Ognuno ha il diritto di spendere i suoi soldi come gli pare. Io ho speso quasi duemila euro per un sistema composto da due microcamere a fibra ottica, software e microspia audio ambientale. Per non contare il sistema pc, che quello ce l’avevo già e i vari buchi che ho fatto nel muro.
Il risultato è che ho il divano del salotto ripreso da due angolazioni differenti, ad un’altezza di circa 80 centimetri dal pavimento una e 130 l’altra. Le due riprese appaiono in due finestre sullo schermo del pc e vengono registrate su hard disk, ognuna con il proprio file audio, che posso ricevere in cuffia.
Nella mia postazione alla scrivania dello studio vedo e ascolto tutto ciò che avviene in salotto, sul divano. Mi piace vedere mia moglie Monica alle prese con altri uomini. A lei piace sapere che la sto guardando e che registro tutto.
Non che non mi piaccia partecipare. Lo faccio anche, a volte. Ma mi eccita anche quel particolare quid del maschio ignaro della presenza del marito e che proprio per questo si comporta molto più liberamente.
Purtroppo non posso zoomare e non posso muovere i due obbiettivi. Sono due immagini fisse, quelle che mi appaiono sullo schermo, ma il fatto che riprendano quasi dai due lati, mi permette un’ottima visuale. Lei poi sa dove sono i due occhi che la guardano e bada a mettersi in posizioni tali da farmi godere pienamente dello spettacolo.
Ieri ha sedotto il ragazzo che abita al piano di sopra con i genitori. Non vi dico quanti anni ha, ma è giovane. In quell’età in cui gli ormoni impazziscono, le ghiandole pompano testosterone in quantità industriale, in cui si sa poco del sesso e si sognano le donne adulte come miraggi lontani. Sono stato io a intrigarla con il pensiero di sedurlo, parlandole dei suoi rossori, del suo cazzo giovane che resta duro, dello sperma che schizza a fontana non appena lo sfiori, della sua arrendevolezza, della possibilità per lei di succhiare la sua linfa vitale.
Puoi sverginarlo, le ho detto. E la parola stessa aveva un suono erotico. Sverginare. Un predatore, gentile o meno, che si prende qualcosa di virtuale, si nutre di esso.
L’idea di sverginarlo le è piaciuta. Ha iniziato a sorridergli quando lo incontrava sulle scale e fare in modo di incontrarlo spesso. Le ha parlato e l’ha fatto raccontare. Si è fatta guardare scollata o con la gonna con lo spacco che lasciava intravedere le autoreggenti.
E lui arrossiva e balbettava e a lei sembrava di cogliere che il suo portamento si piegava un po’ in avanti, a nascondere il gonfiore dei pantaloni, prima che con una scusa, a testa bassa, scappasse via.
Già una volta lo aveva fatto entrare in casa. E se avesse voluto avrebbe potuto prenderlo. Ma aveva deciso di aspettare, lasciandolo nell’attesa. Immaginandolo mentre si segava furiosamente il cazzo, e schizzava pensando a lei.
Ieri lo ha fatto entrare, chiedendole di aiutarla a prendere delle cose nel ripostiglio. Lui è entrato, lei ha chiuso la porta. Lei aveva indossato una gonna leggera e sopra il ginocchio. Nulla di provocante, se non che era salita sulla scala, chiedendole di star sotto e tenergliela, e poi di prendere le cose che gli passava, offrendo alla sua vista le cosce nude e le sue mutandine nere.
Non contenta aveva anche aperto le gambe poggiando un piede su uno scaffale, voltandosi a guardarlo, dicendogli, mi raccomando tieni bene. E lui era rosso in viso, respirava velocemente, gli occhi lucidi.
” ma che fai… Mattia, mi guardi sotto la gonna? ” immagino il suo sguardo malizioso e il sorriso lieve, divertito.
” no signora… è che se devo tenere la scala…” aveva balbettato lui…
” beh se anche guardi, non c’è mica nulla di male… tu sei un ragazzo giovane.. chissà quante voglie hai… ma sicuramente preferisci le ragazze della tua età… mica le signore come me…”
” no no… lei è bellissima… signora veramente…. ma io non stavo guardando…giuro…”
” ce l’hai la ragazza, Mattia? ”
” io ? si… cioè… è un’amica… ”
” e allora ci avrai fatto l’amore, no? un bel ragazzo come te…”
” si si… certo … qualche volta… ”
” ecco… allora mica ti scandalizzi vedendo un paio di gambe nude, vero?”
