La mia vita erotica è stata piuttosto avventurosa, e appagante.
Ne ho scritto anche in molti racconti, pubblicati negli anni qui su Milù.
Ritorno a scrivere dopo che, con la mia nuova compagna, sono tornato a fare qualche esperienza un po’ trasgressiva.
Lei, Federica, ha vent’anni meno di me. Stiamo insieme da qualche anno e all’inizio era piuttosto chiusa verso esperienze che coinvolgessero altre persone. Ma ha una forte carica erotica, un certo esibizionismo e è particolarmente attratta, nelle fantasie almeno, da situazioni degradanti, sporche.
Come spesso accade, un’educazione piuttosto rigida, incentrata sul dare un’immagine irreprensibile, molto attenta alla cura di sé, costruisce un imagginario erotico in cui si è morbosamente attratti dalla perdita del controllo, magari costretti dalle circostanze, dove essere abusati diventa alibi per vivere la sessualità oltre quei limiti imposti dalla morale in cui sei vissuta.
E così le sue fantasie vagano spesso in zone in cui viene costretta a soddisfare più uomini. Figure autoritarie, come poliziotti o militari, che la costringono a sbrigativi rapporti orali, con cazzi imperiosi e dal forte afrore, che lei ingoia e “lava” velocemente, con la saliva, proprio per non sentirne il puzzo e che inevitabilmente la obbligano a ingoiare il loro sperma, che emettono in grandi quantità, senza darsi la pena di avvertirla, tenendole la nuca bloccata.
Oppure in cui è ricattata economicamente, costretta a soddisfare in ufficio capi che la usano come uno sborratoio, fra una telefonata e l’altra, mentre i colleghi sanno che non devono disturbare e quando esce la guardano e lei si sente una troia.
Gode, quando le racconto che la porterò bendata alla monta, facendola riempire da diversi maschi con le palle gonfie, con lo sperma mischiato che esce a fiotti dalla vagina, e voglio scoparla così, con la fregna larga che sciaguatta a ogni colpo.
Solo che è molto controllata. Le fantasie le fanno perdere la testa, ma la perdita di controllo la spaventa troppo e si irrigidisce.
Per fortuna c’è anche un altro aspetto in lei. Quello dominante. Anche questo è solo accennato e non va oltre al gioco della seduzione, in cui lei si vede guidare qualcuno inesperto, o intimidito. In un certo modo, la figura della nave scuola per un ragazzo la fa sentire erotica e seducente, gratifica la sua femminilità.
E allora ci sono anche queste fantasie nel nostro immaginario erotico, in cui lei seduce il figlio della vicina di casa, un ventenne sportivo, dal fisico potente e pieno di ormoni, che la guarda di sottecchi e che lei fantastica di invitare in casa con una scusa, farsi trovare seminuda, scoprire che la guarda e che è eccitato, il gonfiore della patta, provocarlo fino a vederne l’imbarazzo, lenire la sua eccitazione liberando il pene dai pantaloni, accucciandosi fra le sue gambe muscolose, scappellandolo lentamente guardandolo negli occhi e godendosi il suo potere di femmina esperta e provocante, immaginando che non resista e venga subito, a grandi getti di sborra che lei ingoia avidamente, sempre guardandolo negli occhi, e facendolo rimanere duro per poi cavalcarlo, avvolgendo il cazzo nel laghetto della sua fica fino a farlo venire di nuovo dentro di lei.
Ci è voluto tempo per scioglierla.
L’occasione è capitata quando nel giardino della casa confinante è arrivato un giardiniere di colore: un bel ragazzo del Ghana.
Noi siamo stati fortunati, in questo periodo di lockdown. Perché viviamo in campagna, in un agglomerato di casette con giardino. La primavera è stata bella e fin da subito ci siamo spesso sdraiati a prendere il sole in giardino.
Qualche volta è capitato che lei prendesse il sole nuda.
Quando il lockdown è stato allentato, nella villa vicina è iniziato a venire un ragazzo di colore a fare dei lavori in giardino e fin dalla prima volta ci siamo resi conto che indugiava nei pressi della siepe, da dove poteva guardare il bel corpo di Federica.
Ne parlammo la sera e iniziai a metterle la pulce nell’orecchio. L’idea che qualcuno la spiasse la eccitava. Il fatto che fosse un ragazzo nero, di più. L’idea che si fosse masturbato pensando a lei la faceva bagnare.
