“Coppia entrambi dominanti cerca coppia entrambi schiavi per essere usati sessualmente. Lui 50enne, lei 40, siamo persone serie. Rispettiamo limiti prefissati ma è necessario che entrambi siano disponibili sia per lei che per lui.”
Questo annuncio campeggiava sullo schermo, accompagnato da foto piuttosto esplicative:
– un uomo nudo grosso e piuttosto peloso sodomizzava una donna legata mani e piedi alle gambe di quello che sembrava un tavolinetto, o un cavalletto. la donna indossava delle calze autoreggenti, scarpe e niente altro. l’uomo le tirava indietro la testa afferrandole i capelli.
– una donna mora in guepiere era in ginocchio dietro ad un uomo prono, il culo sollevato verso di lei, indossava un fallo in vita e lo stava sodomizzando.
– la stessa donna mora teneva una biondina bendata per i capelli e la spingeva su un grosso cazzo violaceo pieno di vene
– ancora la donna mora, in piedi a gambe divaricate si apriva le labbra della vagina irrorando il viso della biondina con giallo getto di urina
– un uomo, ripreso dal ginocchio all’ombelico, metteva in mostra quello che sembrava essere il nerboruto pene dell’altra foto, mostrando anche una notevole lunghezza e una enorme cappella a fungo e dei grossi coglioni depilati
– ancora una donna, o meglio la parte centrale deil suo corpo, sdraiata a terra, le gambe tenute aperte e sollevate dalle braccia, la figa gonfia e spalancata tenuta aperta dalle dita che squirta, o piscia, verso l’obiettivo della macchina fotografica.
Scorro più volte queste immagini. Mi eccito, ho il cazzo duro.
Mi tocco. Ma se mi masturbo poi non risponderò e invece voglio farlo.
Dal sito sembra che siano online.
Rispondo che siamo una coppia interessata all’annuncio.
La risposta mi arriva dopo nemmeno due minuti. Chiedono delle foto.
Ne mando una in cui lei è in ginocchio sul letto e si tiene il culo aperto con le mani. Si vede la fica spalancata e il culo invitante.
Un’altra in cui le ho riempito il viso e la bocca di sborra in cui si vede anche bene il mio cazzo.
Lei non vorrebbe mai mandare delle foto così da troia. Ma mi eccita per questo.
Mi chiedono una foto mia migliore.
Gli rispondo, ed è vero, che non ne ho.
Mi dicono di farmela ora e di inviargliela, via email o per cellulare.
Mi dicono di spogliarmi nudo, di infilarmi “una zucchina, un cetriolo, un cazzo di gomma, o quello che voglio, anche un salame, nel culo” e di mandargliela.
Ho un cetriolo in frigorifero. Lo prendo, mi spoglio, lo appoggio sull’ano ma è freddo e sono stretto. Lo metto in bocca e lo bagno bene. Mi sputo sulle dita e lubrifico il culo con la saliva. Dopo un paio di tentativi riesco a infilarne una parte.
L’unico modo per fotografarmi è farmi una specie di selfie mentre sono sdraiato a terra, bacino e gambe sollevate, il viso fra le ginocchia, una specie di posizione fetale con il culo da cui fuoriesce il cetriolo in aria.
Scatto delle foto, non è facile, ma una viene bene e gliela mando.
Mi chiedono: siete entrambi lì?
No, rispondo. Sono solo.
Anche io sono curioso di sapere chi c’è dall’altra parte, ma non chiedo.
E loro non mi dicono.
Mi dicono che accettano di incontrarci. Ma prima dobbiamo rispondere ad un questionario.
Segue una lunga lista di domande.
Mi rimetto la maglietta e mi siedo. Il cazzo sempre duro, il cetriolo appoggiato vicino alla tastiera, ancora bagnato e lucido di umori.
Mentre leggo e rispondo ogni tanto lo lecco desiderando che fosse un cazzo di carne.
Nome, età, peso, taglia (per lei anche misura della coppa), capelli (per lei lunghi, corti, colore)?
Lui: Mauro, 40anni, 76 kg, 48/50 castani, capelli corti, castani.
Lei: Eleonora, 32 anni, 54 kg, taglia 44, 3a piena, capelli lisci, lunghi, rosso scuro.
Accettano di essere sottomessi ed eseguire ordini e capricci dei loro padroni, Roberto e Simona?
Sono consapevoli che possono essere loro richiesti servizi di natura sessuale, anche separatamente, da entrambi i padroni?
Disponibilità ad essere legati?
– ad essere umiliati verbalmente?
– ad indossare indumenti forniti dai padroni?
– a massaggiare, con mani, corpo o lingua, ogni parte del corpo dei loro padroni?
– a praticare rapporti orali fino al piacere?
