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Era ancora indecisa Emma.
Aveva rivisto Gianmarco in un ristorante dove “casualmente” la sua amica Chiara l’aveva portata a cena. Casualmente non proprio perché Chiara lo sapeva benissimo che il ristorante fosse dell’ex della sua amica, ed aveva deciso di farle questa sorpresa.
Gianmarco, con fare molto discreto, le aveva subito chiesto il numero.
Iniziò una corrispondenza che durò lungo tempo, dove Gianmarco provocò sempre Emma invitandola a uscire o inviandole messaggi audaci, ma mai volgari.
Emma era sposata ma non era infelice, non cercava svago né attenzioni da un altro che la facessero evadere da chissà quale monotonia. L’idea della trasgressione però la solleticava non poco. Le piaceva il sesso e Gianmarco lo sapeva.
Per questo mentre andava all’appuntamento era indecisa assai. Aveva però quell’eccitazione addosso che non provava da tempo, e che non riusciva a togliersi. Diciamo pure che lei non lesinava provocazioni e battutine audaci. Le piaceva sapere che Gianmarco si eccitasse con lei, tant’è che ad un caffè che presero insieme lei fece la frivola non poco, presentandosi con leggins aderenti, stivali col tacco alto, maglia aderente. Gianmarco provò subito a sfiorarle le gambe da sotto il tavolo ma lei, per quel gioco perverso chiamato seduzione, si ritirò stizzita. Salvo poi mandargli un messaggio osè appena arrivata a casa, mentre si sdraiava sul divano e si toccava pensando a lui.

Gianmarco aveva organizzato tutto. S’era fatto prestare una casa vacanze da un suo amico in zona centrale, ma con parcheggio riservato. Aveva comperato su un sito online delle cose per Emma che le avrebbe fatto trovare sul letto. Aveva preso una bottiglia di champagne anche se sapeva benissimo che la sua amica non beveva quasi per nulla, ma non si sa mai. Avrebbe anche preso giochi e giochetti ma gli sembrava forse troppo. Almeno per la prima, seconda, volta.
Gli aveva dato una card per entrare e visto che il palazzo era di uffici e B&B, sarebbe potuta dunque entrare senza problemi da sola.

Emma arrivò, ovviamente, in ritardo. Aveva dovuto prendere un permesso al lavoro e dunque non poteva neanche permettersi di essere troppo audace nell’abbigliamento, anche se sapeva bene cosa piaceva a lui. Scarpe col tacco e un completino sexy, non sapendo che in verità Gianmarco avrebbe pensato a lei.
Parcheggiò e per un attimo resto immobile, ma poi pensando più con l’istinto che col cervello, salì.

La casa era carina, arredata Ikea, luminosa, sobria. Trovò un biglietto sulla credenza dell’ingresso che la invitava ad andare in camera da letto. C’era qualche candela ma messa male. Gianmarco non era mai stato un precisino. Arrivò in camera e trovò una confezione con sopra un altro biglietto con scritto “indossabili per me”. Un po’ se lo aspettava dai messaggi che Gianmarco le mandava in chat, ma restò comunque sorpresa nel leggere “Agent Provocateur” sulla scatola. Non aveva badato a spese il suo amante. Aprì e trovò una corpetto nero senza spalline, con reggicalze e calze, slip nemmeno troppo audaci a guardare il resto, e una collana di perle. Ciò non la stupì più di tanto. Ciò che invece le destò curiosità furono dei lunghi guanti di pelle nera. Si chiedeva inoltre dove fosse Gianmarco ma pensò che faceva parte del gioco. Si spogliò e ripose il suo ormai inutile completino nella borsa, indecisa le lasciarsi le scarpe, conoscendone la passione di Gianmarco. Le tolse per non dargli soddisfazione.
Indossò il corpetto non senza qualche piccola difficoltà iniziale. Era tanto che non indossava intimo sexy, forse proprio dai tempi di Gianmarco. Mise le calze e le agganciò delicatamente al reggicalze. Poi la collana di perle e si guardò allo specchio dell’armadio. Nonostante non fosse più una ragazzina, era molto provocante e ciò la faceva sentire bene. Si accorse però che mancavano i guanti che mise subito. Ora era completa. Andò in salone e, pazzia per pazzia, si versò dello champagne. Un brivido le percorse la schiena, ma un altro la scosse da cima a piedi quando Gianmarco arrivò da dietro e le sussurrò “ti ho desiderata così da sempre”. Le mise una benda e la sdraiò sul divano.

