Nel mondo virtuale ho scelto di chiamarmi Nyam.
Il mio nome reale ed il nome delle persone di cui parlerò sono ovviamente nomi di fantasia; tutto il resto -quello che racconterò qui- è reale. Nasconderò pure i luoghi dove le cose di cui parlerò avvengono o sono avvenute.
Amo scrivere ma non sono una scrittrice professionista; i vostri commenti sono i benvenuti, ma restate cortesi. Mi trovate su akagera365@protonmail.com
Ho 41 anni, sono figlia di madre giapponese e padre italiano e non vivo in nessuno dei due paesi, anche se vi viaggio spesso. Da sempre poligama, ho tentato la strada della monogamia sposando una donna dalla quale ho felicemente divorziato alcuni anni fa. Il suo carattere possessivo e dominante e la mia poligamia sono ben presto entrati in conflitto.
Sono piuttosto alta, longilinea, il mio viso ha caratteri orientali misti a caratteri occidentali, e non nascondo che l’ambiguità dei tratti del mio viso è da sempre stata un’ottima alleata nei giochi di seduzione. Sono pansessuale, e posso quindi essere attratta emozionalmente, sessualmente o romanticamente da una o più persone senza importanza per il loro genere o sesso. Detto questo, osservo che da svariati anni ormai le mie relazioni intime sono in larga maggioranza con donne.
Scoprirete di più di me se continuerete a leggermi.
Lavoro in una posizione di management in una piccola società di consulenza; il nostro ufficio e’ in un grande palazzo ‘multioffice’, e condividiamo alcuni spazi comuni nel nostro piano con altre quattro società. Ci incrociamo con le persone che lavorano nel nostro stesso piano nella cucinetta, talvolta entrando e uscendo dalle sale riunioni, nei bagni, e con alcune di queste persone nascono degli incontri interessanti, stimolanti.
Dopo il lungo periodo del telelavoro, siamo finalmente rientrati in ufficio, anche se io mi conservo gelosamente due giorni per settimana di lavoro da casa, ed ho offerto la stessa possibilità al mio staff.
Ho incrociato due volte una nuova ragazza nei corridoi: piccolina, direi 23-24 anni, rossa di capelli, qualche lentiggine e forse un pochino sovrappeso. Difficile dire, entrambe le volte vestiva in pantaloni e maglioncino largo. La prima volta quasi ci siamo scontrate mentre usciva dalla stanza delle stampanti, ci siamo scambiate un sorriso ed un saluto imbarazzato, poi il mio desiderio di voltarmi e seguirla con lo sguardo; ho fatto fatica a trattenermi, mi intriga. La seconda volta ci siamo incrociate in un lungo corridoio, l’ho vista arrivare da lontano, l’ho guardata fissa cercando i suoi occhi, sfidandola a sostenere lo sguardo. Per un po’ l’ha sostenuto, poi -cucciola- l’ha abbassato e ci siamo dette buongiorno (io a piena voce, lei sottovoce) quando ci siamo incrociate. Mi sembrava fosse lievemente arrossita.
Ho deciso di tessere la mia ragnatela, sarà mia.
Cammino per i corridoi a salutare le persone che lavorano nelle altre società sullo stesso piano, due chiacchiere per augurarci bentornati alla quasi normalità, devo scoprire dove lavora. Sono fortunata, lavora nel secondo ufficio dove sono passata, solo quattro persone coordinate da François, una cara persona con la quale siamo diventati amici dopo essere stati compagni di sbornia.
Busso, entro, sorrisi…. sappiamo di essere entrambi vaccinati, allarghiamo timidamente le braccia, François e io ci abbracciamo con titubanza, poi con gioia. Nella stanza a fianco, separata da un vetro, due dei suoi tre collaboratori.
