Leggi qui tutti i racconti erotici di: a.narciso

La mia nuova attività libero professionale si limitava ad aver incontrato un altro paio di volte Alberto, l’amico di Giorgio, con grande soddisfazione per entrambi.

Io e Giorgio diventammo amanti. Ci vedevamo regolarmente un paio di volte a settimana nei ritagli di tempo miei e suoi per fare fragorose scopate omaggio nell’elegantissima alcova di Giorgio che si dimostrava un torello niente male. Un gran scopatore come mai avrei immaginato al primo sguardo.

Iniziammo a confidarci. Seppe che ero sposata, come lui del resto era accompagnato ed era incuriosito nel sapere come avevo iniziato e come facessi a coniugare la vita da moglie e quella da puttana. Tagliai corto dicendogli che la mignotta lo facevo molto raramente e che avevo iniziato come sfida con me stessa, chiedendo il denaro ad uno che ci aveva provato

“sarò mica stato io il primo?” mi chiese

“nooo, era successo parecchio tempo prima” gli risposi, senza aggiungere molto altro.

Mi confessò sensazioni, desideri, fantasie e seppi che, come parecchi altri uomini, gli sarebbe piaciuto molto vedermi fare sesso con altri, oltre ad una particolare passione per l’abbigliamento fetish.

“allora l’altra volta quando ti ho fatto la sorpresa con la tuta di spandex indosso, sei stato contento?” dissi in un momento di intimità dopo una lunga cavalcata, mentre eravamo distesi sul letto.

“ti avrei scopata anche in mezzo alla strada, vestita così!” replicò.

Un giorno, nel mio intervallo del lavoro, ci vedemmo per un pranzo veloce in un centro commerciale in zona.

“ma tu non devi lavorare a quest’ora? Non è questo il momento di massimo afflusso del tuo bar?”

“ero in giro a fare acquisti ed ho approfittato. Ti dispiace? Eppoi c’è Martina ed altri 2 che sopperiscono alla grande. Non ti preoccupare”

“non mi dispiace, anzi…. Solo che non ho molto tempo, fra un’ora e mezza devo rientrare e possiamo solo pranzare” guardandolo di sbieco con un sorrisetto malizioso

“certo lo so. Sai pensavo se ci mangiamo una roba veloce ci rimane un po’ di tempo per andare in un posto qui vicino”

“che posto”

“ha aperto un grosso sexy shop a pochi chilometri da qua e volevo andarci assieme a te per comperarti qualcosa di carino” non avevo mai messo piede in un sexy shop.

Cominciai a considerare alla implicazioni: se qualcuno che mi avesse visto entrare, potesse conoscermi o soprattutto potesse conoscere mio marito. A pranzo la scusa era più plausibile, potevo essere a mangiare con un collega, ma entrare in un sexy shop era un po’ diverso. I miei pensieri cominciarono a turbinare.

“ho visto il sito on line e ci sono parecchie cosucce di quelle che ci piacciono ad entrambi che vorrei vederti indosso” insistette.

Prese il sopravvento la mia parte disinibita. Il pensiero di indossare quelle cose pazzesche che mi rendevano troia all’inverosimile cominciarono a muovere le sensazioni trasgressive che mi davano l’adrenalina da un po’ di tempo, da quando avevo iniziato a tradire mio marito.

Finimmo in fretta un velocissimo pranzo al bar, salimmo sulla sua macchina e ci dirigemmo verso questo store. Era in una zona industriale, alla fine di una strada senza uscita, lo si identificava solo perché sulla vetrina oscurata della porta d’ingresso c’erano disegnate due grosse labbra rosse di donna.
Entrati, aveva le dimensioni di un piccolo supermercato, non era propriamente un negozio, ma un vero e proprio supermarket con le corsie, gli scaffali ed in fondo al locale un ampio spazio con la macchinetta del caffè a gettoni, un paio di divani, due poltroncine, tappeti e nell’angolo 4 ampie cabine prova.

Cominciammo a girare per gli scaffali, c’era pochissima gente, una coppia di grassoni anzianotti che di lì a poco uscì senza aver acquistato nulla, 2 o 3 uomini soli che si aggiravano fra gli scaffali ed il gestore del locale: un tizio sulla sessantina molto magro, rugoso, coi capelli lunghi, anelli e tatuaggi sulle braccia. Sembrava un cantante rock anni 70. Dopo un po’ che giravamo ci soffermammo dove c’era l’abbigliamento in ecopelle, quello nero, lucido. Tutine, corsetti, intimo, miniabiti. Giorgio prese un miniabito

“provatelo, voglio vedere come ti sta”

Non mi feci pregare, mi infilai nella cabina, mi spogliai completamente, compreso l’intimo e misi questo vestitino elasticizzato, aderentissimo, nero, lucido, senza spalline.
Allo specchio della cabina veniva riflessa l’immagine di una baldracca sconvolgente. Rimisi le scarpe, decolté col tacco ed uscii.
Giorgio era seduto sul divano che aspettava, appena mi vide sorrise come un bambino quando gli porgono il gelato; un tizio che stava sorseggiando un caffè dalla macchinetta rimase impietrito a guardarmi. Camminai avanti e indietro sui tappeti ancheggiando vistosamente, Giorgio mi diede una gran pacca sul sedere e mi disse

“dai, provane un altro”.

