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Gianmarco non faceva che pensare a quella mattina.
Emma lo aveva finalmente liberato dal tarlo che lo assillava, ma invece che scacciarlo, il chiodo fisso che gli batteva in testa non lo abbandonava più.
Anche lui era sposato ma non si fece problemi di natura morale. Fare sesso con Emma era per lui una cosa naturale e lo faceva sentire vivo. In più lei lo eccitava da morire.
Le scriveva, sempre con discrezione e senza insistenza, ma lei sembrava non voler ripetere l’esperienza che tanto l’aveva eccitata.
In verità anche lei pensava chiusa la questione, e lo scorrere dei giorni, la famiglia, gli impegni la allontanavano da Gianmarco.
L’unica cosa che la turbava era una frase che si lasciò sfuggire nella foga del momento, riferita al un’attrice hard che secondo lui era somigliante ad Emma.
Un giorno, mentre stirava sola a casa libera dagli impegni, provò a fare una ricerca perchè il nome le ricordava un dolce e le rimase impresso. Restò turbata. Non aveva mai visto siti pornografici se non con qualcuno e per divertimento. L’attrice in questione era una dominatrice ed i video che aveva trovato erano davvero molto spinti. Non avrebbe mai pensato che a Gianmarco piaceva essere sottomesso. Lo conosceva così poco? Avrebbe avuto l’audacia di accontentare i suoi desideri? Poco male, non lo avrebbe rivisto. Non lì.

Arrivò invece uno dei soliti messaggi provocatori di Gianmarco, e tra una battuta e un’altra, gli confidò che nel frattempo aveva una relazione con una cliente del locale.
Lei ebbe un piccolo scatto d’ira. Come cavolo si permetteva? Ora ci avrebbe pensato lei. Gli piaceva essere dominato? Si sarebbe vendicata così.

Gli mandò un paio di messaggi per eccitarlo, senza però poi dar seguito alla conversazione.. Giusto per farlo arrabbiare. Poi l’invito a vedersi nuovamente, con una richiesta. “Porta una divisa da cameriera”.
Gianmarco si eccitò particolarmente, più che altro non per la richiesta in sè, ma per il fatto che l’aveva fatta. Era entrata nel gioco a con tutte le scarpe. Anzi, con tutti gli stivali. Infatti oltre al completo da cameriera prese degli stivali molto sexy, neri, di pelle, col tacco alto. Decise che li avrebbe indossati per lui.

