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La settimana era oramai trascorsa. Jennifer era oramai dedicata ampiamente al suo principale lavoro e cioè dare piacere con il suo splendido corpo e con la sua oramai testata sottomissione. Il piacere che dava era direttamente proporzionale ormai al piacere che ne riusciva a ricavare. Era felice di questo nuovo ruolo e ci metteva tutta la sua passione e tutta la sua forza. Marco era fiero della sua schiava ed entrambi ne traevano un gran guadagno. Le attenzioni di Amilcare si erano spostate sulla nuova coppia e quindi aveva perso un po’ di interesse nei confronti di Jennifer e quasi totalmente in Carla. Quest’ultima era stata donata dal suo padrone a vari amici, clienti, conoscenti che comunque l’avevano trattata abbastanza bene, si certamente scopata duramente, ma dopo i mesi con Amilcare erano uno zucchero, in più poteva goderne con piacere. Amilcare aveva deciso di venderla all’asta. Lei non lo sapeva ancora. Si era stufato di quella schiava e voleva approfondire meglio il proprio piacere sadico sulla coppia e su una new entry.

Era sabato mattina e Amilcare come al solito si alzò all’alba. La casa dormiva. Carla era nella sua cuccia di fianco al letto, rannicchiata come sempre. Era mesi che dormiva così perché di solito il padrone si divertiva a svegliarla con dolore. Ma oramai era qualche giorno che non lo faceva ma si dilettava con i due nuovi. Prima con uno e poi con l’altra. Stamattina silenzioso come sempre si avvicinò alla cuccia di Latrina che dormiva su un fianco. Il seno era appoggiato al pavimento e il sadico era indeciso se prenderlo a calci o schiacciarlo sotto il piede. Decise per questa scelta. Senza alcuna pietà e mettendoci forza e peso il suo tallone scese prepotentemente sul povero seno schiacciandolo. L’urlo di latrina risvegliò la casa. Più urlava e più schiacciava. La mattina prima aveva svegliato il marito con bel calcio nei testicoli. Il suo sadismo era senza limiti. Finito di schiacciare, sollevò il piede, liberò dalle catene Latrina e la portò carponi alla pesa, che lui chiamava la pesa del maiale, sottintendendo al sovrappeso di Marcella. Il peso fu di settantatre chili. Un chilo in meno. La guardò, sorrise con quel suo sorriso stirato e gelido e le disse: meriti un premio, che oggi riscuoterai. Ora devi fare colazione con la tua bevanda calda e dopo avrai il latte, apri subito la bocca.

Latrina aprì la bocca e ricevette il caldo liquido giallo che il suo padrone aveva raccolto nella notte e lo ingurgitò tutto senza sprecare una goccia. Dopo il liquido si passava alle proteine per cui cominciò a succhiare il membro del padrone per poi ricevere quel liquido trasparente e appiccicoso che insieme all’urina e ai pezzi di pane che ogni tanto le venivano elargiti erano la sua dieta dimagrante.

Successivamente andò da Cesso, lo guardò con aria affranta e gli disse che quella mattina lui non avrebbe avuto la solita colazione. Poi prese la frusta e gli percosse un po’ le chiappe già illividite dal servizio serale. Carla invece non ebbe nessun tipo di attenzione.

Amilcare andò a fare la sua colazione, poi prese i 3 schiavi al guinzaglio e li mise sul SUV nel bagagliaio. Latrina aveva come vestito un grembiule che ne copriva poca parte del corpo. Cesso aveva una minigonna e i tacchi a spillo, truccato come una drag queen. Carla aveva un bel vestito appena regalatole dal padrone. I tre erano schiacciati nel bagagliaio e fecero la strada che Carla conosceva bene. Era spaventata. Arrivarono infine al solito capannone, fece scendere i tre schiavi, arrivarono a una porta che si aprì. Dentro era buio, e appena dentro non vedevano nulla. Amilcare si mise subito il cappuccio e lo mise anche a Carla, che fece accomodare sugli scalini. Carla era seduta praticamente una fila sopra Marco e Jennifer. Scesero solo in tre. Arrivati al centro dell’arena si accesero i fari e i due videro una ventina di persone incappucciate. Cominciarono a temere per loro.

Amilcare parlò:

          Siamo qui riuniti per divertirci con Latrina e Cesso. I primi due che si sono aggiudicati l’asta sono il Medico e l’Idraulico. Un buon inizio direi. Prima però c’è il rito della marchiatura.

Arrivarono due buttafuori che li tennero in ginocchio con la testa appoggiata al pavimento. Fu portata della carbonella ardente con dentro un ferro caldo. Il ferro aveva le iniziali di Amilcare: AC. Questi prese il ferro e marchiò per primo Paolo. Urlò. Poi fece lo stesso con Marcella. Urlò anche lei. Si levarono applausi e grida di giubilo nell’arena.