Cominciò ad accarezzarle i seni e le cosce, passandole un dito sulle labbra e lei se lo iniziò a leccare. Dopo qualche minuto Emma spazientita prese coraggio e provò a toccargli il pene.
Lui con delicatezza la fermò e le sussurrò ancora “facciamo un gioco”.
La portò in camera da letto e la distese. Le legò i polsi con una corda e la fissò alla testiera del letto.. Non le facevano male perché aveva i guanti che la proteggevano. Le gambe invece le bloccò ben divaricate. Si sentì smarrita, ma durò poco.
Iniziò a baciarla iniziando dal collo. Aveva ancora la benda ma qualcosa intravedeva. prese il bicchiere dello champagne e ne versò qualche goccia sui seni. Era ghiacciato e nonostante facesse ben caldo, ebbe un sussulto. Gianmarco leccò immediatamente il liquido mordicchiando inoltre i capezzoli, che nel frattempo s’erano irrigiditi non poco. La sua testa si abbassò poi verso il ventre e poi ancora più in basso. Iniziò a leccarle la fica senza sosta. Emma si sentì morire. Non avrebbe resistito a lungo. Voleva gemere e strillare ma non sapeva se qualcuno l’avrebbe sentita. Gianmarco capì e le confermò che avrebbero potuto fare tutto il chiasso che volevano perché non c’era nessuno. Inizio a mordersi le labbra dal piacere ma quando Gianmarco infilò prima una, poi due e tre dita lei iniziò a gridare come una pazza, implorando Gianmarco di fermarsi. Non si fermò e Emma venne in lago di umori, quasi vergognandosene. Senza nemmeno il tempo di riprendersi lui le appoggiò il pene sulle labbra. Lei immediatamente porse la sua bocca ed inizio a leccarlo. Durò poco perché neanche Gianmarco poteva resistere così a lungo. Iniziò a penetrarla. Emma avrebbe voluto liberarsi per fargli vedere cosa sapeva fare. Si sarebbe vendicata. Eccome. Lo avrebbe fatto implorare, altro che. Conosceva bene i suoi punti deboli, se li ricordava perfettamente. Ma Gianmarco continuò ignorandola. Anzi, le levò le mutandine già completamente fradice e gliele mise in bocca per farla stare zitta. A questo punto Gianmarco nemmeno si tratteneva più. Stava esplodendo. Erano mesi che aspettava questo momento, e se lo era immaginato esattamente così. Aveva un membro enorme, che faceva avanti e indietro senza sosta nella vagina ormai allagata di Emma. Che venne un’altra volta. Gianmarco si fermò un attimo, cominciando a pensare che non avrebbe più resistito a lungo. Allora le slegò le gambe e delicatamente la girò, mettendola nella posizione che forse preferiva. La pecorina. Le disse una cosa con tono perentorio: “Non temere, ci pensiamo la prossima volta” facendo intendere ovviamente il sesso anale. Emma non lo aveva mai fatto con Gianmarco “lì” e ciò la eccitò enormemente mentre Gianmarco riprese a penetrarla con maggiore foga, schiaffeggiandole le natiche e prendendole i capelli, tirandole su collo e testa. Si sentiva completamente sottomessa e alla fine non le dispiacque affatto.
Vennero infine insieme quasi si fossero messi d’accordo. Lui la inondò di sperma come non faceva da un sacco di tempo e lei ebbe 3 orgasmi violenti.

Mentre veniva slegata, Emma confessò che era da tempo che non provava quelle sensazioni ma giurò che si sarebbe vendicata su Gianmarco.
Altroché.
Ma ora doveva andare, il permesso al lavoro non era eterno. Doccia rapida e si salutarono come vecchi e consumati amanti, cosa che in fondo forse era.

Emma, appena entrata in macchina e risposto a vari messaggi che nel frattempo erano arrivati sul cellulare, si guardò allo specchietto retrovisore facendosi un piccolo sorriso.
La vita andava goduta  disse fra sè e sè. E lei lo stava facendo.
Bene.

 

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