Il giorno dell’appuntamento Emma arrivò invece in anticipo non dando tempo a Gianmarco di preparare nulla, essendosi incrociati nel parcheggio. Lui era vestito con giacca e camicia, lei maglione, gonna lunga e scarpe basse.
Meno male che ci aveva pensato lui, pensò.
Lui aveva una busta ma anche lei. Lo incuriosì questa cosa.
Entrarono e si scambiarono un bel bacio. Lei quasi ripensò al suo piano, ma come la volta scorsa agì d’istinto.
“Spogliati” le disse con voce risoluta.
“Non vuoi vedere cosa ho portato?” rispose Gianmarco un poco perplesso.
“Dopo” concluse Emma, “ora via i vestiti”.
Gianmarco si spogliò, lasciando solo i boxer, poiché in evidente stato di eccitazione.
Emma si sedette sul divano e disse al suo uomo di levarle le scarpe.
Aveva calze autoreggenti, ma ciò non le impedì di farsi leccare i piedi.
Gianmarco, stupito da tanta audacia, era eccitato a mille e cominciò a fare quello che Emma voleva.
“Chiamami padrona” disse, prendendo un frustino dalla sua busta, che s’era fatto comprare da Chiara (in fondo era colpa sua), dandogli un colpo sulle natiche.
A quel punto le chiese i stivali. Non li aveva preventivati, ma ci aveva preso gusto.
“Mettimeli!”
“Subito” rispose Gianmarco prendendosi però un’altra frustinata.
“Subito eh? Subito padrona!”.
Così fece, e la vista delle scarpe che le aveva preso lo faceva morire.
Il gioco si faceva eccitante, per tutti e due.
“Leccami come hai fatto l’altra volta”, fu l’ordine successivo.
Gianmarco infilò la testa nella gonna e scoprì che Emma non aveva indossato slip.
Cominciava a vedersi una macchia sulle mutande di quello che era stato il suo severo dominatore.
“Vedo che ti stai eccitando eh? … Levati le mutande”.
Gliele avrebbe fatte ingoiare come fece lui a lei ma pensò che era meglio che avesse la lingua libera.
Rimase completamente nudo, con il fallo in posizione eretta come non glielo aveva mai visto.
Iniziò a solleticarglielo sotto la cappella, già umidiccia.
Ma si fermò subito.
“Fammi vedere cosa hai portato?” disse Emma dando una sculacciata al malcapitato.
Vuotò il contenuto della busta di carta.
Estrasse il vestito da cameriera, molto scadente in verità. Non era poi così importante.
C’erano anche i guanti neri della volta scorsa. Chissà che cosa lo eccitava particolarmente in quello.
“Ricordi cosa mi dissi appena entrato la volta scorsa?… Facciamo un gioco. Ecco, indossa il completo da cameriera. Sarai la mia serva.”.
Mentre Gianmarco si metteva il grembiule con tanto di copricapo, Emma si svestì, restando con le calze, gli stivali ed anche i guanti. Guardandosi al riflesso della finestra capì. Era proprio uguale all’attrice dei video.
Prese dalla sua busta uno spolverino e intimò “Spolvera la casa del tuo amico. Non vorremo mica lasciarla sporca?”
Gianmarco iniziò con grande imbarazzo, ma lei oramai era nella parte: “sotto il divano è sporco.
S’inginocchio e lei gli diede dei colpi di frustino sul sedere ormai rimasto nudo.
“Ora basta, mettiti i guanti da cucina e lava i piatti”.
“Ma sono puliti…” rispose attonito Gianmarco.
“Non mi interessa, sbrigati… padrona!”.
Prese i guanti e iniziò a lavare qualche stoviglia, mentre lei arrivò da dietro e iniziò a masturbarlo.
Capiva che non avrebbe retto a lungo gli disse di versarsi dell’acqua sul pene. Si calmarono per il momento i bollenti spiriti.
La novità dello scambio dei ruoli la eccitava molto. La cameriera col pene… che pazzia.
Lo portò in camera prendendolo per il pene e lo lanciò sul letto.
Lo legò anch’essa come fece lui, mani sopra la testa.
Cominciò a pizzicarlo e a dargli dei colpi col frustino. Lui era ormai su un altro pianeta.
Gli montò sopra la faccia e cominciò a farsi leccare, rivolta però verso il muro. Non voleva toccarlo più per il momento. Emma venne. E Subito. Un lago invase la faccia di Gianmarco. oa asciugò con un foulard, che però usò subito per bendarlo.
Si mise alla base del letto e gli allargò prepotentemente le gambe. Lecco la base del pene ormai di marmo. Si spostò un pò più in basso e sputò sull’unico buco che gli uomini avevano. Ci infilò il dito medio e cominciò a masturbarlo. Aveva i guanti, altrimenti non lo avrebbe mai fatto. Gli uomini non sono puliti come le donne, pensò.
Con più velocità si muoveva una mano, più l’altra la seguiva. Si ricordava che era una sua passione. E ricordava bene. Quando lo prese in bocca Gianmarco venne senza freni, riempiendo la bocca di Emma che ne restò soddisfatta. Ma sapeva anche benissimo che se lo avesse liberato, se ne sarebbe andato, infatti cominciò subito a prendergli il pene in bocca. Per divertirsi anche lei.
Passò al trucchetto della massaggio della prostata e subito venne dritto nuovamente.
Inizio una delle più belle cavalcate di Emma ,come non ne faceva da tempo. Durò assai in verità. Gianmarco prese anche qualche schiaffo sul viso, nella foga dell’atto.
Incredibilmente vennero tutti e due insieme. come la volta scorsa. Era divenuta una sana abitudine.
Giurò che sarebbe stata l’ultima volta.
Gianmarco, distrutto, la salutò col cuore a mille. Di certo questa cosa non lo avrebbe aiutato a superare il chiodo che batteva nel cervello.
Emma disse che forse era il momento di dire basta.
Ma la volontà a volte non basta a superare i propri limiti. Che erano legati, è il caso di dirlo, alle loro scappattelle.

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