e distogliendo ogni tanto lo sguardo sul pisello che mi pendeva ha fatto un cenno di assenso e pur rimanendo seduta si è slacciata la vestaglia e se l’è lasciata cadere dalle spalle; Gabriella aveva ragione, i suoi seni stavano ancora messi bene, arrivavano all’addome ma erano grossi a sufficienza per eccitarmi; la pancia aveva un po’ di grinze ma per una settantenne stava messa alla grande; le ho porto le mani e l’ho invitata ad alzarsi: “Dai fatti vedere per bene” e lei alla fine si è convinta, alzandosi e mostrandosi completamente nuda; aveva ragione Gabriella, era ancora molto eccitante, almeno per me, ma sono sicuro che lo avrebbe drizzato anche a uno molto più giovane di me: “Mamma sei fantastica fatti baciare” l’ho tirata a me e appena le nostre labbra si sono toccate ho tirato fuori la lingua, imitato da lei dopo un paio di secondi; siamo rimasti così per un buon minuto e appena staccati, Gabriella ha preso mia madre per mano e ha detto: “E io chi sono?” e le ho viste stringersi e accostare le loro bocche, ed è stato divertente vedere le loro guance deformarsi per le lingue che sguazzavano una nella bocca dell’altra; sono rimaste così per almeno due minuti e quando finalmente si sono staccate, mamma ha passato la mano sulle tettone della mia amata: “Cazzo Gabriella, che provoloni che hai” “Ahahahah sei fantastica Antonella, è un nomignolo azzeccatissimo strano che non mi sia mai venuto in mente, li ho sempre chiamati cocomeroni; Riccardo tu ci avevi mai pensato?” “No ed è strano in effetti” “Dai d’ora in poi lo adottiamo; e poi Antonella, anche i tuoi caciocavalli non scherzano mica” ha detto passando una mano sulle tette di mamma; a proposito, d’ora in poi e solo per questo racconto, la chiamerò per nome, Antonella, altrimenti ho problemi per proseguire: “Scusate piccioncine, che ne direste di pensare anche al sottoscritto?” “Con molto piacere” hanno risposto all’unisono, mi si sono inginocchiate davanti ed hanno dato il via ad un superlativo pompino a turno: “Ooooooooohhhhh” gemevo eccitato dalla goduria e dalla passione che ci mettevano entrambe; in neanche tre minuti ce l’avevo durissimo e voglioso di entrare in azione: “Dai come cominciamo? Avrete siuramente già deciso” ed è stata Antonella a rispondere: “Si amore di mamma, voglio godermi la vista di te e Gabriella che fate l’amore; dai è tutta tua”.

Gabriella si è seduta in pizzo alla poltrona ed ha alzato le cosce, mostrandomi la sua figona umida: “Dai amore mio ti voglio” non me lo sono fatto ripetere e le sono andato subito davanti, impalandola con un colpo solo: “Ooooooooaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiii” e ho cominciato  fare avanti indietro con lei che si strizzava e mi porgeva i suoi provoloni da leccare: “Daaaiiiii amore mioooooooo ….. aaaaahhhhhhhh” e senza smettere di sbatterla mi sono chinato per baciarla in bocca con la lingua; poi l’ho presa per i fianchi e ho cominciato a colpire forte: “Aaaaaaaaaaahhhhhhhh oddiooooooooo goooodooooooo vengoooooooo” e con la coda dell’occhio ho visto Antonella che si masturbava con una mano, strizzandosi un seno con l’altra; dopo una decina di minuti ed altri due orgasmi Gabriella mi ha urlato: “Amore mioooooooooo daiiiiiiii mi fai venire ancoraaaaaaaaaaaahhhhhh” “Ti sborro tuttaaaaaaahhhhhh” le ho urlato a mia volta svuotandomi le palle nella sua figona; finito di svuotarmi ho estratto l’uccello mentre Gabriella si strizzava le tettone mugolando di piacere; ho sentito una mano sulla spalla e voltandomi ho visto per un attimo Antonella che mi tirava a se e subito la sua lingua si è infilata nella mia bocca; sembrava non volesse staccarsi per la foga che ci ha messo, con i suoi caciocavalli, come diceva Gabriella, schiacciati sul mio petto; alla fine si è staccata, ma solo per inginocchiarsi e prendermelo in bocca: “Mmmmmmmmmmmmmm” “Oooooohhhhhh”; era