Ero interamente a pezzi nell’animo, a brandelli nella psiche e sfregiata nel corpo, intanto che cercavo di riassettare al meglio il mio scheggiato intelletto e il mio graffiato maltrattato corpo, con la vergogna che mi tartassava impossessandosi di me. Il giorno seguente, fui un grado di ascoltare Vito, dapprima tramite messaggi e dopo pure per mezzo del telefono, nel tempo in cui mia mamma uscì di casa, durante il tempo in cui sia Margherita che Teresa avevano già riferito e narrato là di fuori ogni cosa a chiunque. Che enorme imbarazzo, che fortissimo disagio che vivevo, perché pure Vito si trovava in instabile equilibrio tra la compassione, la premura, l’irritazione, per il continuo dileggio e per la perenne derisione.