Rientrai, tolsi quello come fosse stata una maglietta misi uno short ed un top microscopici, neri in latex e sopra un abito in ecopelle con un’unica lunga lampo davanti lungo appena sotto il culo. Uscii. Il tizio non si era mosso, aspettava col bicchierino del caffè in mano, Giorgio sorrise maliziosissimo

“bello questo, molto sexy vero?” rivolto al tizio del caffè, che annuì sorridendo.

Passeggiavo come una mannequin, arrivò anche il titolare del negozio

“bellissima, sei uno spettacolo!”.

Mi avvicinai a Giorgio seduto sul divano che mi prese per i fianchi.
Mi misi per un istante a cavalcioni delle sue ginocchia per aprire la zip del vestito di pelle, poi mi alzai per togliermelo e restare col micro short che si infilava fra le chiappe e il toppetino che mi copriva appena il seno. Rimasero tutti a bocca aperta, Giorgio disse:

“li comperiamo entrambi” dopo qualche altro passo di sfilata rientrai nel camerino e mi rivestii anche perchè era arrivata l’ora di rientrare al lavoro.

Il proprietario del negozio ci invitò a tornare la settimana successiva a vedere i nuovi arrivi di abbigliamento fetish e soprattutto un bel nuovo campionario di calzature.
Consegnò a Giorgio il biglietto col numero del negozio, invitandolo a chiamare per sapere quando passare.

Risaliti in macchina, fremevo dalla voglia, ero un fuoco. La mia vena esibizionistica aveva preso il sopravvento, sarei andata in giro per la città agghindata in quella maniera, ero eccitatissima!

“fermati un attimo Giorgio, accosta qua”

Eravamo ancora fuori città, accostammo la macchina in uno spiazzo di lato alla strada, saltai addosso a Giorgio gli aprii la patta dei calzoni e gli ingoiai in un boccone il cazzo. Cominciò a crescermi in bocca grazie alle mie avide ciucciate.

“mmmm che troia….lo sapevo che ti eccitava questo posto. Ci torneremo non preoccuparti…” smise di parlare perché cominciò a gemere dal piacere, sospirava come un mantice.

Ci misi tutto il mio impegno, avevo voglia di quel cazzo, sentirmelo crescere in bocca aveva aumentato la mia eccitazione. Lo succhiavo con avidità, mentre gli massaggiavo le palle, gli leccavo tutta l’asta con tanta saliva per poi limonargli la cappella nella mia bocca, alternando nello spingermelo giù fino in fondo alla gola fin quasi a soffocarmi. Lo sentivo fremere, venne in pochi istanti, ci avevo messo tutto il mio impegno per farlo venire. Mi riempì la bocca col suo caldo sperma che mandai tutto giù lasciandogli il cazzo lindo e pulitissimo e lasciandomi un ottimo sapore in bocca.

Tenne con sé gli acquisti, dicendomi che me li avrebbe lasciati nel loft, mi riaccompagnò al lavoro e ci salutammo. Appena rientrata in ufficio corsi in bagno a masturbarmi.

Quella sera, rientrata a casa, ancora col sapore del cazzo di Giorgio in bocca, ancora eccitata, mio marito Massimo doveva ancora rientrare, mi toccai un’altra volta e misi una lingerie sexy con una vestaglietta semitrasparente.
Nell’attesa iniziai a guardare un dvd porno, ne avevamo comperati diversi nell’ultimo periodo, mi accomodai sul divano stuzzicandomi la figa a gambe larghe.
Dopo qualche istante lui rientrò in casa dal lavoro, mi vide sul divano a toccarmi, sorrise. Si avvicinò per salutarmi chinandosi su di me per un bacetto che io trasformai in un voluttuoso lungo bacio con le nostre lingue che si intrecciavano, chissà se l’odore del cazzo che avevo ciucciato poco prima si sentiva, io ancora ne avvertivo il sapore in bocca.
Avevo una voglia pazzesca, il defilè del pomeriggio mi aveva messo addosso una frenesia incredibile. Cominciai col massaggiargli il pacco, aprendogli subito dopo la patta. Lui in piedi di fronte a me sul divano, mi chinai davanti a lui in equilibrio sui tacchi degli zoccoletti che avevo indossato, a ciucciargli l’uccello come una docile schiava che provvede a dare il piacere necessario al suo padrone. Mi scopò letteralmente in bocca spingendomelo fino in gola ripetutamente, io aggrappata a lui. Mi sentivo tanto troia, tanto porca, lo ero, ero diventata una gran zoccola e la cosa mi piaceva, mi piaceva un casino.