chiaramente infoiata dalla libidine provata nel vederci scopare, forse era anche venuta, e me lo succhiava e leccava con una foga impressionante; in meno di dieci minuti ero di nuovo pronto all’azione, mentre Gabriella continuava a stare sulla poltrona massaggiandosi i provoloni: “Prendimi a pecorina amore di mamma” mi ha detto Antonella mettendosi in ginocchio su una sedia, con le mani poggiate sul tavolo; anche con lei non ho perso tempo in preamboli: “Aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh” ha urlato quando il mio cazzo si è impalato completamente dentro di lei; ho iniziato subito a trapanarla facendola sobbalzare ad ogni bordata: “Oddiooooo figlio mio che cazzo che hai ahhhhhhhhh ooooohhhhhhh siiiiiiiiii oooooaaaahhhhhh come godooooo” e neanche un minuto dopo ha ululato per il suo primo orgasmo; nel frattempo Gabriella si era messa di fianco a lei e le aveva offerto i suoi provoloni da leccare e mordicchiare, salvo toglierli quando Antonella travolta da un secondo orgasmo glieli ha morsi con un po’ troppa furia: “Ehi calma sorellona, mi fai male così” “Oddio scusa sorellinaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhh” ha urlato a seguito di un paio di bordate forti che le ho assestato; l’ho portata all’orgasmo altre due volte prima di inondarle la figona di sperma; alla fine mi sono messo sul divano e le ho invitate a sedersi accanto a me, per una bella pomiciata a tre che è durata per un bel po’; alla fine Gabriella ha detto: “Ehi si sono fatte le nove, voi non avete fame?” “Scherzi, da morire” ha risposto Antonella: “Non mi direte che avete anche cucinato” “Assolutamente no amore mio; questo weekend si fa la cura del formaggio tutti e tre” “Davvero? Anche tu mamma?” “Si anche io così mi converto definitivamente sei contento?” e per tutta risposta l’ho baciata sulle labbra.

Ho sistemato tre tovagliette con le posate, mentre loro armeggiavano in cucina, e ho messo anche i piatti e i bicchieri, in tempo per vederle tornare in salone, Antonella con una grossa insalatiera con lattuga e pomodori, e Gabriella con un tagliere pieno di grossi spicchi di caciocavallo: “La miseria ne avete tagliato uno sano” “Amore tu ti devi riprendere e noi ci dobbiamo caricare” mi ha risposto Gabriella con un sorriso: “Dai a tavola” “Neanche per mangiare ci rivestiamo?” “Dai Antonella su, stai benissimo così” ci siamo seduti e ci siamo presi una fetta di formaggio ciascuno: “Ma non è quello che prendiamo noi” ho detto dopo aver inghiottito il primo morso” “L’ho portato io, non ti piace amore di mamma?” “No è buonissimo, molto più saporito” “Me lo ha portato tuo zio Paolo due giorni fa, è stato in vacanza in Calabria; questo è caciocavallo silano, molto saporito quasi come il provolone; allora l’ho nascosto per portarlo qui e mangiarlo tutti insieme, ma guai se lo vengono a sapere le tue cognatine” “Infatti è veramente buono, brava sorellona; dovrò informarmi per vedere se da queste parti lo vendono; e quando lo troviamo, invitiamo le cognatine a pranzo e glielo facciamo provare”; la prima fetta è sparita subito dai piatti, sostituita da una seconda anche quella sparita rapidamente; abbiamo fatto una breve pausa bevendo un sorbetto al limone e poi abbiamo preso un’altra fetta per uno e una volta fatta sparire quella abbiamo guardato le tre fette rimaste sul tagliere: “Sentite, se siete d’accordo quelle le facciamo a spicchi e ce le teniamo per dopo, tanto sono certa che ci verrà di nuovo fame” ha proposto Gabriella e tutti siamo stati d’accordo; abbiamo mangiato l’insalata con i pomodori e poi, mentre io sparecchiavo, le signore sono andate in cucina per fare a spicchi il formaggio rimasto; dopo dieci minuti, Antonella ha telefonato ai figli per dare la buonanotte ai nipoti, e ce ne siamo saliti in camera da letto per continuare degnamente la serata.