– a ingoiare sperma?
– a ricevere sputi?
– a ricevere urina ? sul corpo? sul viso? in bocca?
– ad essere sottoposti a clisteri?
– ad essere sottoposti a sodomizzazioni e dilatazioni?
– ad essere ceduti ad altri padroni?
– ad essere frustati, schiaffeggiati in caso di mancanze?
La freddezza del questionario mi eccitava, da un lato, dall’altro un po’ mi impauriva. Risposi si a tutto, ma dissi che nessuno di noi amava il dolore fisico e che per quanto riguarda l’essere ceduti ad altri padroni non lo potevamo escludere, ma forse essendo la nostra prima esperienza del genere la cosa era un po’ prematura pensarla.
La risposta fu che era tutto solo un gioco. Che eravamo liberi di recedere in ogni momento. Bastava stabilire una parola salvezza che avremmo potuto pronunciare quando ritenevamo di aver raggiunto un limite insuperabile.
Tuttavia, l’uso di questa parola, dovevamo esserne consapevoli, avrebbe, totalmente e irrevocabilmente, chiuso la nostra interazione.
Era una sorta di tutto o niente, in sostanza. Non è ricorrendo alla parola salvezza avremmo potuto stabilire una specie di elastico di momento in momento.
Se accettavamo di giocare avremmo giocato il loro gioco, oppure non avremmo giocato. Punto.
Accettai.
La parola salvezza era “fiordaliso”.
Diedi il numero del mio cellulare. Mi dissero di fare in modo, l’indomani alle 21, quando avrebbero chiamato, che ci fosse anche mia moglie.
Ora in effetti il problema era convincere lei. Mauro racconta tutto alla moglie Eleonora, che è dubbiosa, ma decidono di accettare un appuntamento.
loro, i padroni, sono molto affabili e affascinanti. e anche chiaramente benestanti. lo testimonia la bella villa di campagna in cui li ospitano per una cena, che viene servita da una cameriera inappuntabile, mentre almeno un’altra persona lavora in cucina.
Poi nel dopocena si accomodano in salotto, un caminetto acceso, ci sono soffici tappeti e soffici divani.
la cameriera, dopo aver servito caffè e liquori, viene messa in libertà.
Dopo cena la padrona accompagna Eleonora in una stanza guardaroba, la induce a spogliarsi dei suoi abiti.
eleonora rimane nuda davanti a lei, completamente vestita.
La padrona la esamina, la tocca.
poi le fa indossare delle mutandine con uno spacco che la lascia totalmente accessibile, delle calze che senza reggicalze tendono a caderle, un reggiseno che le lascia scoperti i capezzoli, le da una vestaglietta leggera, sintetica.
insomma indumenti da poco, volgari, scompagnati, niente a che vedere con il bellissimo completo di lingerie che Eleonora indossava.
Poi le trucca gli occhi in modo pesante, le passa sulle labbra un rossetto dal colore violento, e con lo stesso rossetto mette in evidenza i capezzoli, e le grandi labbra.
poi le mette una parrucca rossa.
Eleonora sembra una puttana di bordello di una volta, quelli popolari, dove con pochi soldi i militari potevano togliersi le voglie con le “ragazze”.
Si vergogna, ma sentire le mani della padrona addosso le piace.
Poi la porta nel salotto, il marito Roberto applaude la trasformazione, e anche Mauro guarda affascinato la mogliettina, trasformata in puttanella sciatta e volgare.
Ora la padrona porta il l’uomo nella stanza guardaroba. Eleonora rimane da sola con il padrone.
Eleonora.
L’uomo la esamina, le pizzica le natiche, i seni, saggiandone la consistenza. Non parla. Le apre le labbra con le dita. Prima sopra, poi sotto.
Le sbafa il rossetto.
Sono davanti ad uno specchio ed Eleonora si guarda e quasi non si riconosce. Trema leggermente. Un po’ di paura di quello che accadrà, un po’ di eccitazione, di desiderio.
Si sente bagnata. L’uomo se ne è accorto. Gioca con le sue parti intime, la sfiora e basta.
Poi prende un foulard e la benda.
Con un altro foulard le lega le mani dietro la schiena. Il nodo non è stretto. Eleonora sente che se volesse potrebbe liberarsi facilmente e questo la rassicura.
L’uomo la fa sdraiare su un folto tappeto, continua a esaminare ogni centimetro del suo corpo, toccandola e manipolandola.
Mauro.
La padrona Simona ha portato l’uomo nella stanza. Si è seduta, accavallando le gambe e gli ha ordinato di spogliarsi completamente.
Poi gli dici di avvicinarsi. Tocca le cosce, i fianchi. Prende nel palmo della mano il pene e lo scroto, li solleva come a valutarne il peso.
