Leggi qui tutti i racconti erotici di: monella610

Guidare fino all’incontro &egrave la parte peggiore’
Pensi e razionalizzi tutto quello che hai lasciato in un angolo. E’ sempre troppa la strada. Pensi che hai un marito, se reggerà la scusa, e poi pensi dove stai andando e la ragione che avevi cercato di rinchiudere cerca di mostrarsi. Comincia ad insinuarsi tra la tensione, l’eccitazione e tutto il resto. Cominci a chiederti se sei sicura e infonderti mille dubbie tu la ricacci indietro magari ripassando i suoi ordini. Lasciami stare gridi con la voce della mente devo vedere se ho preso tutto se &egrave tutto ‘perfetto’ per Lui.
Poi arrivi il solito portiere che ti guarda ammiccante. Che si chiede chi veramente sei’ Glielo leggi negli occhi’ e spesso ti fa anche delle battutine.. ‘l’acqua calda c’&egrave. Per il riscaldamento c’e una stufetta. Ma tanto’ non vi serve” e ti sorride e tu lì ad incassare la prima umiliazione. Ti considera una puttana e si vede e tu ti dice ma che mi importa lui non sa.. ma dentro brucia.
Sali in camera. Cominci a sistemare tutto quello che hai portato in ordine lì sul tavolino e metti lì davanti il biglietto delle punizioni che hai da scontare. Oggi faranno male più del solito non sarai sola.
Lei, tua sorella nella sorte e nella Sua mente. Cominci solo ora a chiederti come sarà ma in fondo non ti interessa speri solo che la solidarietà femminile che leggerai nei suoi occhi renderà più leggero il resto.
Il telefono che squilla ti ridesta dalla fantasia. Non pensare vivi e basta. E’ lui sono arrivati stanno salendo.
Attacca prima delle domande cosa devo fare?
Il mio cuore sta correndo, la mia prima volta. Quando bussa alla porta la mia mano trema.
Sei lì davanti alla porta bendata, le sue mani sulla vita ti guidano dentro.
‘fagli compagnia.. e toglile la giacca’
Ti tolgo il giaccone e lo poggio sulla sedia e sono subito da te. Ti prendo la mano. Anche tu stai tremando. Te la stringo leggermente solo per dirti che non sono tua nemica e se vuoi sono qui.
Lui si sta spogliando. Ha poggiato la sua borsa. E sta tirando fuori qualcuno dei suoi strumenti.
‘Apri una birra e versaci da bere’
Sento gli scatti della sua macchinetta ti sta fotografando si avvicina a te e ti regala una carezza e due parole sussurrate all’orecchio. Il tuo viso si distende in un sorriso.
‘Non guardare così dai portaci da bere”
Vi guardo sorseggiare la birra.
Lui va verso il tavolino. Controlla se c’&egrave tutto. Stavolta lo so non ho dimenticato nulla. Un brivido quando vedo quel sorriso mentre ha tra le mani il mio foglietto. Venti sculacciate lo so benissimo. Finisce di bere.
‘su mani sul muro’
Ti porta vicino a me. Le sue mani mi alzano la gonna. ‘tienila su’ ti dice.
Sento le tue mani sulla mia schiena che tengono la gonna. Lo senti che tremo. Mi abbassi gli slip. E arriva il primo colpo. ‘conta OR” La mia voce trema. Ma va avanti. Venti sono tante. E fanno male all’anima. &egrave più forte di me non riesco a controllare le lacrime che mi scendono sulla faccia. Rabbia, umiliazione, non lo so. E’ finita’ no c’&egrave ancora quella maledetta testimone dell’umiliazione che &egrave la sua macchinetta. La odio a volte. Finisce di scattare e mi rimetti giù la gonna.
Quando mi giro vede le mie lacrime, ne segue una con il dito e se ne compiace. La sa che non &egrave dolore ma rabbia. E’ li che ho paura. So che vuole spezzare il mio orgoglio e la mia ribellione e sarà implacabile fino a che io sarò un agnellino. Ma gli sono grata che non abbia detto a te delle mie lacrime.
‘Spogliala, Or’
Ti tolgo la gonna e la camicetta. Mi chino e ti tolgo le scarpe. E metto tutto in ordine sulla sedia.
‘Vuoi vedere OR Katy?’ tu annuisci.. ‘Usa le mani’ e immaginala’
Sono davanti a te e le mie mani sono sui miei capelli e ora sul mio viso. Esiti un attimo quando lo senti bagnato. ‘continua Katy prima o poi capirà e non piangerà più’. Le tue mani continuano a percorrere il mio corpo. Sfiorano i miei seni , li palpano, ne seguono la forma, poi i fianchi e ti chini per arrivare fino alle scarpe. Risali i miei stivali e con le mani sei sotto la mia gonna. Percorri le mie cosce fino alle natiche. Mi regali una carezza sul calore lasciato dalle sculacciate. ‘grazie RR’ sussurro.

”’continua”’

Autore Pubblicato il: 17 Marzo 2007Categorie: Racconti di Dominazione0 Commenti

Lascia un commento