” no… ”
” ma ti sei eccitato? ” dice lei guardandolo insistentemente lì.
” no … cioè… solo un poco…”
” fa vedere… non ti coprire…” scende dalla scala e lui è rosso in viso… e i jeans sono sollevati dall’erezione.
” si, sei proprio eccitato… mi dispiace di averti provocato questa cosa… però sono contenta un po’… ” ride… ” perché vuole dire che non sono troppo vecchia, no? ”
” no signora lei è proprio bellissima… ”
Lei lo prende per mano e lo porta in salotto. Entrano nel campo visivo delle telecamere. Io fino a quel momento ero nel mio studio che aspettavo, ignaro di quanto accadesse. La conversazione sopra me l’ha raccontata lei, dopo.
” Dai Mattia… se vuoi posso rimediare al problema che ho provocato. Vuoi? ” Lo fa sedere sul divano e resta in piedi davanti a lui.
Il giovane non risponde. Ha le orecchie e le gote rosse. Le mani intrecciate sopra i jeans che cercano di coprire una imbarazzante erezione. Farfuglia qualcosa che non colgo.
Monica è in piedi davanti a lui, alza una gamba e l’appoggia sul divano. Rivolta verso di lui le offre la visione delle sue gambe. La gonna sale. Immagino lui possa vedere le mutandine e sotto di esse la peluria di quella femminilità che deve appararirgli come una chimera, un sogno chissà quante volte immaginato.
Lei gli prende una mano e se l’appogia sul ginocchio. ” dai se ti piaccio e vuoi toccarmi puoi farlo…> gli dice.
Lui muove la mano in modo rigido, sale di una decina di centimetri dal ginocchio.
Lei appoggia la mano sulla collinetta che sporge dai suoi pantaloni. Lui diventa ancora più rosso.
Lo massaggia un po’ e poi slaccia la cintura, apre i pantaloni e tira giù la zip. Lui non fa niente per aiutarla. Continua a massaggiarle meccanicamente la gamba.
Allora lo tocca sopra gli slip neri. Riesce a impugnare la sporgenza. Quindi li tira e il cazzo duro svetta fuori.
Ha una buona lunghezza ma non è molto grosso di spessore.
Monica lo impugna e lo massaggia con un movimento della mano che ne tira giù la pelle del prepuzio e insieme ruota leggermente. Solo un paio di volte e quello schizza con dei getti altissimi uno sperma chiaro, quasi trasparente. E’ una buona quantità di schizzi, sette, otto, dieci… non so. E’ sorprendente la forza del getto e la distanza che percorrono gli schizzi. Arrivano ovunque in salotto.
Monica ride e indica il vestito, poi la libreria che è a due metri di distanza. E anche i suoi capelli. Lui è paonazzo e chiede scusa. Ma monica sorride e continua a masturbarlo dolcemente.
” Non ti ti devi preoccupare… è normale… anzi è molto bello ” gli dice ” hai un bel cazzo ed è normale alla tua età godere in questo modo…”
Continua nel movimento della mano. So cosa sta pensando. E’ curiosa di vedere se rimarrà duro e quanto ci metterà a venire di nuovo.
Senza smettere di toccarlo s’inginocchia davanti a lui.
“Posso? ” chiede sorridendo. Si avvicina con la bocca e lo lecca. Porta via con la lingua qualche goccia residua. L’assapora. Così come ne assapora l’odore.
I maschi giovani non si lavano molto, penso io. Ma lei sembra soddisfatta di quello che sente. Lo tocca leggermente con la lingua sul frenulo, percorre il glande tutto attorno, se lo strofina sulle labbra. Le piace l’odore che sente, la vedo respirare a fondo, le narici aperte. Poi lo imbocca decisamente e il ragazzo chiude gli occhi e rovescia la testa indietro. E’ il suo primo pompino immagino. sarà in paradiso.