Venne copiosamente mentre le sussurravo nell’orecchio immagini di lei che gli prendeva in bocca il pene lucido e bagnato, e di come si sarebbe scopato con foga la signora bionda sdraiata al sole.
Due giorni dopo, quando lui è tornato, lei era lì nuda, le gambe provocatoriamente socchiuse verso la direzione da cui lui poteva guardare.
E poi si era girata, facendogli ammirare il suo bel culo.
E’ entrata in casa arrapata. E’ bastata una frullata di lingua sulla figa fradicia per farla venire.
E dopo mi si era attaccata al cazzo pompandomelo con foga, col chiaro intento di estrarne il succo e nutrirsene.
Il giorno dopo, senza dirle nulla, ho chiesto al vicino, avendo necessità nel nostro giardino, se poteva chiedere al suo giardiniere se fosse interessato.
E così, dalla siepe, lo stesso vicino ci aveva presentato il ragazzo ghanese, Akuma, e finito il lavoro è passato da noi.
La Fede era stata molto gentile e sorridente, gli ha fatto domande sulla sua vita, mentre gli faceva vedere il giardino e la casetta degli attrezzi e lui rispondeva molto educatamente. Si vedeva che era preso da lei, leggermente in soggezione.
Io ero in casa, lo avevo salutato, ma poi il gioco lo ha condotto Federica, in modo che fosse chiaro che era lei, l’interlocutrice.
Il giorno dopo, nel pomeriggio, mentre lui lavorava tagliando la siepe e io ero nello studio, con lui che non sapeva nemmeno che fossi in casa, Fede continuò l’opera di seduzione.
Chiese a Akuma se era disturbato dal fatto che lei prendesse il sole. Lui le rispose che no, non lo era, perché lei era una donna molto bella. Con grande scambio di sorrisi reciproci, lei gli dice che anche lui era un ragazzo molto bello. Gli chiede se aveva una fidanzata. E lui le risponde di no. E lei (puttana) gli chiede come fa con il sesso, così da solo in questo paese straniero… e se gli piacciono le donne italiane…
lui confessa che è dura, senza sesso… e che le italiane sono bellissime…
lei gli si avvicina e gli chiede se le vuole accarezzare il seno…
e insomma, dalla finestra dello studio, con le persiane chiuse ma si vede benissimo, vedo uno scambio di carezze, alcuni baci lunghissimi e toccamenti… e in breve lei estrae un gran bel cazzo nero, che si “srotola” verso l’alto allungandosi…
Lei sa che sono dietro le persiane, a non più di tre metri, e guarda verso di me, mentre massaggia il pene che si gonfia e si irrigidisce. Vedo le lingue intrecciarsi, lui la accarezza, sulla schiena, le natiche, sfiora i seni, gentilmente… lei invece stringe il cazzo duro, tutto scappellato, e si china, sempre guardandomi, a assaggiarlo…
lecca l’asta e ne aspira l’odore, che evidentemente è di suo gradimento, perché con un fremito si inginocchia e incomincia a succhiarglielo voracemente…
Lui le carezza la nuca e spinge con il bacino verso la sua bocca.
Lei sputa la grossa cappella solo per correre con la lingua lungo tutta l’asta venosa, fino a arrivare a vellicare i coglioni. I suoi sguardi verso di me sono pieni di malizia, fieri. Sta conducendo il gioco, mi fa vedere quanto è brava.
Lui cerca di fermarla, l’eccitazione deve essere tanta e sente di star per venire, ma lei raddoppia l’impegno, gli toglie le mani, l’afferra dietro le natiche e lo spinge verso la sua bocca, dandogli il ritmo di una vera scopata in gola.
Ci vuole poco e il ragazzo con un lamento soffocato, il cazzo lucido di saliva e rigido come un bastone, inizia a venire.
Lei non interrompe il ritmo veloce e la sborra schizza fuori dalle labbra, cola giù per il mento, la sento deglutire ma deve essere tanta, troppa per mandarla giù e quindi si scosta e qualche schizzo le disegna il viso, come una ragnatela fra i capelli.
Ah amore mio come sei bella, sudata e bagnata, mentre impugni quello scettro di carne, il volto decorato dai ricami densi del suo piacere… immagino la tua fichetta allagata, ho una voglia pazza di succhiartela, ma anche di riempirtela di seme, dando sollievo alla sua fame.
Ci sarà tempo e modo… i nostri giochi sono appena cominciati.
(segue)