“che bella sorpresa” mi disse subito dopo avermi eiaculato in bocca. “come mai così, a quest’ora? Mi aspettavo la tavola apparecchiata per la cena…”

“ti dispiace? Per ora ho mangiato solo io!” leccandomi le labbra con malizia.

Mi alzai, lo presi per mano e mi diressi verso la camera da letto. Ci buttammo sul letto avvinghiati in un lungo bacio, io avviluppata sul suo corpo con le sue mani che mi frugavano dappertutto, lunghi baci e carezze

“mi ero eccitata in ufficio a guardare un sexy shop on line, ho visto un po’ di cosette carine che potresti comperarmi. Poi a casa mi annoiavo, ho guardato nell’armadio quello che di carino avevo da mettere e ho messo il dvd per distrarmi”

“cos’è che ti ha eccitata del sexy shop?”

“parecchie cose, dopo casomai ci guardiamo assieme, ok?” ricominciammo a rotolarci con la bocca appiccicata e le lingue intrecciate.

“sei pazzesca, mi ecciti un casino, non potevo aver di meglio: un moglie strafiga e porca come te non ce ne sono molte” soprattutto troia pensai fra me e me.

“dimmelo ancora cosa sono. Mi piace sentirmelo dire”

“sei troia. Sei la più gran troia mai conosciuta in vita mia” e dire che prima di me ne aveva avute di donne. Massimo, era il cosiddetto ragazzaccio, bello e sciupa femmine. Poi giunto sui 35 anni, è di qualche anno più grande di me, conosciuta la sottoscritta, brava ragazza carina e riservata, ha messo la testa a posto, fidanzandosi e poi sposandomi.

Mugolavo dal piacere delle carezze, dei baci, ma soprattutto dalle parole, lo incitavo a dirmi cose zozze, mi eccitava.

“ti piaccio così porca a letto, vero? Non è che vorresti lo fossi ancor di più? Mi piace pensare di eccitarti quando sono troia. Farei qualunque cosa per farti eccitare, cos’altro ti eccita, dimmelo!”

“mi piaci quando sei sexy, quando li fai girare tutti a guardarti, quando in giro vedo gli altri maschi che ti mangiano con gli occhi” mentre lo diceva lo sentivo indurirsi di nuovo contro me .

“sì? E cosa dovrebbero fare questi altri maschi che incontro per strada quando mi vedono sexy. A proposito, sexy come? Come vorresti che uscissi vestita?”

“non lo so, mi piace sapere che sei desiderata anche da altri ed invece sei solo mia” povero illuso, pensai. Se avesse saputo quanto ero zoccola.

“ok proviamo. Facciamo così, un giorno mi vesto sexy, abitino corto, stretto, tacchi alti, tu a poca distanza e vediamo se qualcuno mi abborda” Gli risposi sentendo che a queste parole il cazzo che mi strusciava contro si stava indurendo.
Cominciò a baciarmi come un forsennato senza rispondermi, forse aveva timore nel sapere come avrei voluto proseguire. Me lo puntò contro le labbra infracidite dall’eccitazione e me lo spinse dentro in un istante, come fosse calamitato.
Cominciammo a scopare, non vedevo l’ora, avevo necessità di prendere un cazzo. Era da tutto il giorno che lo volevo, gli salii sopra, a cavalcioni e me lo scopai io. Fu una lunga cavalcata, venni un paio di volte, la prima fu lunghissima, avevo troppa voglia di prenderlo, un orgasmo infinito; dopo un attimo per riprendere fiato ricominciai a cavalcarlo, lui mi stringeva forte il culo e mi guidava su e giù e, mentre gli dicevo “guardami come sono brava a prendere il cazzo, mi piace da morire. Mi vorresti vedere così mentre mi godo la grossa mazza di un altro?” a quelle parole, venni una seconda volta e lui assieme a me.

Una volta ricomposti, andammo a cenare e quella sera, trascorsa a guardarci un film dolcemente abbracciati, non riprendemmo più l’argomento.

(continua) per commenti: narciso.a@outlook.it

13
Autore Pubblicato il: 5 Marzo 2022Categorie: Racconti Cuckold, Racconti Erotici, Tradimento0 Commenti

Lascia un commento

13