Lei continua piano per non più di un minuto, poi dai movimenti scomposti di lui ho il sospetto che stia venendo di nuovo.
Lei non si stacca ma si ferma con la bocca. Muove solo leggermente la mano.
Quindi la vedo deglutire e alza la testa.
Sorride e con piccoli colpi di lingua pulisce perfettamente l’asta rosea. Lo rimette dentro gli slip e si alza.
” ti è piaciuto ? ”
” moltissimo signora… lei è stupenda…”
” sono contenta che ti sia piaciuto, anche a me…. se vuoi possiamo rifarlo, ma non devi dire niente a nessuno, va bene? ”
” sì sì quando vuole lei… ”
” ora vai a casa… te lo dico io quando… non far nulla e non dire nulla, che se ti scopre mio marito non so cosa potrebbe fare…”
Lui annuisce e giura che non dirà nulla a nessuno. Si alza e quasi corre via.
Lo so che non appena potrà lo racconterà ai suoi amici. I quali non sapranno se credergli o meno. Lo so che stasera si masturberà chissà quante volte. Lo so che pian piano si farà più audace e le sue erezioni e il suo sperma non lo sprecherà in un fazzoletto: ci penserà Monica a svuotarlo bene.
Lui esce e Monica viene di là da me.
” ti è piaciuto ? ”
E mi bacia. Sento l’odore che fino a pochi minuti fa inebriava lei. E il sapore dello sperma nella sua bocca.
Lei lo sa e il suo bacio è pieno di saliva. Mi spruzza il sapore in bocca.
” ha un buon sapore… e ne ha fatta tanta anche la seconda volta… la prima non finiva più… schizzava come un tubo per innaffiare… ” mi sussurra fra un bacio e l’altro… ” ora leccamela, scopami, fammi venire… ”
Io il giorno dopo avrei voluto già registrare la seconda puntata. Ci eravamo rivisti i tratti salienti, soprattutto, più volte, gli schizzi a fontanella della prima venuta. Era stato eccitante fantasticarci sopra…
” voglio sentirlo che mi innaffia dentro… e poi voglio farmelo schizzare in faccia mentre so che tu mi guardi…” diceva Monica.
” però non subito… oggi lo lascio nel dubbio… e domani o dopodomani me lo faccio di nuovo…”
” ok, tu sei il ragno e lui la preda… io guardo lo spettacolo…”
C’era stato un certo andirivieni per le scale. Era stazionato giù all’ingresso piuttosto a lungo. Evidentemente sperava d’incontrarla ma non aveva il coraggio di suonare al campanello.
Quando lo avevo incontrato lo avevo salutato normalmente, con un cenno. Lui mi aveva guardato come per capire se ci fosse stato qualche cambiamento nei nostri rapporti, poi tranquillizzatosi aveva risposto un buonasera a mezzabocca.
Pensi di stare fregandomi, avevo pensato sorridendo fra me… ma qui ognuno ha il proprio tornaconto…
Due giorni dopo Monica lo aveva incontrato “casualmente” al portone. Si era guardata attorno con aria complice e gli aveva sussurrato:
” questa sera mio marito non c’è… riesci a passare dopo cena? ”
” sì sì… dico che vado da un amico… per studiare… a che ora? ”
” anche presto se vuoi… quando ti pare…”
Alle 19,30 aveva suonato al citofono da sotto. Monica gli ha detto di salire fra dieci minuti e io sono andato a chiudermi in camera da letto, approntando tutto il marchingegno del pc e delle microcamere.
Appena entrato e chiuso la porta si erano baciati. Lui aveva detto di aver pensato a lei praticamente sempre.
” mio marito ha una cena di lavoro… e tu quando devi stare a casa? ” ha chiesto Monica.
” ho detto che andavo a rivedere una cosa da un amico ”
” ah… e che hai detto all’amico? che venivi qui a scoparti la signora del primo piano? ”
” no no … io gli ho detto che …cioè … dovevo vedere un’amica… ”
” non ci credo… non ti sei vantato di quello che è successo l’altro giorno? non gli hai raccontato… i particolari? ”
” no… cioè in effetti sì, ma non ho mica detto chi era… ”
” ah… e ti sei masturbato? ”
” come? no … si… solo una volta…”
” e che pensavi? al mio corpo? alle mie tette? a quando te l’ho preso in bocca?”