Dopo la marchiatura, Amilcare disse ad alta voce:

          Allora Cesso, facci divertire, incula un po’ Latrina.

Cesso si alzò, andò dietro a Latrina e tentò di entrare, ma il suo uccello piccolo e moscio non fu neanche sentito da Latrina. Una volta dentro dopo pochi secondi venne senza neanche un sospiro di piacere. Gli uomini risero.

Dopo la marchiatura e la scenetta del sesso davanti a tutti, toccò ai primi due che scesero al centro dell’arena e insieme misero sul tavolo Paolo appoggiato sulla schiena. Lo legarono per bene e poi presero la sua metà e fecero lo stesso. Misero in bocca a entrambi uno strofinaccio e tapparono con del nastro adesivo. Sul dark web i commenti erano osceni e volevano vederli soffrire. Pagavano per quello. Il Medico inserì l’anello nel frenulo di Paolo, che urlò come un vitello al macello per il dolore. Ma gli rimase tutto in gola. Fu una operazione breve ma dolorosissima. Poi toccò a Marcella. Primo capezzolo, buco, anello. L’urlo era in gola. Secondo capezzolo, urlo, dolore. Primo labbro vaginale. Urlo, dolore. Secondo labbro, urlo dolore. Infine il Medico mise una pressa alle tettone di Latrina strizzandole più che poteva. Poi attaccò una pressa ai testicoli di Cesso, stringendo il più possibile. I due avevano la faccia contorta dal dolore.

Paolo poi fu tirato via dal tavolo senza alcun riguardo, i polsi furono legati dietro la schiena e sotto la pancia gli fu messa una tavola. L’anello al frenulo fu passato da una corda e legato al pavimento, la corda era tirata e il dolore che ne scaturiva era fortissimo. Cesso piangeva a dirotto. Lo spettacolo eccitava l’arena. Fu lasciato lì e presero Latrina. Legarono i polsi dietro la schiena, posizionarono un’altra tavola sotto la pancia. Poi con maestria il Medico legò i capezzoli agli anelli sul pavimento e fece altrettanto con le labbra vaginali. La donna era leggermente arcuata e le corde tirate al massimo. Il povero Paolo si sentiva strappare il suo povero membro. Il Medico andò per primo su Paolo, mentre l’Idraulico si fece portare il suo catino d’acqua e lo posizionò davanti al viso di Latrina. Il Medico cominciò a colpire scientificamente il corpo di Paolo, prendendo tutti i punti più dolorosi, obbligandolo muoversi e quindi tirare la corda sempre più. Il dolore era fortissimo. Urlava con tutto il fiato in corpo. I testicoli erano in fiamme per la pressione. Nel frattempo l’Idraulico si divertiva a colpire le tette ben stirate dalla pressa della Latrina con un frustino di cuoio. Lo spettacolo divertiva il pubblico che era eccitato, sia in presenza che in streaming.

Dopo averli colpiti i due sadici padroni si misero dietro ai due e cominciarono a incularli con forza. L’idraulico dietro a Latrina si divertiva ad affogarla e cercava di tenerla sott’acqua più tempo possibile. Il Medico invece si dilettava a sodomizzare Cesso, e ogni tanto schiacciava la pressa per farlo urlare ancor di più. Latrina era senza fiato, non ce la faceva più, passava più tempo sott’acqua che all’aria, le corde le stiravano i seni e le labbra vaginali. Non aveva neanche il fiato per urlare. Alla fine l’Idraulico si svuotò nel suo intestino. Anche il Medico venne con piacere.

Jennifer osservava lo spettacolo e si strinse più vicino a Marco che le accarezzò la testa dolcemente. Si sentì subito meglio e rassicurata.

Intanto di sotto i due torturatori si erano dati il cambio e ora toccava a Cesso essere sodomizzato e affogato, mentre Latrina subiva il dolore della pressa e delle corde in modo ancora più violento. I due furono nuovamente riempiti. Ma poi si susseguirono tutti gli altri, l’Elettricista con le sue scosse, il Macellaio con le sue bastonate, il Cowboy e le sue fruste. Tutti ebbero a divertirsi con i due sottomessi.