Quindici minuti di chiacchiere col vero piacere di rivedersi, poi:
“François, vedo che hai delle novità nel team”
“Sì, Chiara è rientrata in Italia e ora c’è Roisin, irlandese; per ora ha uno stage di 6 mesi, poi si vedrà. Se lavora bene mi piacerebbe offrirle un contratto pieno”
“E Jean-Paul? Non lo vedo.”
“Oggi in telelavoro, ma c’è sempre”
“Dai, venite da me oggi per un caffé con Diana e questa nuova…..scusa come hai detto che si chiama, faccio sempre fatica coi nomi irlandesi”
“[sorriso] Si pronuncia Ro-sheen e…certo, con piacere. Caffettino da te dopo pranzo, verso le 2?”
“Perfetto”
Mi volto verso il locale dall’altra parte del vetro, saluto Diana e Rosin con un cenno della testa, faccio segno di portarmi alla bocca una tazza di caffé, Diana ricambia il saluto con la mano, Roisin sorride timidamente ed abbassa la testa, saluto François e vado.
Entro in ufficio da me, oggi solo cinque collaboratori, annuncio che prenderemo un caffè tutti insieme col gruppo di François ma che terremo la finestra aperta per sicurezza. Peter si offre di andare a prendere una piccola torta per accompagnare il caffè, ottima idea, gli anticipo la spesa.
Sono le due, arrivano François e le ragazze, presentazioni e sorrisi coi miei collaboratori, bella atmosfera, vera cordialità, buona torta e buon caffè italiano, altro che i brodini caldi che fanno qui!
Roisin resta per un momento in un angolo, mi avvicino.
“Ciao Roisin, benvenuta, io sono Nyam”
“Buongiorno signora, grazie di aver invitato anche me”
Decido di fare la stronza, voglio vedere come reagirà.
“Non ANCHE, Roisin; io ho organizzato il caffè proprio per conoscere te”
Arrossisce di colpo, non sa cosa dire, abbassa lo sguardo, decido di toglierla d’imbarazzo, le sgrano un sorriso aperto e cordiale e le dico ridendo:
“Roisin, non poteva essere altrimenti, sono la prima ad avere affittato un ufficio in questo piano, io DEVO conoscere tutti quelli che vengono a condividere le parti comuni”
Mi guarda, sorride, mi ringrazia, continuiamo su un tono più neutro, le chiedo se si è trasferita da molto (ha fatto qui il master, poi subito dopo lo stage da François), poi da brava padrona di casa inizio a conversare con gli altri, e dopo una quarantina di minuti ci salutiamo tutti quanti, sbarazziamo la tavola e ricominciamo a lavorare.
La sera rientro a casa, mi svesto per fare una doccia. Mi guardo allo specchio, quello che vedo continua a piacermi, sono una bella donna e lo so, e i miei 41 anni mi stanno d’incanto.
Entro sotto la doccia, lascio la pioggia scivolare sul mio corpo, mi appoggio al muro, chiudo gli occhi….le mie mani scivolano sul mio sesso, mentre cerco di ricordarmi ogni dettaglio del viso di Roisin, le sue lentiggini, i suoi incredibili occhi verdi, i suoi capelli rossi e quell’incisivo leggermente scheggiato.
Cerco di indovinare il suo corpo, pieno, fresco e giovane.
Accarezzo il mio clitoride, è gonfio di desiderio, il primo orgasmo non tarda a travolgermi. Non mi fermo, entro nel mio sesso e con due dita a cucchiaio mi scavo, voglio riempirmi dei miei umori. Mi allontano dal getto dell’acqua, mi porto le dita alla bocca e mi assaggio. Mi piaccio, oggi il mio sapore sta virando verso il mieloso, le mestruazioni sono finite da tre giorni, il sapore agro dei giorni che precedono il ciclo sta svanendo del tutto.
Rientro dentro al mio sesso, mi accarezzo dal dentro, mi riappoggio al muro e con l’altra mano vado nuovamente al clitoride, sarà un orgasmo forte, esplosivo.
Sarà mia, è solo questione di tempo.
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