” a tutto… ”
” siediti… ”
Lo fa sedere sul divano. Guarda verso la camera mettendosi in modo da offrirmi la visuale migliore. Si toglie la gonna e la camicetta, restando con una guepiere nera e le calze autoreggenti. Immagino come deve sentirsi il ragazzetto con davanti questa trentacinquenne in ottima forma, seducente e arrapante, esperta e maliziosa… che lo guarda come un gatto il topolino.
E’ una specie di spogliarello a suo uso e consumo. Lui tenta di alzarsi per toccarla ma lei lo fa rimettere giù.
” stai fermo… faccio io ” dice.
Si toglie anche le mutandine. Il suo sguardo è calamitato dal triangolino di pelo nero. Il rossore sul viso e le orecchie arriva a livello di guardia. Immagino il cazzo come tiri nei pantaloni.
Monica si appoggia con una gamba al divano, nella stessa posizione in cui si era messa l’altra volta, solo che ora è nuda, e lui potrà vedere le labbra della fica dischiudersi.
Gli prende la mano e lo guida in una carezza sulla coscia, su su fino ad appoggiarla aperta sulla vulva. La mano di Monica è sovrapposta a quella di Mattia e lo guida nella carezza, assecondandola con i movimenti del bacino, sporgendo il pube verso il suo viso.
Poi si china sui suoi pantaloni, li slaccia, li prende insieme all’orlo degli slip e tira giù. Gli fa alzare le gambe e glieli tira giù fino alle caviglie, mutande e pantaloni. Le scarpe impediscono di andare oltre. Il cazzo svetta durissimo verso l’alto.
Stavolta Monica non lo tocca. Si inginocchia fra le sue gambe e si avvicina con il viso, fino a sfiorare l’asta con la punta del naso.
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Il pene sembra vibrare. Pulsa di desiderio. Lei tiene le sue mani giù, inchiodate sul divano, impedendogli di toccarselo.
Col naso risale fino al glande, ci gioca, aspirandone l’odore. La lingua vellica l’asta, risale al frenulo.
Ma qualcosa l’avverte che sta per esplodere. Allora lo prende con le dita ad anello e lo scappella con forza.
Una, due volte… è un attimo e il ragazzo schizza e stavolta lei è li davanti a prendersi la benedizione sul viso, le labbra, i capelli.
Le contrazioni e i getti si susseguono arabescando il suo volto come una ragnatela traslucida.
Lei coscienziosamente pulisce la mano, il glande. Con un dito porta le gocce che colano sul viso verso la bocca. Continuando a masturbarlo dolcemente, leccandolo piano, scendendo fino alle palle dure e alte, sotto di esse e poi risalendo ancora.
Il cazzo resta duro e quando sente che è pronto gli sale sopra e se lo infila dentro, a cavalcioni su di lui, baciandolo e muovendo il bacino.
Questa volta dura di più. Se lo scopa un po’ stando sopra, poi si toglie, si sdraia sul tappeto in terra e se lo fa venire sopra…
ora il ragazzo deve fare il maschio, deve scoparsela lui, muoversi secondo il suo ritmo… e lo fa, dandole dei colpi furibondi che la fanno godere…
” vienimi dentro… riempimi tutta ” gli dice. E lui viene contraendo i muscoli delle natiche, tremando e gemendo.
Si accascia restando dentro di lei che lo accarezza. Poi gli dice ” ora va… mio marito potrebbe tornare presto…”
Lui si rialza. Si veste velocemente, lei si copre e resta sdraiata, sorridendo. Lui si inginocchia a baciarla.
” vai…” dice lei. Lui esce, aprendo la porta piano, attento che non ci sia nessuno sulle scale.
La porta si chiude e lei mi fa segno col dito: vieni qui…
Lo so cosa vuole… che gliela vada a leccare… vuole spremermela in bocca, goccia a goccia, vedere la sborra sulla punta della lingua e dirmi di ingoiare, chiedendomi se mi piace quel succo che ha raccolto per me.
La mia splendida, perversa femmina.