Quando anche l’ultimo si era divertito, furono slegati e Latrina fu obbligata a essere in ginocchio, mentre Cesso fu fatto sedere a gambe aperte. Il loro dolore non era ancora terminato. Si formarono due file da 10 persone. Il primo davanti a Paolo era il Medico, mentre il primo davanti a Latrina era l’Idraulico. Entrambi si posizionarono, fecero aprire la bocca ai due e cominciarono a scoparla. Il medico però aveva appoggiato il piede sulla pressa in modo da schiacciare i testicoli e far urlare la sua vittima mentre lo ingoiava. Latrina invece mentre aveva il grosso membro dell’idraulico in gola veniva fatta urlare con le frustate sia al seno che sulla schiena. I due ricevettero da tutti la razione di dolore e di sperma in gola, sul viso e nei capelli. Quando anche l’ultimo finì, furono trascinati via in un’altra stanza.

Amilcare a quel punto parlò dal centro dell’arena:

          Allora amici spero vi siate divertiti – e scoppiarono gridi – adesso però c’è l’asta. Siano portate qui al centro le schiave in vendita.

Due energumeni comparvero di fianco a Carla e Jennifer e furono trascinate di sotto. Jennifer era distrutta, si sentì tradita. Come venduta? Perché? Cosa ho fatto di male. Guardava verso l’alto ma non riusciva più a vedere Marco. Carla era totalmente soggiogata dalla paura. Entrambe furono messe al centro, spogliate completamente, legate da una catena e cominciò l’asta. Le cifre crebbero velocemente soprattutto per Jennifer, si arrivò a sei zeri.

Carla fu vinta dal Macellaio. Il Medico si aggiudicò Jennifer.

Scesero insieme a prendere il loro premio. Il Medico si avvicinò all’orecchio di una distrutta Jennifer e le sussurrò: Ho tanti bei giochini per te. Ti ricordi quei begli anellini che ti avevo messo? Te li rimetterò. E cominciò a ridere sadicamente. Poi le mollò una sberla. Pianse.

Prima che arrivasse il Macellaio Carla si girò verso il suo vecchio padrone e lo supplicò di non venderla, che avrebbe fatto qualunque cosa per lui. Il vecchio sadico la guardò e le disse. Ti ho già rimpiazzato, sei vecchia e inutile. Anche tua figlia è del Macellaio.

Il Macellaio vicino a lei le disse: Sarai la vacca nella mia fattoria. I miei animali avevano bisogno di una come te. Le sputò in faccia per umiliarla.

Le due donne furono trascinate fuori. Jennifer passò accanto a Marco e piangendo gli gridò: Perché? Lui fermò un attimo il Medico, si abbassò e le disse: Per soldi, solo per soldi. A me interessano solo quelli e Amilcare mi ha fatto una offerta irrinunciabile. Sei stata un bel giocattolo, ma ora divertirai il Medico.

Si girò e se ne andò, lasciandola sola e affranta e di nuovo schiava di un padrone forse peggiore. Il Medico la strattonò e la trascinò verso l’uscita e verso la sua auto. Aprì il bagagliaio della sua station, e la fece salire. Partì.

La casa del Medico era una bella villetta con giardino un po’ fuori Milano. Il cancello automatico si aprì ed entrarono. Parcheggiò e fece uscire la sua nuova preda. Jennifer tremava di paura. Sapeva di cosa fosse capace. Quando entrarono in casa, gli si fecero incontro due ragazzi, i suoi figli. Lo guardarono, guardarono lei e sorrisero. Dissero al padre:

          Che bel giocattolo, possiamo organizzare una festa domani per mostrarlo ai nostri amici?

          Dai su fate i bravi fate divertire un po’ anche me, anzi aiutatemi che dobbiamo mettere gli anelli

A quelle parole il viso di Jennifer si tramutò in una maschera di terrore. I due ragazzi la presero a forza, la portarono nella stanza dei divertimenti, la buttarono su una tavola, la legarono per bene e il padre si avvicinò a lei con gli strumenti per mettere gli anelli.

Era la sua fine. O forse un nuovo inizio.

Nel frattempo Carla era arrivata alla casa del Macellaio, che era una fattoria alle porte di Milano. La portò nella stalla e le disse che li avrebbe dormito. Insieme ai cavalli, ai porci, alle mucche e al toro. Le disse anche che oltre a dover soddisfare lui avrebbe dovuto soddisfare gli altri maschi della fattoria. Il cane, il cavallo, il toro e il porco. Carla lo guardò e si sentì perduta.

Marco invece stava facendo vedere le foto della sua nuova preda ad Amilcare. Era una ragazza italo-brasiliana, carina, piccolina ma ben proporzionata. Un metro e sessantacinque, occhi neri e capelli corvini lunghi e mossi. Amilcare lo guardò e gli disse: dobbiamo averla. La avremo.

 

Autore Pubblicato il: 12 Maggio 2020Categorie: Orgia, Racconti di Dominazione0 Commenti

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