“Antonella, Riccardo è meglio che riposi ancora un po’, mi è venuta un’idea” ed ha sussurrato una cosa all’orecchio di mamma: “Ma che dici?” “Dai che ti va?” “Si per andarmi mi va, ma mi sembra così strano” “Che ti frega, pensa a quanto godrai” “Ma si sorellina hai ragione, vaffanculo alle remore e a tutto il resto, questo weekend voglio lasciarmi completamente andare”; sono uscite dalla stanza e quando sono rientrate la mamma calzava lo strapon medio, mentre Gabriella calzava quello grosso; mi sono messo a pancia sotto sul letto e con la coda dell’occhio ho visto Antonella calarsi sopra di me: “Amore di mamma mi sembra tutto incredibile, ma mi piace anche da morire” e in un paio di minuti mi ha penetrato completamente: “AAAaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh siiiiiii ….. dai mammmaaaaahhhhh come scopi bene siiiiiiii” gemevo e ululavo e non per recitare, ci sapeva veramente fare; dopo un po’ ho sentito la voce di Gabriella: “Dai Anto, adesso è pronto per quest’altro; allora siamo d’accordo, dopo che sono venuta due volte ci diamo il cambio” “Benissimo, spero che ti sbrighi, è già bello inculare lui e immagino che inculare lui e essere inculata da te deve essere fantastico; ci siamo posizionati e dopo pochi secondi quasi all’unisono “Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhh” “Uuuuuuuuuuuuuoooooooooo” mio e di Gabriella hanno significato che gli strapon erano entrambi ben dentro i canali anali; Gabriella ha avuto il primo orgasmo dopo neanche cinque minuti e il secondo è arrivato quasi a ruota; si sono scambiate gli strapon e abbiamo ricominciato con le posizioni invertite, io sempre sotto, Antonella in mezzo e Gabriella sopra: “Aaaaaaaaaaahhhhhhhhhh” “Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh” urlavamo io e Antonella durante la doppia cavalcata e anche qui Antonella ha raggiunto il doppio orgasmo in poco più di cinque minuti; siamo rimasti così ad ansimare per un paio di minuti e poi le signore si sono scostate: “Dai Anto facciamo sborrare anche il signorino” ha detto Gabriella aggiungendo di mettermi a pecorina; ho ululato come un pazzo mentre mi sbatteva e dopo un paio di minuti Antonella le ha dato il cambio; sono andate avanti due minuti ciascuna per tre volte, finchè mentre stavo sotto ad Antonella ho sentito l’orgasmo anale che arrivava: “Aaaaahhhh sto per sborrareeee” ho mugolato e Gabriella pronta ha messo il contenitore sotto di me, appena in tempo per farci cadere la sborra che mi usciva a vampate; quando ho finito di sborrare ho sentito Antonella che sfilava lo strapon dal mio culo e sono crollato di schiena sul letto, ammirandole in piedi davanti a me, con gli strapon ancora legati alla vita e con in mano due calici dove Gabriella aveva versato la mia sborra: “Alla nostra sorellona” “Alla nostra sorellina” hanno fatto tintinnare i calici per poi portarli alla bocca e svuotarli: “La tua sborra è squisita amore di mamma” mi ha sorriso Antonella alzando il suo calice verso di me.

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