Lo fa voltare. Apre le natiche e gli dici di chinarsi.
Lo lascia completamente nudo, ma gli lega le mani, anche a lui. Poi lo benda.
E lo porta di nuovo in salotto, dove Eleonora è sdraiata sul tappeto, in attesa.
Roberto fa segno a Simona che Eleonora è a sua dispozione.
Lei fa inginocchiare Mauro in terra, poco distante dalla moglie.
Le mani legate dietro la schiena, quando lei lo spinge giù, lo costringono ad appoggiare la fronte, il bacino sollevato ed esposto.
Quindi si avvicina ad Eleonora e senza dire una parola si siede a cavalcioni del suo viso.
In questo modo Eleonora conosce la sua padrona, riceve il suo imprinting, l’odore di femmina dominante sul suo viso.
Dopo essersi strofinata bene sul suo viso, la padrona la prende per i capelli e la invita a sollevarsi.
Non c’è violenza nel suo gesto. Eleonora segue la pressione della mano, si mette in ginocchio, il viso sporco di rossetto e lucido degli umori della padrona.
La fa camminare carponi sul tappeto, fino ad incontrare il cazzo duro del padrone con il viso.
La tiene ferma, mentre lui glielo passa sulle labbra, sul mento, sul collo.
Lei sente il suo odore nel naso, apprezza la consistenza e la larghezza della cappella. Non lo vede ma le sembra grosso.
La padrona la spinge in basso e si ritrova i coglioni pelosi spinti sul naso.
Da brava servetta tira fuori la lingua.
La mano della padrona viene sostituita da quella del padrone.
La donna si dedica al culo offerto della schiavetta. La penetra nella fica con un dito, poi con due. La trova bagnata.
Il marito intanto legato in ginocchio per terra ascolta quei rumori. Nessuno parla e gli riesce difficile immaginare. Ma alcuni rumori sono inconfondibili: una lingua sta leccando, una bocca sta cospargendo qualche parte del corpo di qualcuno di saliva.
Il padrone si alza e si mette dietro Eleonora.
La padrona Simona prende il suo posto sul divano. Eleonora passa dal cazzo alla fica mentre il grosso cazzo del padrone la penetra lentamente.
La padrona si toglie una scarpa, allunga la gamba e Mauro si trova il suo alluce che gioca con le sue labbra. Apre la bocca e lo lecca, lo succhia.
La padrona gradisce molto il doppio lavoro di lingua dei due coniugi.
E questo è solo l’inizio.
I padroni vogliono capire fino a dove possono spingersi con la coppia.
Senza bruschi salti, ma con fermezza e decisione.
Eleonora soffre la penetrazione di Roberto, che ha un cazzo della larghezza di una lattina di cocacola. Non è eccessivamente lungo, ma è largo. Un vero tronchetto nodoso. E la cappella è ancora più grossa del fusto.
Si sente completamente riempita e dilatata, cosa che non le era mai accaduta.
Roberto la penetra lentamente e con metodo, come volesse prepararsi il terreno per dopo.
Per alcuni minuti vanno avanti così.
Mentre la donna viene scopata il marito lecca i piedi della padrona.
L’evidente erezione dimostra che il trattamento gli piace. E’ scomodo. Le mani legate dietro lo costringono in una posizione faticosa e umiliante.
La padrona decide di dedicarsi a lui.
Si libera della gonna e della camicetta, rimanendo con la sola biancheria intima, ma senza mutandine.
Lo fa girare sulla schiena. L’uomo accoglie con gratitudine il cambio di posizione.
Lei gli si siede sul viso. Aprendogli la fica bagnata della saliva di sua moglie sulla bocca. Il naso è affondato nelle natiche.
Quando lei spinge lui non può respirare.
Lo tiene in apnea per qualche manciata di secondi, sempre di più ogni volta, soffocandolo fra le sue cosce.
Gli solleva le gambe, gli apre le natiche e gli infila prima un dito, poi due nel culo.
La padrona con l’uomo è molto meno gentile del padrone con la donna.
Gli mette i due indici nel culo. Ci sputa sopra più volte. Tira ad allargare.
Soffoca i lamenti dell’uomo spingendogli la fica spalancata sul viso.
Che a lui piaccia, nonostante si dimeni per respirare, si capisce dal cazzo durissimo.
Non può toccarselo, essendo legato, altrimenti è molto probabile che verrebbe immediatamente.
In quella posizione la padrona avrebbe voglia di farlo stare con la bocca aperta, masturbandolo fino a farlo schizzare nella sua stessa bocca.
Una pratica che le piace molto.
Ma è presto. Meglio tenere gli schiavi in uno stato di eccitazione molto a lungo.